2013
Spagna bestia nera ma lItalia sarà tra le squadre da battere
Nella semifinale della Confederations Cup 2013 passa la Spagna ai rigori: lItalia perde ma può lavorare con fiducia verso Brasile 2014
Vince la Spagna. Ai calci di rigore, ancora una beffa contro gli iberici dagli undici metri dopo quella che costò l’eliminazione dall’Europeo del 2008. Una bestia nera, oramai alla pari di quel che rappresenta la nazionale italiana per la Germania o quel che la Francia simboleggiava per l’Italia prima della grande vendetta nella finale del Mondiale 2006.
LA PARTITA: HA FUNZIONATO L’AGGIUSTAMENTO DI PRANDELLI – Vince la Spagna ma senza meritarlo sul piano della prestazione: un’Italia in sofferenza sul piano del peso offensivo a causa dell’infortunio di Balotelli – e della concomitante esclusione di Osvaldo per la mancata aderenza al codice etico imposto dal tecnico di Orzinuovi, nonché dei lunghissimi tempi di recupero che deve scontare Giuseppe Rossi – viene rimodulata da Cesare Prandelli in termini di equilibrio. Il passaggio, o meglio il ritorno, alla difesa a tre ha funzionato alla grande: Spagna quasi mai pericolosa e limitata proprio sul piano di gioco che le è più consono, ossia palleggio ed accelerazioni improvvise. La linea difensiva a tre ha retto l’urto degli attaccanti, il centrocampo folto ha spezzato la trama spagnola giocandosela alla pari sul piano della rete di passaggi.
L’ITALIA NON SI E’ LIMITATA A CONTENERE – Ma non è tutto: la squadra di Prandelli non si è affatto fermata a distruggere l’idea di gioco avversaria e il passaggio alla difesa a tre si è rivelato oltremodo redditizio anche in termini propositivi. Le ali, più libere in fase di copertura, hanno aggredito i diretti avversari: la catena di destra Maggio-Candreva si è rivelata decisamente strepitosa, sull’altro versante Giaccherini e Marchisio hanno più volte creato superiorità numerica e di conseguenza nitide occasioni da gol. Nell’arco dei novanta minuti l’Italia avrebbe meritato senza ombra di dubbio il risultato pieno, l’enorme dispendio di energie è costato qualcosa in termini di brillantezza nell’overtime ma nel complesso della gara la Spagna ha creato meno rispetto all’Italia spuntandola nella lotteria dei calci di rigore. Dove l’elevatissima qualità delle due squadre fa sì che il primo errore sia pagato a caro prezzo.
UN PUNTO DI PARTENZA – Vince ancora la Spagna e vince ai rigori, per l’Italia è una sconfitta perché non può rappresentare una vittoria tenere testa ad una squadra avversaria: troppo ridimensionante per chi ha vinto quattro volte il Campionato del Mondo. La sfida di Fortaleza però va interpretata come un punto di partenza e non può essere commesso l’errore di buttare via tutto: è vero, in questa Confederations Cup l’equilibrio complessivo della squadra è apparso meno solido rispetto al recente passato, ma il passaggio alla difesa a tre – unito a quello storico valore aggiunto che l’Italia è in grado di generare quando la partita “conta” – ha riordinato il tutto. Puntando di base sui difensori della Juventus è chiaro come, qualora Conte dovesse incentrare ancora il suo progetto tattico sulla linea difensiva a tre, sia opportuno proseguire in tale direzione. Ne beneficiano anche il centrocampo e gli esterni e non va dimenticato che, sulla strada che porta a Brasile 2014, vanno aggiunti nel motore interpreti quali Balotelli e Verratti in primis, poi Osvaldo, Rossi, Florenzi e tanti potenziali profili che con una stagione al di sopra delle aspettative potrebbero entrare nelle grazie di Prandelli. Che ha tanti motivi per essere ottimista, e con lui tutti noi.