2012
Calciomercato, il pagellone delle big ad un mese dal gong: insufficienti Milan, Napoli e Udinese
La premessa è tanto ovvia quanto immediata: le considerazioni svolte sono di carattere assolutamente temporaneo. Manca un mese alla dead line del mercato estivo e probabilmente potremmo trovarci ad affrontare discorsi diversi. I giudizi proposti vanno all’operato delle società in data 31 luglio, con la consapevolezza che muoversi in anticipo sulle altre in tema di acquisti e cessioni e dare più tempo ai tecnici per assemblare gli organici può risultare una carta vincente a lungo termine.
JUVENTUS 8 – Già campione d’Italia e squadra da battere, si è rinforzata con criterio e qualità. In difesa Lucio è un innesto che può dare esperienza in vista della Champions, in mediana gli approdi di Isla ed Asamoah sono un fiore all’occhiello: classe ’88, calciatori che per caratteristiche possono integrarsi alla perfezione negli equilibri tattici di Conte. Interessante l’acquisto del giovane Pogba, apprezzabile la scelta di riportare a casa quel Sebastian Giovinco che ha brillato nell’ultima stagione a Parma.
Cosa manca: la vicenda calcio scommesse potrebbe privare la Juventus di Leonardo Bonucci: se l’eventuale squalifica del difensore risultasse lunga, ed in concomitanza con l’infortunio del jolly Caceres, la società pare intenzionata a ricorrere al mercato. Bruno Alves o Bocchetti potrebbero essere i profili giusti. Sul top player già è stato detto tutto è di più: la dirigenza però cerca un colpo che possa essere tale anche sotto il profilo dell’investimento e del rapporto qualità/prezzo.
MILAN 5 – Due le questioni alla base del giudizio negativo: la cessione di Thiago Silva e la debolezza del mercato in entrata. Se la partenza di Ibrahimovic è ampiamente spiegabile da motivi d’età e dall’opportunità di sostituirlo con un attaccante di valore più o meno simile, non è altrettanto possibile per il brasiliano, miglior centrale al mondo ed elemento unico. C’è da attendere per l’eventuale reinvestimento del budget, ma finora gli innesti di Acerbi, Montolivo e Traorè non possono scaldare una piazza delusa.
Cosa manca: Difensori e centrocampisti. La coppia d’oro T.Silva-Nesta è approdata su lidi diversi ed almeno un centrale di spessore internazionale è richiesto; oltre ad un laterale sinistro solido e di spinta. In mediana c’è bisogno di un centrocampista dinamico che manca da tempo e vada a formare con Boateng un reparto di tutto rispetto: un profilo alla Hamsik per intenderci, quel tuttofare tanto inseguito un anno fa e per fortuna del Napoli confermato all’ombra del Vesuvio.
UDINESE 5 – La politica adottata dai Pozzo è ai limiti della perfezione se la squadra non fosse impegnata nella massima competizione europea. Il must in casa Udinese è il processo scoperta talento – acquisto – valorizzazione – cessione con plusvalenza: uno schema adottato in modo eccellente dai dirigenti friulani, forti di un sistema di scouting tra i più apprezzati a livello mondiale. Ma l’ennesimo smantellamento – Handanovic, Isla, Asamoah, Cuadrado, Torje, Floro Flores – lascia perplessi sulle chance del club di affermarsi in Champions: con buona pace del ranking italiano.
Cosa manca: La qualità per affermarsi nei palcoscenici che ha meritatamente conquistato. Con una Champions da affrontare – e dopo la delusione dell’eliminazione al turno preliminare nella passata stagione – fossimo nella famiglia Pozzo avremmo rimandato di un anno le cessioni.
LAZIO 6 – La conferma del buon impianto dell’ultima stagione è una pietra importante sul quale costruire il futuro. L’acquisto di Ederson può dare esperienza europea e dinamismo al centrocampo, il rientro di Zarate riconsegnare al calcio italiano un attaccante che fu in grado di impressionare la platea nella sua prima stagione italiana, salvo poi perdere le coordinate.
Cosa manca: la Lazio ha cambiato guida tecnica e Reja – con tutti i suoi limiti – è uno specialista della fase difensiva. Il neoarrivo Petkovic è un allenatore più propenso alla fase offensiva, ragion per cui non sarebbe un errore rinforzare il pacchetto arretrato con un centrale di valore che possa far coppia con Dias e magari con un esterno destro basso.
