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Juve, Allegri a ruota libera: prima punzecchia Conte, poi Sarri

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Juve: Allegri si sbottona su Sky Sport e parla anche di Conte e Sarri. Nel mirino le vittorie bianconere prima del 2014 e il gioco del Napoli

Max Allegri ha svestito, per una sera, i panni dell’allenatore della grande squadra. Per indossare quelli più comodi di un normale intervistato, che ragiona e mente fredda e offre spunti di riflessione interessanti. Il tecnico della Juve, ospite del giornalista Paolo Condò a Sky Sport, ha affrontato numerosi argomenti: dal cammino in Champions League, fino alle vittorie ottenute in Italia, passando per l’esperienza al Milan e al rapporto speciale che lo lega a Giovanni Galeone, suo mentore ai tempi del Pescara. Ma Allegri non si è limitato soltanto a parlare delle proprie esperienze personali, ma anche degli avversari, quelli più temuti e quelli mai troppo amati.

Prima il mirino è finito su Antonio Conte, ora al Chelsea ma suo predecessore alla Juve, e poi si è spostato su Maurizio Sarri, tecnico di un Napoli che, a detta di gran parte della critica, offre il miglior calcio d’Italia. Allegri, per una volta, ha abbandonato un po’ di diplomazia, lasciandosi andare ad alcune dichiarazioni anche molto pungenti.

Allegri: «Le vittorie di Conte alla Juve? Merito della società»

Allegri ha parlato del rapporto con Conte. Ed è tornato indietro al 2014, a quel luglio che sancì l’addio del tecnico pugliese: «Eredità pesante? Ero sereno perché credevo che quella squadra avesse tanto da dare, soprattutto in Europa. Conte fece bene ma quello fu merito di tutti a partire dalla società, difficile che un allenatore faccia tutto da solo. Ostilità? I tifosi erano giustamente legati a Conte perché lui aveva dato la possibilità di tornare a vincere ed io avevo fatto un’analisi lucida sulla squadra». Parole non proprio banali, che hanno lasciato il segno e che faranno discutere nell’ambito del paragone fra Conte e Allegri.

Punzecchiato, di fronte a Condò, anche Sarri: «Accetto e sono felice che si dica che gioca meglio. Veder giocare le sue squadre è piacevole, ma quando devi giocare con l’obbligo di vincere non sempre si può giocare bene: io dico sempre che ci sono quelle 5-6 partite che devi vincere in maniera sporca, giocando male». Come a dire: alla Juve conta solo vincere, in altre città ci si può accontentare…