Italia, Tardelli: «Esonero Spalletti? Siamo al surrealismo; Abete e Tavecchio si erano dimessi, Gravina...»
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Italia, Tardelli: «Esonero Spalletti? Siamo al surrealismo; Abete e Tavecchio si erano dimessi, Gravina…»

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Marco Tardelli

Le parole di Marco Tardelli, campione del mondo con l’Italia nel 1982, dopo l’esonero di Spalletti dalla panchina Azzurra

Marco Tardelli ha parlato a La Stampa dopo l’esonero di Spalletti dalla panchina dell’Italia dopo il 3-0 subito dagli Azzurri contro la Norvegia. Il centrocampista, protagonista del Mondiale del 1982, in particolare è andato all’attacco di Gravina dopo la sua decisione di non presentare le dimissioni. Di seguito le sue parole.

IL CT GIÀ ESONERATO? UN ASSURDO – «Ne ho viste tante nella mia vita, tra campo e panchina, ma questa mi mancava: siamo al puro surrealismo. Una situazione assurda che crea un altro danno alla nostra Nazionale».

IL FONDO È STATO TOCCATO? – «Sì, sperando che adesso non inizi a scavare».

UN FINALE EVITABILE? – «Non è bello vedere un ct che annuncia da solo il suo esonero, senza che nessun dirigente venga a spiegare che cosa è successo e perché si è scelto di cambiare l’allenatore. Davvero grottesco e inedito un esonero così».

ERA MEGLIO AFFIDARE LA SQUADRA A UN ALTRO CT? – «Ma come si può pensare che una squadra possa seguire un allenatore già cacciato? Io credo che questi dirigenti non capiscano di calcio, non sanno che cosa è uno spogliatoio e come si deve gestire un gruppo. Piuttosto era meglio affidare la Nazionale a un ct delle Under».

LE COLPE DI SPALLETTI? – «Ha fatto errori e si vede che non c’era empatia con i giocatori, ma se la colpa è di Spalletti allora è anche di chi l’ha scelto. Per questo devono pagare tutti e mettere veri uomini di calcio».

DOPO OSLO COSA DOVEVA FARE SPALLETTI? – «Quando Gravina l’ha incontrato gli avrà chiesto di dimettersi, lui doveva rispondere con un semplice “Tu ti dimetti?”. Non è possibile che i ct vanno e vengono, mentre nessun dirigente si prende mai una responsabilità».

CICLO FINITO AGLI EUROPEI? – «Può essere, ma allora si doveva intervenire subito a tutti i livelli. Come è successo nel passato».

GLI ESEMPI DEL PASSATO? – «Prandelli si dimise in Brasile, come Abete. Tavecchio si dimise dopo la Svezia, Ventura pure. Gravina invece no: se mandi via il ct, allora devi andare via anche tu che l’hai scelto».

FIGURACCE COME FIGURINE? – «Una volta i tifosi collezionavano le figurine Panini, ora si stanno abituando alle figuracce».

3-0 DI OSLO? – «Si sapeva che l’Italia era in difficoltà, ma una débâcle così è difficile da giustificare. La Norvegia è forte, ma non giocare la partita non è pensabile».

DA DOVE RIPARTIRE? – «Intanto facendosi una domanda: nessuno si è accorto che il calcio italiano è da rifondare?».

PRIMA COSA DA FARE? – «Non è cambiando il ct che si risolvono i problemi. Bisogna ricostruire un’anima. I giocatori devono sentire di appartenere alla maglia azzurra: ora non hanno né conoscenza né voglia di vincere per l’Italia».

BUFFON PUÒ RIACCENDERE IL SENSO D’APPARTENENZA? – «Ha tutte le qualità e sa cosa significa giocare per la Nazionale. Ma serve un reset mentale: i giocatori devono cambiare testa. E conoscere la storia, perché se non conosci il passato non puoi capire il futuro».

POCA SCELTA TRA GLI AZZURRABILI? – «Certo, ma prima bisogna risolvere il senso di appartenenza: sento che non c’è voglia di indossare la maglia azzurra. E questo mi fa arrabbiare, oltre a preoccuparmi».

CASO ACERBI? – «In Nazionale non si sono fatti mancare nulla. Il caso Acerbi si poteva gestire diversamente: dimostra che sta venendo a mancare l’amore per la maglia azzurra. Non è un sacrificio andare a Coverciano, è un onore».

SE SI FALLISCE IL MONDIALE? – «Cancellare tutto e ripartire dai giovani. Ci vorrà tempo prima che un “Venturino” diventi campione, ma ripartirei da loro».

BASTA CAMBIARE CT? – «Il problema non è l’allenatore, anche se Ranieri darebbe tranquillità e aiuterebbe. Il problema è strutturale».

CT IDEALE? – «Ancelotti, ma il Brasile l’ha capito prima di noi».

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