Buon compleanno a… Emiliano Viviano - Calcio News 24
Connettiti con noi

Brescia News

Buon compleanno a… Emiliano Viviano

Pubblicato

su

Viviano

38 anni per Emiliano Viviano: una carriera lunga 20 anni e quattro squadre nel cuore: Brescia, Karagumruk, Fiorentina e Sampdoria

Oggi Emiliano Viviano compie 38 anni. E come tantissimi interpreti nel suo ruolo, lo fa stando ancora tra i pali della porta, incurante del tempo che passa. Che per lui, calcisticamente parlando, significa la ventesima stagione a buoni livelli, in un percorso denso di tappe significative e con non pochi cambi di squadra. Partito dal Cesena, ha messo in fila i seguenti club: Brescia, Bologna, Inter, Palermo, Fiorentina, Arsenal, Sampdoria, Sporting Lisbona, Spal, Fatih Karagumruk e, adesso, Ascoli, per un ritorno in Serie B, categoria dalla quale aveva preso le mosse.

Tanta Italia; un po’ di Inghilterra, Portogallo e Turchia; una spruzzata di azzurro Nazionale con Cesare Prandelli Commissario Tecnico; periodi da titolarissimo e momenti di emarginazione (in Premier League c’è stato, ma non ha fatto neanche un’apparizione); un totale di oltre 500 partite, che non è poco per chi si trova a fare e disfare le valigie, finendo con l’essere costretto per forza di cose a mettersi in discussione, per propria e/o altrui volontà. Insomma, è il ritratto di uno che non ha mai mollato, dimostrando grande forza di carattere e disponibilità a provare nuove avventure quando sembrava che non ci fossero più squadre interessate al suo contributo.

Quali sono i club del cuore, quelli ai quali è più legato e per quali ragioni? La squadra nella quale ha accumulato il maggior numero di presenze è il Brescia, 4 campionati in cadetteria nelle prime fasi della carriera. Dopo l’esperienza negativa in Portogallo, confessò a Libero di aspettarsi una chiamata e, cosa ancora più forte, di avere un desiderio di stabilità: «So di poter dare una mano, magari come secondo. Parlerò col mio agente e vedremo. Il mio desiderio è chiudere la carriera a Brescia. Cellino è il presidente che capisce più di calcio in Italia». Non accadde nulla, Emiliano non è del resto mai tornato dove ha trascorso un periodo, ma il rapporto con il passato non si incrina certo perché non si riescono più a scrivere pagine supplementari.

Altro amore forte, da tifoso viscerale che ha frequentato la Curva perfino quando era professionista, è quello con la Fiorentina. Sua figlia si chiama Viola, lui è nato a Fiesole, non ha mai nascosto quanto sia profondo l’attaccamento tanto da dichiarare apertamente: «Morirò da tifoso della Fiorentina». Vi ha giocato nel 2012-13 e si ricordano almeno 3 prestazioni degne di nota: a Parma, dove para un rigore (la sua specialità, è stato indubitabilmente uno dei migliori in Europa) e sfodera su Amauri un intervento di enorme difficoltà; contro l’Inter a San Siro, dove dice no a Milito e si merita il 7 in pagella con tanto di definizione «Monumentale»; all’Olimpico con la Lazio, dove riscatta i passaggi a vuoto contro la Roma nello stesso stadio e fornisce un contributo decisivo per tornare a Firenze con i 3 punti.

Quand’era in Turchia, un tifoso gli ha scritto insinuando che in qualche maniera lui avesse lanciato una maledizione, ritenendo che dopo di lui non ci fossero più stati numeri 1 all’altezza. Viviano smentì assolutamente, chiarendo il rapporto con il club «Dai non è così… E poi non sono stato trattato male, ho avuto ed ho tutt’ora un ottimo rapporto con la società. Scelte diverse magari, qualche divergenza ma sempre senza rancore. E qualche buon portiere c’è stato invece!».

Infine, c’è la Sampdoria. Amore tatuato letteralmente, ai tempi in cui giocava nello Sporting (o meglio, non scendeva in campo), non nascose la nostalgia per il club e la città: «Mi mancano tante cose, ho passato quattro anni bellissimi a Genova con la maglia della Sampdoria, sia in città sia in squadra. Purtroppo, però, sono state fatte delle scelte e sono state percorse strade diverse. Sono dispiaciuto del mio addio alla Samp, ma tutti sanno che non era mia intenzione lasciare la società. Con il presidente Massimo Ferrero e i dirigenti blucerchiati sono rimasto in buoni rapporti, ci sentiamo ancora, ma bisogna accettare le scelte fatte».