Buon compleanno a… Merih Demiral - Calcio News 24
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2023

Buon compleanno a… Merih Demiral

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Oggi Merih Demiral, difensore dell’Atalanta, compie 25 anni. Ecco la storia più vecchia e più recente del giocatore turco

Oggi Merih Demiral compie 25 anni. Ieri in Atalanta-Udinese ha giocato una partita discreta, anche se lo 0-0 ha lasciato l’amaro in bocca ai bergamaschi (ma meno ai difensori, che sono stati attenti). Nell’ultimo periodo è balzato agli onori della cronaca meno per il merito delle sue prestazioni e più per una meritoria iniziativa a sostegno della popolazione della sua Turchia martoriata da un devastante terremoto.

Quando si parla di lui, generalmente il ventaglio delle opinioni è pressappoco questo. I più benevoli nei suoi confronti lo ritengono uno di quegli elementi imprescindibili nel calcio moderno per struttura fisica e determinazione. Una specie di Robocop che da una robustezza al reparto, lo rende granitico, lo cementa fino a produrre automaticamente il soprannome che tanti difensori con le sue caratteristiche ricevono, magari senza mai avere ascoltato l’omonimo album dei Pink Floyd.

Altri invece pensano che Demiral sia in realtà un giocatore che non abbia mantenuto le premesse. Uno di quelli che è impossibile non notare ma che rimane condizionato da un’approssimazione tecnica che gli ha impedito di fare il salto di qualità. A riprova, si citano due momenti del suo percorso: non essere riuscito a restare alla Juventus, dove si è anche pensato che uno come lui avrebbe potuto raccogliere l’eredità di Giorgio Chiellini; non essere approdato in Premier League, com’è successo invece a un atalantino-juventino (definiamolo così) come Romero, meno appariscente ma provvisto di una determinazione agonistica per la quale ha convinto il Tottenham e Fabio Paratici a portarselo a Londra.

Ma qual è stato davvero il percorso italiano dei 4 anni e mezzo del centrale turco? Ci sono stati momenti alti non mantenuti nel tempo? Oppure è tutto molto più complicato, prescindendo per quanto si possa da discorsi di plusvalenze, e in fondo la sua “colpa” è solo non essere riuscito ad emergere dentro una forte concorrenza? Senza peraltro soccombere: Demiral è pronto a dire la sua, in una stagione ancora molto stimolante per l’Atalanta.

Ripartiamo dal primo capitolo, quello che a gennaio del 2019 lo vede fare il suo esordio in Serie A con il Sassuolo. Quando a Reggio Emilia arriva la Sampdoria e infila 5 gol, c’è chi alza il sopracciglio e inizia a dubitare delle sue capacità di contenimento. Due partite dopo si riscatta con il Chievo segnando addirittura una doppietta. Che non è propriamente quello che si usa dire un evento normale per un centrale di difesa.

Dopo i pochi mesi d’ambientamento, a Torino pensano che Merih sia già pronto per la Juventus di Maurizio Sarri. É normale che il nuovo allenatore inizialmente decida di non avventurarsi con i giovani e punti sulla vecchia guardia, ancor più in un Chiellini che alla prima giornata di campionato va in gol firmando la vittoria di Parma. Solo che in quella settimana il capitano va incontro alla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Si aprono degli spazi per Demiral, che dopo un iniziale difficoltà, convince sia in Champions che in campionato. Fino alla serata di Roma-Juventus, dove c’è il bello e il suo contrario: primo gol con la nuova squadra e infortunio che gli pregiudica la stagione: distorsione del ginocchio sinistro e lesione del legamento crociato anteriore, con associata lesione meniscale.

Totale del 2019-20: 8 partite in campo. L’anno dopo sono 15, in un’altra Juve, guidata da Andrea Pirlo. Non fa male, non fa neanche benissimo. Sembra patire troppo gli avversari veloci, risponde con irruenza e paga prezzi esosi, come quando trova il rosso contro il Barcellona. Finisce allora a Bergamo, dove diventa un punto fermo della banda Gasp. E proprio contro la sua ex squadra si esalta, coerentemente con il resto della stagione: chiedere a Vlahovic per conferma, nella gara di ritorno gli toglie sistematicamente tempo e spazio. Strada in discesa e quindi stagione in corso con ulteriore crescita? Sì, nel merito delle prestazioni ha sofferto solo con Osimhen, in buona compagnia di tanti colleghi. No, nel numero di gare, qualche problemino fisico e alcune panchine lasciano il sospetto che non sia proprio un imprescindibile come forse a questo punto avrebbe potuto già essere.