L'Apache dal cuore d'oro - Calcio News 24
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2015

L’Apache dal cuore d’oro

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Il ribelle che non ha mai dimenticato il suo passato: Carlos Alberto Martínez Tévez

Ad ogni gol una dedica, o quasi. Da El Congo a Ciudad Oculta passando per Fuerte Apache e La Maciel. Nelle ultime due stagioni i tifosi della Juventus non hanno aspettato altro: partita dopo partita, gol dopo gol, quella maglia andava alzata. La gioia dei bianconeri e il ricordo di Carlos Tevez che non ha mai smesso di rendere omaggio ai quartieri poveri dell’Argentina, quelli che lo hanno cresciuto tra tante difficoltà ma che gli hanno permesso di diventare ciò che è adesso. E chi pensava allo spirito ribelle che avrebbe potuto guastare i meccanismi perfetti dello spogliatoio della Vecchia Signora è rimasto deluso. I tempi di Manchester sembrano infatti lontanissimi e l’Apache (soprannominato così per via del nome dato al quartiere nella quale è nato) ammirato in Italia fino ad oggi, non è stato altro che un ragazzo dal cuore d’oro che nonostante l’etichetta di top player che tanto va di moda in questo periodo si è messo al servizio dei bianconeri sacrificandosi per la squadra come mai aveva fatto prima. Nel pieno della maturità si è trasformato in poco tempo nel trascinatore che serviva ad una compagine alla ricerca di nuovi stimoli, e i numeri fino ad ora sono impressionanti: a chi andrà la prossima dedica?

LA CARRIERA – Carlos Alberto Martínez Tévez è nato a Ciudadela (Argentina) il 5 febbraio 1984. Cresciuto nell’All Boys, a soli 13 anni viene notato dal Boca Juniors che decide così di portarlo tra le fila delle proprie giovanili. L’esordio in prima squadra risale invece al 21 ottobre 2002 nel match disputato contro il Talleres de Córdoba. L’attaccante resta con il club di Buenos Aires fino al dicembre 2004 e nelle tre stagioni e mezzo da professionista colleziona 110 presenze e 38 reti contribuendo alla vittoria del Campionato Apertura 2003, una Coppa Libertadores, una Coppa Intercontinentale e una Copa Sudamericana vincendo, inoltre, per due volte il Pallone d’Oro Sudamericano. Nel dicembre 2004 è il Corinthians a puntare su di lui con il club brasiliano che lo acquista per circa 20 milioni di dollari. Nelle due stagioni disputate in Brasile, nella quale colleziona 76 presenze e 46 gol, l’Apache riesce a vincere un Campeonato Brasileiro e il terzo Pallone d’Oro prima di fare il definitivo salto di qualità arrivato con il passaggio in Europa. E’ il West Ham United, infatti, ad acquistarlo per circa 15 milioni di euro tra mille polemiche legate a clausole illecite presenti nel contratto. L’unico anno con la maglia degli Hammers però non è da incorniciare: schierato spesso fuori ruolo e condizionato dagli infortuni, Tevez colleziona 29 presenze e 7 reti lasciando la squadra nell’estate 2007 per passare al Manchester United che lo acquista per poco meno di 13 milioni di euro. E ai Red Devils arriva la svolta tanto attesa: 99 presenze, 34 reti, due titoli in Premier League, una Champions League, una Coppa del Mondo per Club, una Community Shield e una Coppa di Lega, il tutto in sole due stagioni. Nell’estate 2009, però, è inevitabile il suo passaggio ai rivali del City che mettono sul piatto ben 29 milioni di euro per portarlo alla corte di Hughes (sostituito poi pochi mesi dopo da Mancini). Con i Citizens, nonostante i noti problemi avuti con il tecnico di Jesi, in quattro stagioni riesce a collezionare 146 presenze timbrando il cartellino per 73 volte, mettendo in bacheca un altro titolo inglese, una Coppa d’Inghilterra e una Community Shield. Ed infine l’esperienza in bianconero. Nell’estate 2013 la Juventus decide di prelevarlo visti i rapporti ormai compromessi tra il giocatore e il Manchester City, e per 9 milioni più bonus riesce a portarlo in Italia. Fino ad ora l’Apache ha collezionato 73 presenze e 39 reti, contribuendo alla vittoria di uno Scudetto e una Supercoppa Italiana. Ma Tevez, con il contratto in scadenza nel 2016, ha ancora tanto da dire con la maglia della Vecchia Signora.

IL RITORNO DELL’APACHECarlos Tevez ha esordito in Nazionale il 30 marzo 2004 grazie alla convocazione di Marcelo Bielsa che lo chiamò a rapporto per la sfida contro l’Ecuador. Con l’Albiceleste ha collezionato in tutto 63 presenze e 13 reti vincendo l’oro olimpico ad Atene 2004. Il suo percorso con l’Argentina è stato però condizionato dalla presa di posizione del commissario tecnico Sabella che decide di non convocarlo al Mondiale 2014 nonostante l’ottima stagione dell’Apache. Ma, con l’addio del ct e l’arrivo del Tata Martino, l’attaccante è tornato ad indossare la maglia del suo Paese lo scorso 12 novembre in occasione dell’amichevole vinta contro la Croazia. E il popolo argentino spera di poter contare su di lui dopo l’amarezza dell’ultimo campionato del mondo perso in finale contro la Germania, con la speranza di veder sfoggiare altre dediche anche al di sotto della maglia a strisce bianche e celesti.