2015
Storie di difesa: Chiellini rincorre i grandi italiani
Rubrica 10 e lode: il protagonista odierno è Giorgio Chiellini, difensore di Juventus ed Italia
Una grande storia di difesa. Tutta italiana, sì, quella con cui la Juventus di Massimiliano Allegri si è garantita il tanto agognato accesso alle semifinali di Champions League: avevamo già messo in luce in un precedente editoriale come fosse proprio la difesa bianconera quella meno battuta d’Europa sommando le risultanze di campionato e coppa dalle grandi orecchie. Ed è grazie a questo inestimabile fattore che l’obiettivo è rimasto in vita anche al Louis II nel Principato di Monaco.
STILE ITALIANO – E’ il nostro modus vivendi: storico, lampante, inequivocabile. Dall’edificazione di una impenetrabile linea difensiva sono arrivati tanti degli indimenticabili successi italiani: il miracolo dell’Italia di Marcello Lippi nello scenario di Germania 2006, un Mondiale essenzialmente conquistato grazie ad una linea Maginot in grado di subire due soli gol – per di più uno da autorete e l’altro su calcio di rigore del genio Zizou – nell’arco dell’intera competizione. Ed il rivoluzionario Milan di Sacchi lo ricordate? Galli, Tassotti, Baresi, Costacurta e Maldini. Tutti italiani: due Champions League consecutive (’88-’89 e ’89-’90) e la sacrosanta iscrizione nella storia tra le squadre più forti mai esistite. Dalle nostre parti si gioca così, poche storie: chi si adegua vince – vedi Mourinho e lo storico Triplete della sua Inter – mentre chi percorre strade alternative rischia concretamente di scivolare.
LA JUVENTUS DI ALLEGRI – Ad ognuno il suo: calcio italiano depositario del modello difensivo, del raggiungimento dei risultati tramite sacrificio e sofferenza in ogni singola gara di livello, agli altri i brevetti dei vari futebol bailado (Brasile) o tiqui-taca (Spagna). Non torneremo sul riscontro statistico – rintracciabile nel precedente editoriale a cui si è fatto riferimento – ma è sacrosanto ricordare come l’ottimo Allegri abbia potuto fondare le fortune della Juventus e dunque scegliere un determinato tipo di approccio perché forte e convinto di poter contare su difensori di assoluto livello. Il regista difensivo Leonardo Bonucci ed il marcatore e tuttofare Giorgio Chiellini quando si gioca con due centrali, l’aggiunta del preziosissimo ed ora perfettamente arruolabile Andrea Barzagli quando la scelta è quella di schierare una difesa a tre. Il tutto a protezione di un portiere per cui scorrono gli anni soltanto sulla carta: la garanzia Buffon passa dalla sua inattaccabile leadership.
CHIELLINI, BERSAGLIATO E INDISPENSABILE – Si esaltano spesso e giustamente le abilità in fase di impostazione di Bonucci e la sua crescita costante, l’affidabilità di Barzagli: Chiellini, anche per via di una forte personalità che alle volte non va a genio agli avversari, appare universalmente meno riconosciuto. Eppure il tappabuchi di questa impenetrabile Juventus è proprio lui: strepitoso per caratteristiche fisiche ed atletiche, ha nel suo bagaglio quella capacità di recupero, di tackle e di intervento da ultimo uomo che i suoi colleghi onestamente non possono vantare. Viene da domandarsi cosa accadrebbe se non ci fosse lui con tutta la sua indispensabile sostanza: gli altri magari sono più belli del buon Giorgio, non sempre pulito in disimpegno e più evidente nei pochi errori della sua carriera, ma provate a toglierlo da lì. Un leone in campo, una persona particolarmente garbata fuori come dimostra la cordialità – merce sempre più rara – con cui si presta ai giornalisti nel post-partita. Non sarà Baresi o Maldini né Cannavaro o Nesta ma è Giorgio Chiellini e stando ai risultati degli ultimi anni merita a pieno titolo di essere iscritto nella secolare storia dei nostri difensori. Una grande affermazione in nazionale – di cui ha sete l’intero movimento calcistico italiano – ed il partito dei contrari perderebbe ulteriori colpi.