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Quando la carta d’identità mente: i grandi sospetti del calcio italiano

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Kessie e Minala non sono i primi sui quali sono aleggiati sospetti riguardo ad una loro età errata sui documenti di identità. Ecco gli esempi più celebri del calcio italiano

Le storie sull’immortalità degli esseri umani esistono sin dall’alba dei tempi, per lo meno dall’epoca del dominio Babilonese sul mondo, periodo a cui risale il primo vero poema epico della storia della letteratura: l’ Epopea di Gilgamesh, nella quale il re di Uruk affronta insormontabili peripezie alla ricerca dell’erba dell’immortalità. Nel calcio, ed in particolare in Italia, il metodo è stato molto meno invasivo: intervenire con un semplice ritocco sulla carta d’identità. L’ultimo sospetto arriva dalla Costa d’Avorio e riguarda Franck Kessie subito dopo l’annuncio di non aver passato la prima tranche di visite mediche col Milan.

IN PRINCIPIO FU ABEDI’ – Ad aprire la carrellata del “ritocchino”, tornato di moda con il caso del presunto trucco anagrafico di Kessie (notizia che comunque non trova alcuna conferma ufficiale), fu Abedì Pelè: l’ex giocatore del Torino dal ’94 al ’96, Pallone d’Oro d’Africa per tre anni consecutivi, nonchè papà di Jordan ed Andre Ayew. La vicenda è tutt’oggi un mistero: nato nel 1964, inizialmente si vociferò che fosse più vecchio di due anni per poter raggiungere prima la maggiore età ed essere più appetibile sul mercato in Europa, ma in seguito si finì a parlare addirittura di una falsificazione verso il basso della sua età, con il solo scopo poter essere inserito nella distinta di un torneo giovanile.

TU LO CONOSCI ERIBERTO? – Caso senza precedenti in Italia è quello di Luciano/Eriberto, ex centrocampista dell’Inter. Approdato dal Brasile in Italia via Bologna, passa successivamente al Chievo “dei miracoli” allora allenato dal Del Neri. Nell’agosto del 2002 la confessione: Eriberto diventa Luciano ed i suoi anni da 23 diventano 27. Il tutto era stato pianificato tempo prima, quando ad un provino del Palmeiras dovette falsificare l’età. Dopo la sfortunata parentesi a Milano, Luciano torna a Verona nell’estate del 2003, dove con la sua “nuova” identità diventa una delle bandiere della storia del club scaligero: in totale collezionerà 302 presenze e 18 gol con i gialloblu.

UNA SCATENATA DOZZINA – Dodici anni in più e non sentirli; Taribo West è con buona probabilità il premio Oscar della modifica del documento d’identità. A scoprirlo e renderlo pubblico è stato di recente il presidente del Partizan che acquistò il giocatore “28enne”, per poi scoprire che di anni ne aveva ben 40! Eppure il patron del club serbo non si è mai pentito della sua scelta, date le alte performance dell’ex Inter e Milan in campo. Se ciò fosse confermato (difatti non c’è certezza su quanto affermato in Serbia), West sarebbe stato acquistato dall’Inter all’età di 35 anni e non 23! Infatti il nigeriano, da quanto si suppone, non sarebbe nato nel 1974, bensì nel 1962. A confermare i sospetti ci sarebbe il netto rifiuto del Rjeka di acquistare il giocatore qualche anno fa, dopo aver scoperto che si trattava di un uomo di mezza età e non un giocatore nel periodo di cosiddetta “maturità calcistica”. Anche l’ex medico dell’Inter ha ammesso che ebbe più di qualche dubbio sull’età reale di Taribo West quando venne acquistato da Massimo Moratti.