Metti una sera a San Siro... - Calcio News 24
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2012

Metti una sera a San Siro…

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Finalmente è finita. I dieci giorni più lunghi dell’era-Prandelli si sono conclusi con una doppia vittoria, con due 3-1 su Armenia e Danimarca che servono agli azzurri per scavare un solco più evidente tra sè e le sue inseguitrici e con il posto tra le trentadue elette che andranno in Brasile che si avvicina sempre di più. E come sempre, non esiste un ritiro della Nazionale italiana senza un pò di pepe (non inteso come Simone, a lui si augura che torni presto in campo), dettato dalle polemiche, dalle malignità e dalle parole fuori posto. Per fortuna, ci ha pensato il congedo davanti al pubblico di Milan a mettere tutto (o quasi) da parte.

Metti, dunque, una sera a San Siro, con l’Italia che ritrova la Danimarca otto anni dopo i fattacci dell’Europeo 2004: lo sputo di Totti a Poulsen, le tre giornate di squalifica per il Pupone e la vendetta servita dai ‘rossi’ una settimana dopo, con la torta in salsa scandinava cucinata con amore e dedizione assieme ai vicini di casa svedesi, che in tandem ci sbattono fuori dalla competizione.
Metti un cambio in porta, con il tanto discusso Buffon tenuto fuori causa da un altrettanto discusso infortunio muscolare e il mite De Sanctis che trova la maglia da titolare che più ha aspettato in tutta la sua carriera: nessuno si è accorto della differenza, e quasi nessuno ha più pensato ai sospetti sul forfait dato dal numero 1 della Juventus in vista della gara col Napoli, i cui pali saranno difesi dall’amico-rivale Morgan.
Metti un gol di Montolivo dalla distanza, con il milanista che ritrova il sorriso e ripensa all’altro gol realizzato nel giro di pochi giorni, quello fantastico che gli è stato annullato, giustamente o meno, nel derby: il centrocampista di Caravaggio finalmente si sblocca, e oltre a Prandelli avrà sicuramente esultato anche Allegri.
Metti il raddoppio firmato da De Rossi, uno dei giocatori più attesi in questo doppio impegno colorato d’azzurro, dopo le accuse di scarso impegno spifferate ai quattro venti da Zeman, che però non possono certo essere zittite da due gol, entrambi di testa, fatti con un’altra maglia: se il boemo avrà parlato così ci sarà un motivo, visto che chi segue Capitan Futuro in allenamento è lui, e non chi ha rinfacciato tutto al mister giallorosso già dopo la rete in Armenia.
Metti, a proposito di Roma e di gente accusata di non sudare più di tanto in allenamento, l’espulsione sciocca e senza senso di quell’Osvaldo, incensato come l’attaccante più forte d’Italia, ma del cui carattere a dir poco spiritato ci si è dimenticato con un pò troppa leggerezza.
Metti, infine, il capolavoro che conduce gli azzurri sul 3-1 e che porta due firme d’autore, che più d’autore non si può: la prima pennellata la dà il genio di Brescia, quell’Andrea Pirlo che in Nazionale, secondo qualcuno, non sarebbe più dovuto andare; il secondo è più un colpo da biliardo che uno col pennello, e serve a Mario Balotelli, un altro di quei giocatori che non passano inosservati, per fare pace, in un colpo solo, con lo stadio di San Siro e con il calcio italiano.

Tutta una serie di elementi che porta a pensare bene, che scaccia le polemiche, che zittisce i critici e via discutendo: l’Italia c’è, Prandelli ha rispolverato con successo il tanto amato 4-3-1-2 e può disporre di tante frecce al proprio arco. Forse troppe, visto che un giocatore come Verratti, sicuramente formidabile ma chiuso da almeno quattro giocatori in mezzo al campo, poteva essere concesso all’Under21 per il doppio e delicato confronto con i pari età svedesi (a proposito di Scandinavia e vicini di casa). Un’Italia che si godrà qualche settimana da prima della classe nel proprio raggruppamento, uno dei pochi primati che possiamo ancora vantare a 360° e che va portato in maniera salda fino all’estate del 2014, quando le polemiche e i sospetti dovranno lasciare spazio solo al colore e ai suoni del Brasile, oltre che al calcio giocato. Una volta tanto.