Buon compleanno a… Simone Scuffet
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Buon compleanno a… Simone Scuffet

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Simone Scuffet

Compie 27 anni Simone Scuffet, ex prodigio della porta dell’Udinese che non ha poi mantenuto le promesse e ora è in Romania

Oggi Simone Scuffet compie 27 anni. É più che probabile che la notizia vi disorienti. Non tanto perché avete perso le coordinate temporali: che il ragazzo fosse un talento da giovanissimo – per meglio dire: da minorenne – vi è certamente chiaro se amate il gioco del calcio in tutte le sue sfaccettature, a maggior ragione quelle che riguardano nuovi possibili campioni. Semmai, è del tutto normale che abbiate perso la bussola e non vi troviate più nello spazio. Formulando, così, una domanda del tutto legittima, visto che è da un po’ di tempo che non lo vedete più e facilmente non ne sentite neanche più parlare: ma dov’è mai è finito quel portiere di cui si parlava un gran bene? Uno che era riuscito immediatamente a irrobustire l’orgoglio per la nostra tradizione nel ruolo dell’estremo difensore e che era andato a ingrossare la schiera degli annunciati eredi di Gianluigi Buffon, con nomi quali Bardi, Perin, Leali, Cragno, belle speranze meritevoli di attenzione, fino a quando non è arrivato Gigio a incarnare il post-Gigi e si è finito a parlare solo più di Donnarumma. «È un ragazzo giovane che sicuramente farà una grande carriera», disse di Scuffet il portiere della Juventus. Rapito come tutti dai primi interventi di Simone nel calcio che conta, riflettendo sul parallelismo con quel suo debutto di due decenni prima in un Parma-Milan, dove disse no agli assalti di Roberto Baggio e George Weah: «Esordire in Serie A a quell’età non è facile, come so bene, e penso che una dote indispensabile in questo caso sia la sicurezza in se stesso, cosa che mi pare abbia dimostrato».

A proposito di geografia e di strana giri con la macchina del tempo, forse neanche i geniali sceneggiatori di Ritorno al futuro potevano immaginare che oggi, 2023, Buffon si ritrovasse nuovamente in Emilia, a riannodare un filo che non intende spezzare, quasi a voler disegnare la carriera professionistica di maggiore durata nello storia dello sport. Invece, il portierino dell’Udinese è cresciuto d’età e d’esperienza ma vive in Romania, in un campionato oggettivamente minore, che nessuno poteva prevedere quando si permise di dire no all’Atletico Madrid che lo voleva, sentendosi ancora troppo acerbo per un salto così grande.

Un pezzo d’Italia lo ha nuovamente incontrato quest’anno, quando in Conference League il suo Cluj ha battuto la Lazio e lui si è messo in grande evidenza, meritando nuovamente qualche titolo importante che da un po’ non si vedeva più.

In un percorso come il suo, con tanti momenti nei quali potevi spiccare il volo e stabilire un’affermazione definitiva ed altri, invece, nel quale sei anche precipitato, diventa normale che chi ti sta attorno, a partire dai media, ti ricordi abbastanza di frequente le occasioni perdute. Succede a tutti coloro che hanno creato grandi aspettative, bisogna essere forti a rispondere a queste sollecitazioni in due modi: non pensarci troppo, altrimenti finisci di sentirti un ex quando invece sei nel pieno della tua carriera; credere che un’occasione sia sempre dietro l’angolo, anche quando oggettivamente sei ai margini. Dopo quel fantastico approccio con l’Udinese, Simone è finito anche in Serie B – Como e Spezia -, ha avuto un’esperienza in Turchia e Cipro, è tornato in Friuli a più riprese. L’ultima volta, due stagioni fa, a fare da riserva di Juan Musso. Ha giocata una sola gara di campionato, prevista in anticipo data la squalifica del titolare. Avversaria la Juventus, vissuta con almeno apparente serenità alla vigilia: «Facciamo questo mestiere perché ci piace, lo vogliamo: poter giocare deve essere gioia e divertimento, non stress».

Scuffet in porta; Buffon ad osservarlo dalla panchina; Udinese in vantaggio subito; interventi sicuri nel primo tempo; nel finale, rigore battuto da Cristiano Ronaldo, intuito ma non annullato; infine, a un minuto dal novantesimo, un colpo di testa del portoghese a regalare la vittoria ai suoi e Simone tutt’altro che irreprensibile. Oggi sarebbe in Romania, se gli fosse riuscito il miracolo di fermare CR7?