La grande idea di Blanc ed Elkann - Calcio News 24
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2009

La grande idea di Blanc ed Elkann

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La differenza tra la Juventus e il Bayern è che alla Juventus, sulla poltrona di presidente, Blanc ha preso il posto di Cobolli Gigli, mentre al Bayern Hoeness ha preso il posto di Beckenbauer. E insomma: mentre a Monaco le decisioni importanti vengono prese da uomini che una vaga idea del calcio ce l’hanno, come Hoeness, Beckenbauer e Rummenigge, a Torino nella stanza dei bottoni si siedono John Elkann, Jean Claude Blanc e Alessio Secco (e fino a ieri Giovanni Cobolli Gigli), stimabilissime persone, sia chiaro, ma completamente a digiuno di pallone, eccezion fatta per Alessio Secco che tuttavia, se non fosse scoppiata Calciopoli, sarebbe ancor’oggi il portaborse di Moggi, giovane team manager dopo lunga trafila da addetto stampa. Per capirci meglio: qual è la differenza tra avere Hoeness, Rummenigge e Beckenbauer e avere Blanc, Elkann e Secco? La differenza è che i dirigenti del Bayern, dovendo scegliere un nuovo allenatore, puntano su Louis Van Gaal, che magari sarà  anche antipatico (perchè, Capello è simpatico?) ma una certa garanzia te la dà : ha appena vinto un campionato d’Olanda con l’AZ Alkmaar “? un po’ come se da noi vincesse la Sampdoria “?, che di titoli ne ha conquistati 2 in tutta la sua storia; e nella sua carriera ha vinto 3 scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa Uefa, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale con l’Ajax, squadra tradizionalmente composta di giovani, per non parlare di due titoli in Spagna con il Barcellona, più una Coppa del Re e una Supercoppa Europea. E insomma: il calcio non è matematica e una scelta ragionata a volte può non pagare. L’inizio del Bayern, per esempio, è stato complicato e Van Gaal, anche per colpa degli infortuni a Ribery e a Robben, ha faticato molto sia in campionato che in Champions. Ma da un mese il suo lavoro sta cominciando a dare i suoi frutti: e che il Bayern sia diventata una squadra seria lo si è visto a Torino contro la Juventus, con il Bayern che sembrava Gulliver e i bianconeri i lillipuziani. Per passare il turno Van Gaal doveva vincere ma il suo Bayern ha fatto di più: ha stravinto.

Tornando a bomba. Mentre Hoeness, Rummenigge e Beckenbauer, valutate tutte le opzioni, decidono di puntare su Van Gaal, addirittura pagando una penale all’AZ Alkmaar per permettergli di liberarsi, in presenza di un contratto, i nostri amici italiani “? pardon, juventini: dimenticavamo che Jean Claude Blanc, dirigente Uno e Trino, è francese “? esplorate tutte le possibilità  decidono di mettere la Juventus nelle mani di Ciro Ferrara. Che non ha propriamente il curriculum di Van Gaal, e a dirla tutta nemmeno quello di Gasperini, o di Conte. Per l’esattezza, nella sua vita Ferrara si è seduto due volte in panchina (avete capito bene: 2), nelle ultime due partite del campionato scorso. Due partite che avrebbe vinto anche Topo Gigio, talmente nullo era il loro coefficiente di difficoltà . Nonostante questo, nonostante gli elementi per decidere che Ferrara fosse bravo – o incapace “? mancassero del tutto, il nuovo management ha annunciato che Ciro era l’uomo giusto per il dopo Ranieri e gli ha affidato i due acquisti da 50 milioni (25 a testa) della strombazzatissimo mercato di Alessio Secco, Diego e Melo. Ebbene: ieri, nel finale di Juventus-Bayern 1-4, i due campioni acquistati a peso d’oro da Werder Brema e Fiorentina erano in panchina, tolti dal campo per la disperazione, non si sa bene se più affranti o più sbigottiti. Un’istantanea che valeva una dichiarazione di fallimento.

