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Altro giro, altra corsa: Serie A alla caccia di presidente e a.d.

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Il nome di Giuseppe Vegas sembra saltato per la presidenza: si procede a tentativi, mentre l’a.d. è congelato

Più illuminati, pochi per la verità, sperano che il film di oggi non sia un remake di quello andato in scena lunedì, quando l’assemblea – per tempistiche, modus operandi, toni – si è trasfigurata più e più volte in una di quelle ineffabili riunioni condominiali. Sarebbe già un successo per una Lega che vorrebbe dotarsi di una nuova governance, autorevole e manageriale, ma che continua a volgere lo sguardo al passato. Fatto sta che oggi (ore 10.30), nell’assemblea tenuta aperta per il rinnovo delle cariche, si prevede un clima fosco che dovrebbe portare all’ennesima fumata nera. Quello che nella serata di lunedì sembrava il nome in grado di avallare il compromesso, cioè il presidente in uscita della Consob Giuseppe Vegas, nella giornata di ieri è a poco a poco evaporato.

DISACCORDO – Il partito degli scettici è cresciuto di ora in ora attorno al blocco delle dieci cosiddette «riformiste»: l’a.d. di una di loro, Claudio Fenucci, aveva provato a fare da mediatore pescandolo dal mazzo proposto da Claudio Lotito come la carta più spendibile (bocciate le alternative Marchetti e Squitieri), tanto da incontrarlo nella serata di lunedì al Gallia assieme al presidente del Genoa Enrico Preziosi. Ma quell’idea ieri è naufragata sotto i colpi delle varie Inter, Roma, Napoli, Fiorentina, Torino,
Sampdoria, etc., con la Juve defilata ma nemmeno convinta. Oggi ci sarà un blocco consistente, qualcuno parla addirittura di 12 club (con la Spal, per esempio), a sbarrare la strada alla presidenza di Vegas (servono 14 voti), un po’ per la procedura adottata («la commissione non è stata messa nelle condizioni di lavorare», si lamenta un membro), un po’ per le perplessità legate ai suoi trascorsi politici e al fatto che non abbia competenze specifiche sul calcio.

PERPLESSITÀ – In quel fronte c’è chi, pur riconoscendo lo standing istituzionale, ha anche sottolineato incroci passati con Lotito (a partire dalla rateizzazione del debito della Lazio) e imbarazzi derivanti dal lavoro della commissione d’inchiesta sulle banche. Insomma, molti segnali inducono a ritenere che la candidatura di Vegas sia sul punto di bruciare (se non è già bruciata definitivamente). E pensare che ieri mattina lo stesso Vegas aveva parlato del ventilato passaggio dalla Consob alla Lega Serie A: «Se è per fare qualcosa di buono uno è sempre disponibile. Il calcio è un asset fondamentale per il Paese». Il fronte dei lotitiani accusa il colpo e allude a interferenze sempre più pesanti della politica e del Coni. Insomma, si torna a parlare di commissariamento della Federazione, che lunedì era stato scongiurato dai presidenti di Serie A. Commissariamento che il Coni vorrebbe fare scattare se alla scadenza dell’11 dicembre (quando cesserà il lavoro del commissario Tavecchio) se la Lega non avrà provveduto a ripristinare i suoi organi.

PROSPETTIVE – Chi oggi non è d’accordo su Vegas nega di ammiccare al commissariamento e spiega che ci sono ancora due settimane di tempo per fare le nomine, forse introducendo un processo selettivo meno estemporaneo. Come riporta “La Gazzetta dello Sport”, se salta il candidato presidenziale del fronte lotitiano verrà congelata la nomina dell’a.d., nonostante l’investitura di fatto a favore di Sami Kahale (ex Procter & Gamble), con Luigi De Siervo a ruota. Qualche club suggerisce una soluzione temporanea e di garanzia per il presidente (il vice commissario Paolo Nicoletti o il presidente dei revisori Ezio Maria Simonelli) ma non ci sono consensi a sufficienza. Si va, quindi, verso un rinvio.