Untersee, erasmus a Empoli: «I prestiti? Mi faranno crescere» - Calcio News 24
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Untersee, erasmus a Empoli: «I prestiti? Mi faranno crescere»

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Joel Untersee, dalla Juventus al quarto prestito consecutivo: «Sono soddisfatto della scelta di Empoli. La Juve? Per ora non ci penso»

Nella galassia dei giocatori della Juventus in prestito c’è anche uno svizzero nato e cresciuto a Johannesburg: Joel Untersee. «I miei genitori – racconta il laterale dell’Empoli a “Tuttosport” – avevano voluto fare una esperienza di vita in Sud Africa. Siamo tornati in Svizzera quando io avevo 5 anni». Untersee è entrato nel giro bianconero nel 2010, quando l’allora d.s. delle giovanili Giovanni Rossi acquistò il terzino per 300 mila euro, anticipando Bayern e Borussia Dortmund. Quello in Toscana è il quarto anno in prestito, dopo i due al Vaduz (club del Liechtenstein che milita nel campionato svizzero) e l’esperienza della scorsa stagione a Brescia. A Empoli 4 presenze in B: soddisfatto? «Molto. Siamo all’inizio, ma apprezzo sia il club e sia il nostro modo di giocare. La società è ambiziosa e il nostro tecnico, Vivarini, punta su un calcio molto propositivo».

A 23 anni ha capito qual è il suo ruolo preferito? «Prediligo giocare esterno a tutta fascia, davanti a una difesa a tre, perché mi piace avanzare con la palla, crossare ed essere coinvolto nello sviluppo della fase offensiva». Untersee spera di potersi stabilizzare un giorno, dopo quattro anni in prestito: «Fa parte del mio destino, il prestito, non mi posso lamentare: a me interessa soltanto migliorare ogni giorno per dimostrare il mio valore. Sono di proprietà della Juventus, ma sinceramente non ci penso più di tanto: nei miei pensieri adesso c’è l’Empoli. La Juve, però, la seguo sempre, sia in serie A e sia in Champions». A un futuro alla Juventus ci crede ancora? «Nel calcio tutto cambia in fretta e programmare è difficilissimo, per cui diciamo che non ci penso». Il momento più complicato in questi 3 anni e mezzo in prestito? «Ai tempi del Vaduz ho vissuto un periodo difficile, mi infortunavo sempre. Non ho mollato e soprattutto l’idea di smettere e buttare al vento tutti i sacrifici fatti non mi è mai nemmeno passata per la testa».