NAPOLI 5.5 – I 27.5 milioni provenienti dal tesoretto Champions/diritti tv della passata stagione sommati ai 30 incassati dalla cessione di Lavezzi al Psg fanno quota 57.5 milioni: un budget di massimo rispetto per rinforzare la squadra e seguire con i fatti quel percorso di crescita nel tempo da sempre professato dalla proprietà. Ad oggi, con il riscatto di Pandev ed il rientro di Insigne alla base, gli acquisti sono due: Gamberini e Behrami. Non si vuole investire in attacco, ok, fiducia a chi c’è: ma i rinforzi in difesa dove sono? Volendo anche inserire l’acquisto di Vargas nel bilancio corrente la somma spesa – Gamberini 2, Behrami 7, Pandev 7.5, Vargas 12.5 – è pari a 29 milioni. Ne restano 28.5: saranno investiti?
Cosa manca: Innanzitutto centrali difensivi di spessore: il Napoli ha faticato enormemente in fase difensiva nell’ultima stagione, più volte a causa di errori tecnici dei singoli. Chiunque aveva pensato a rinforzi pesanti nel pacchetto arretrato, finora così non è stato. Centrocampo: un laterale sinistro alla Balzaretti in modo tale da riportare Zuniga sulla fascia di competenza come alternativa a Maggio. In attacco l’erede designato di Lavezzi è Insigne: una scelta rischiosa pensando che l’attacco attuale del Napoli è lo stesso della scorsa stagione con il promettente napoletano in luogo del nazionale argentino. Insigne merita alla grande il Napoli ed avrebbe potuto giocare le sue carte anche al cospetto di un attaccante già affermato in sostituzione del Pocho.
INTER 6 – C’è tanta curiosità per il progetto di rinnovamento adottato dalla dirigenza nerazzurra: porta in faccia, senza troppi fronzoli, a buona parte della vecchia guardia ed a giocatori non ritenuti all’altezza, e spazio a nuovi innesti. Via Julio Cesar, Viviano, Lucio, Cordoba, Stankovic, Forlan, Pandev, Pazzini e Castaignos, in attesa di novità sul fronte Maicon, tre finora gli approdi importanti: Handanovic, Silvestre e Palacio. Che si sommano al recupero di Guarin, il cui acquisto dello scorso gennaio va interpretato in chiave attuale, ed al rientro di Coutinho, giudicato inamovibile ed al centro del progetto Inter da Stramaccioni.
Cosa manca: in un progetto di tale ambizione, l’eventuale approdo del nuovo fenomeno del calcio brasiliano – quel Lucas del San Paolo inseguito da altre big europee – risulterebbe il colpo in grado di alterare gli equilibri. Moratti si sta sprecando in prima persona per l’operazione nell’obiettivo di non lasciare alcuna strada intentata. Un centrocampista moderno che abbini interdizione a qualità ed un vice-Milito completerebbero l’organico.
ROMA 7 – La politica adottata dai dirigenti giallorossi su indicazione della nuova proprietà americana è oramai palese: si punta su giovani di valore che possano risultare validi innesti nel presente e ottime pedine in prospettiva. In tale direzione è risultata poco chiara la cessione di un calciatore quale Borini che molto bene aveva fatto nella sua parentesi giallorossa, ma gli innesti testimoniano la competenza della società capitolina nell’attuazione di una politica così complessa e rischiosa: Castàn, Dodò e Piris in difesa per compensare gli errori commessi un anno fa, Balzaretti in dirittura d’arrivo, in mediana un giocatore già fatto come Bradley e la promessa Tachtsidis voluto in prima persona da Zeman per tramutarlo in un campione. La ciliegina sulla torta è Mattia Destro: cercato dai club italiani di prima fascia, il ds Walter Sabatini si è mosso con anticipo ed insistenza ed ha avuto la meglio sulla concorrenza.
Cosa manca: in retroguardia un laterale sinistro in primis qualora Dodò dovesse riscontrare problemi nel recupero fisico dal lungo infortunio. La Roma tratta infatti con convinzione l’esterno della nazionale Federico Balzaretti: manca l’ufficialità per sancire il colpo. La coppia centrale Burdisso-Castàn può garantire quell’affidabilità venuta meno nella scorsa stagione a causa di alcune scelte sbagliate: considerando la particolare condizione vissuta dalle linee difensive zemaniane, un ulteriore approdo di un centrale navigato e di spessore accrescerebbe le possibilità di immediata riuscita. Ok centrocampo ed attacco: titolari ed alternative di qualità.