Qual era, in realtà , la grande idea di Elkann e Blanc nel momento in cui decisero di portare Ferrara sulla panchina della Juventus? L’idea era tanto semplice quanto inconfessabile: Ciro doveva semplicemente scaldare la panca in attesa del ritorno di Marcello Lippi, previsto per il dopo-mondiale. Per meglio dire: nei piani di Blanc, Elkann e Lippi, piani messi a punto nel famoso pranzo della focaccia di Recco, mentre il povero Ranieri leggeva i giornali e allibiva, il c.t. sarebbe dovuto approdare alla Juve, nell’estate del 2010, nelle vesti di direttore tecnico e supervisore di Ferrara. Intanto, avrebbe ispirato la campagna acquisti dei bianconeri, caldeggiando gli acquisti di Cannavaro e Grosso e benedicendo quello di Melo; e semmai Ferrara avesse avuto bisogno di qualche dritta, nel corso di questa stagione-ponte, per superare possibili momenti d’impasse, il c.t. non si sarebbe certo tirato indietro.

Il ragionamento di Blanc (e Elkann) era semplice. Diamo la Juve a Lippi chiavi in mano; ma siccome non possiamo farlo subito, mettiamo al volante Ferrara, che è il suo fedelissimo per eccellenza, che tanto è lo stesso. E così siamo in una botte di ferro. Lippi, che non per niente è il c.t. campione del mondo, ci darà  sicuramente dritte formidabili sia per gli acquisti, sia per il modulo. Ferrara, che farà  la gioia dei tifosi, non dovrà  fare altro che mettersi l’auricolare ed eseguire; e con gli strepitosi campioni scelti da Secco, e la strana coppia Ferrara-Lippi all’opera, potremmo anche tornare a vincere subito lo scudetto. Che per far impazzire i tifosi chiameremo lo scudetto della terza stella. Il 30Ã?°. Ma certamente.

Tutto molto bello: come in una favola. Peccato che la realtà  sia un’altra cosa. Non sapendo cosa sia il calcio e cosa sia un pallone, i dirigenti juventini hanno scambiato Lippi per il Genio della Lampada e la Juve per Alice nel Paese della meraviglie. Hanno pensato che il binomio Lippi-Ferrara fosse un’accoppiata a prova di bomba e si sono gettati, lancia in resta, a capofitto verso trionfi che si stanno trasformando in disfatte. Eliminata dalla Champions dopo una partita a dir poco obbrobriosa (basti dire che al minuto 77, col Bayern già  sazio, i calci d’angolo erano 10-0 per i tedeschi), la Juventus ha ufficialmente chiuso la sua stagione internazionale, ha ufficialmente rinunciato a un introito di circa 20 milioni: e con le tre sostituzioni decise da Ferrara, che nel secondo tempo ha fatto uscire l’impresentabile Del Piero, il frastornato Diego e l’inutile Melo, ha ufficialmente chiarito che i tre fiori all’occhiello della nuova Juve sono in realtà  tre enormi problemi. L’acquisto di Melo, impreciso e picchiatore, grida vendetta (tenere Zanetti e risparmiare 25 milioni sarebbe stato meglio), Diego rischia di essere gettato alle ortiche e in quanto a Del Piero, l’abbiamo detto e lo ripetiamo: il 35enne capitano è ormai una palla al piede, come Capello aveva capito 5 anni fa, e la Juventus rischia di rimanere sepolta sotto il peso, ormai insopportabile, del suo capitano.

Dimenticavamo. à? stata talmente geniale la pensata di Blanc di assumere Ferrara con Lippi come Spirito Santo, che se la Juve, oggi, volesse licenziare Ciro si troverebbe con le mani legate. Nessun allenatore di spessore accetterebbe mai di firmare sapendo di ritrovarsi sulla testa, fra qualche mese, un santone ingombrante come l’ex c.t. Si rischia dunque di andare avanti a tentoni, navigando a vista, con la prospettiva di prendere botte da tutte le parti: Ferrara è nella più totale confusione e i tifosi stanno scoprendo che il capolavoro (di ricostruzione della Juventus) raccontato loro in estate, altro non è che un inaudito pastrocchio. E al pensiero di vedere un altr’anno una Juventus “teleguidata” da Lippi con Cannavaro e Grosso (e magari Del Piero), tutti con un anno in più e sostanzialmente finiti, non è una gran consolazione. Diciamocelo francamente.

Paolo Ziliani