2012
Napoli, Bigon: “Pandev è un leader, sul mercato…”
NAPOLI BIGON PANDEV GARGANO VARGAS INSIGNE – Ai microfoni del Corriere dello Sport, Riccardo Bigon ha voluto fare il punto della situazione in casa Napoli. Il direttore sportivo partenopeo è partito da quello che considera il nuovo leader dello spogliatoio azzurro: “Prendemmo Pandev all’ultimo giorno di mercato. Stavolta ci siamo mossi prima, giocando d’anticipo, ed il primo colpo è stato proprio lui. Il Pandev di quest’anno è un acquisto autentico: intanto, nella passata stagione aveva Lavezzi davanti a sé. Poi era reduce da qualche stagione così e così. Ora è padrone dell’ambiente, sa cosa saspetta da lui Mazzarri e sa cosa può darci. Oggi Goran ha una sua leadership nello spogliatoio. Praticamente è un altro calciatore. Insigne? È il premio al progetto societario. È stato stabilito un percorso, che lo ha ricondotto a noi dopo una crescita graduale. È maturato ed è una sorpresa autentica ma non in campo, dove già si era presentato, bensì fuori: ha l’atteggiamento giusto, ha cultura del lavoro, ha testa. È un uomo che dimostra più anni di quelli che ha. È un talento da coltivare, da tutelare. Le pressioni gli vanno tolte di dosso. Poi che sia bravo è indiscutibile. Vargas? Non ha avuto ancora modo di far vedere cosa sa fare. Ma ha giocato poco più di cento minuti, ha dovuto inserirsi in un una squadra che andava benissimo; che non offriva spazi; ha dovuto superare le difficoltà di inserimento. Noi crediamo in lui, tant’è vero che l’abbiamo preso. Nuove operazioni di mercato? Le esigenze del Napoli non si sposano con quelle bulimiche del calcio: noi abbiamo una squadra fatta, però non ce ne stiamo con le mani in mano. Osserviamo, sondiamo, valutiamo. Eventualmente, interveniamo. Ma il gruppo c’è e tutto ciò sottolinea il lavoro del passato. Noi a gennaio del 2011 siamo andati a prendere Fernandez, innesto mirato in prospettiva, che adesso è qui e sta dimostrando quanto valga. Ma potrei citare altri. Che mercato è stato? Mercato strategico, perché i rinforzi son dentro la struttura: Britos non sè visto, Donadel neppure, di Vargas abbiamo detto e di Pandev pure; e poi c’è Insigne. Fate voi il conto, siamo a sei o a sette uomini che sono in grado di fornire valore aggiunto rispetto al passato. Che Napoli è stato costruito? Una squadra con uomini di valore, forti della continuità del progetto. C’è coesione, non esistono scontenti: chi ha ritenuto giusto andare altrove è andato e chi invece doveva andare per giocare ha avuto la possibilità richiesta. Cissokho? Premessa importantissima: noi a sinistra siamo coperti. Abbiamo Zuniga e Dossena, sono scelte mirate. Però non posso nascondere che abbiamo avuto modo di interessarci a Cissokho, in passato. E ora lasciamo che scorrano queste ore che conducono alla chiusura, osservando. Se abbiamo pensato a Schelotto? Se le dico su chi abbiamo avanzato domande esplorative, ci riempie un giornale. Perché il mercato è questo: si indaga, si riflette. Però è vero che tra le dieci soluzioni c’è finito dentro anche Schelotto. Cirigliano? È tra quelli che hanno stuzzicato il nostro interesse. Però noi a centrocampo siamo in tanti e ognuno di questi ha non so bene quante partite alle spalle. Devo dire che Cirigliano ha comunque qualità. Gargano? Per noi non è in uscita. Vero che ci sono squadre interessate a lui, ma prima che si concretizzi una manovra in uscita servirà far coincidere vari interessi. Gargano è uno dei nostri. Se ci sentiamo favoriti? Venivamo considerati tali nella scorsa estate, sullonda emotiva della qualificazione in Champions. Ma stavolta mi sembra che le attenzioni vengano giustamente rivolte ad altri. Noi preferiamo il profilo basso, però siamo consapevoli della bontà di questo Napoli che negli otto anni dell’era De Laurentiis ha scalato il calcio seguendo un proprio percorso. Qui c’è una filosofia manageriale ispirata da un presidente che ha un’idea vincente.“