Italia, Mancini: «Mondiali? Facile parlare dopo. No al Portogallo»
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Italia, Mancini: «Mondiali? Facile parlare dopo. No al Portogallo»

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Roberto Mancini, commissario tecnico dell’Italia, è intervenuto nel corso del Social Football Summit di Roma

Roberto Mancini, commissario tecnico dell’Italia, è intervenuto nel corso del Social Football Summit di Roma. Le sue dichiarazioni.

MONDIALI – «È un giorno particolare, pensavamo di essere già qualificati, ma dobbiamo saper accettare il verdetto del campo anche quando è negativo. Ce la giocheremo perché delle chance le abbiamo ancora. Contro l’Irlanda del Nord non è stata una partita positiva. La cataloghiamo tra le mete più difficili quella irlandese. Ho ripensato a ieri, ma abbiamo avvisato tante situazioni simili. Ci sono momenti in cui le cose non vanno bene nonostante si dia il massimo. Continuo a essere molto fiducioso, magari questo ci potrà dare qualcosa in più per dire la nostra. Veniamo da quaranta partite con una sola sconfitta, dobbiamo pensare sempre in modo positivo. Se c’era un momento in cui le cose non dovevano andare bene meglio ora che a marzo o al Mondiale».

ENERGIE – «Credo che durante la stagione ci possono essere momenti di rilassamento. Abbiamo tanti infortunati in un momento decisivo, anche la condizione non è delle migliori. Dobbiamo trovare sempre delle soluzioni e dei giocatori giovani che possono venir buoni anche tra un anno».

GIRONE DI QUALIFICAZIONE – «Quando è stata sorteggiata la Svizzera sapevo che sarebbe stato difficile, non pensavo di fare gli spareggi, ma sicuramente che sarebbe stata tosta. Vediamo di trovare le forze e prepararci per marzo. Il girone ce lo siamo complicato da soli, abbiamo avuto due rigori con la Svizzera».

OTTIMISMO – «La squadra è ottima, non ha vinto un Europeo per caso o perché ci siamo difesi sempre. Abbiamo strameritato anche contro squadre più forti. Ci sono momenti in cui non si riesce a dare il 100%. È facile parlare dopo».

PLAYOFF – «Se noi arriviamo a marzo e siamo senza infortunati, possiamo incontrare chiunque. Se proprio vogliamo toglierne una direi Portogallo».