2013
Bayern Monaco, Heynckes: «Champions? Vinciamo noi»
CHAMPIONS LEAGUE BAYERN MONACO HEYNCKES – Traspare ottimismo dalle parole di Jupp Heynckes in vista della finale di Champions League contro il Borussia Dortmund. Un derby tutto tedesco che l’allenatore del Bayern Monaco vuole assolutamente aggiudicarsi: «Sono ottimista, non mi chiedo cosa succederà se perdo: ho fiducia, porteremo a casa questa Champions. Come si prepara una partita del genere? Ripassando tutto ciò che sembra facile: angoli, punizioni, sguardi, gesti. Il fattore tecnico conta, ma quello umano è più importante: i giocatori hanno la sensazione dell’evento. Sentono la partita, li vedi elettrici. Vanno gestiti in questi particolari. Non ci saranno sorprese tattiche, ma deciderà la forma del momento, come si sopporta la tensione. Ho studiato tanto la Juve, non la conoscevo; meno il Barcellona. Del Borussia sappiamo tutto. Finale? Abbiamo lavorato per questo: ho modificato la preparazione atletica, sistemato alcuni dettagli difensivi. Tornare in finale dopo la batosta del 2012 ha un solo significato: gruppo straordinario, unico. Per questo mi dà fiducia. Ho grande rispetto per il Borussia, però non ho mai allenato una squadra così stabile, determinata, focalizzata solo sulla vittoria e che se ne infischia della pressione. È incredibile quanto hanno ottenuto con merito in questo biennio. Però anche contro di noi non è facile giocare, vedi come sono state sistemate Juve e Barcellona», ha dichiarato Heynckes ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per la rubrica ExtraTime.
L’allenatore tedesco ha poi parlato di Götze e del suo futuro: «Non sarà semplice per un ragazzo che sarà al Bayern da luglio sostenere questo peso. Però la Champions è il massimo per un giocatore e che farà di tutto per vincerla. È un dipendente del Borussia e potrebbe andarsene lasciando un buon ricordo. Futuro? Confermo che non allenerò più in Bundesliga e ho avuto un regalo dal destino dato che la mia ultima panchina è stata a Moenchengladbach, dove sono nato e ho lavorato per 23 anni. Sembra un film, un cerchio che si chiude. Le persone speciali sono altre: i medici, i vigili del fuoco, gli infermieri negli ospizi, i nostri soldati in Afghanistan. Sono su l’età per avventurarmi in gite all’estero, ma deciderò in giugno».