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«Quando Spalletti ha fermato Maradona…»

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Nicola Peragine ha raccontato a La Gazzetta dello Sport di quando Spalletti affrontò Maradona in uno Spezia Napoli di Coppa Italia

Luciano Spalletti ha giocato contro Diego Armando Maradona. É successo il 21 agosto del 1988 in Coppa Italia, Spezia contro Napoli, azzurri vincenti per 3-1 ma il Pibe de Oro a secco, in gol andarono Carnevale (doppietta) e Francini. Suo compagno di squadra era Nicola Peragine, che oggi lavora nell’ASD Spaccanapoli e che si è raccontato a La Gazzetta dello Sport.

QUARTIERE SANITA’ – «Non vedo l’ora di sentire Luciano e di convincerlo a venire qui a conoscere i ragazzi di questo quartiere di Napoli, lui ha una sensibilità spiccata per questo tipo di iniziative».

DIEGO MARADONA – «Luciano ed io, ma non solo noi, restammo folgorati da Maradona già durante il riscaldamento. Lui era a centrocampo a palleggiare mentre il resto della squadra si allenava dall’altro lato; stavamo incantati a guardarlo perché faceva numeri incredibili. Poi, durante la partita, Diego fu difficile da fermare: Spalletti, Stabile ed io non gliele risparmiammo ma lui accettava le botte con il sorriso e a fine gara ci fece pure i complimenti. Ecco, credo di aver apprezzato la sua grandezza soprattutto da questo punto di vista e penso che anche Luciano custodirà gelosamente quegli apprezzamenti che Diego riservò al nostro Spezia».

SPALLETTI CALCIATORE – «Innanzitutto uno estremamente meticoloso, arrivò a Spezia già maturo eppure si metteva ancora a fare “muro” per migliorare tecnicamente. Saltava bene di testa pur non essendo un gigante. Aveva una grossa cura dei dettagli, ci teneva molto all’aspetto fisico ed era di grande compagnia quando si usciva insieme».

SPALLETTI EXTRA CAMPO – «Ci portava spesso nella sua tenuta in Toscana, ho conosciuto anche la mamma. All’epoca Luciano (Spalletti n.d.r.) mi disse che avrebbe voluto intraprendere l’attività che stava svolgendo suo fratello: disegnava arredamenti, un qualcosa a metà fra l’architetto e l’artigiano. Non pensava ancora a fare l’allenatore».