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Il made in Italy tira in Serie A: quanti sponsor tecnici italiani!

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Sponsor tecnici Serie A, è in crescita il numero di marchi italiani: più di metà della nostra prima divisione è in mano ad aziende di abbigliamento italiane. Anche se le big guardano altrove

Sponsor tecnici Serie A, facciamo il punto sulla situazione. Nei giorni scorsi è uscito un interessante resoconto da parte di Pianeta Fobal, che indica i diversi marchi d’abbigliamento nei principali campionati europei. Bene, in Italia la situazione è piuttosto variegata ma salta subito all’occhio un particolare non da poco: dodici squadre su venti sono vestite da aziende nostrane. Il made in Italy tira eccome, soprattutto se confrontato con le altre leghe. Se si fa un rapporto tra le squadre del singolo campionato e il numero di quelle che vestono marchi “indigeni” allora l’Italia è avanti a tutte. In Ligue One una squadra su venti ha sponsor tecnici francesi, in Liga cinque su venti, in Premier League tre su venti. L’unica eccezione è rappresentata dalla Bundesliga, in Germania sono nate Adidas e Puma e questo porta con sé una bella fetta di mercato: metà delle diciotto tedesche è griffata da marchi teutonici. L’Italia è pur sempre un gradino avanti se si fa una percentuale, e non è un dato da sottovalutare. Tutto merito di Macron, Kappa e altre aziende nate sul nostro territorio.

Sponsor tecnici Serie A: Macron su tutti

Macron è un marchio in continua evoluzione. Ha saputo cogliere il momento e ha cercato di ampliarsi ovunque grazie all’omonimo politico francese (da sottolineare la campagna pubblicitaria sui giornali transalpini, che sfruttava appunto l’omonimia). L’azienda bolognese è, per la prima volta, quella che veste più squadre in Serie A: Lazio, Bologna, Cagliari e la neopromossa Spal. Segue la torinese Kappa, che sotto la sua ala ha Napoli, Sassuolo e Torino. Le altre aziende italiane hanno una squadra a testa: il Chievo è con la campana Givova, il Crotone ha una collaborazione storica con Zeus, l’Udinese è il “prodotto” di punta di HS, il Genoa veste Lotto da anni e infine c’è l’esordio di Frankie Garage con il Benevento. Dodici su venti è un buon numero, che certifica la qualità dei prodotti nati in Italia e venduti da aziende del nostro territorio. Come per il calcio giocato, se i fenomeni dall’estero non vogliono venire in Italia, allora bisogna crescerli nel proprio vivaio e poi farli esplodere in Serie A e all’estero.

Sponsor tecnici Serie A: le big “straniere”

Adidas hanno scadenza lunga, come quelli di Inter e Roma con Nike. Tutte e quattro non vestono un marchio italiano da tempo: l’ultima in ordine cronologico è stata la Roma con Diadora. Le altre “straniere” sono la Fiorentina con Le Coq Sportif, l’Atalanta e la Sampdoria con la spagnola Joma e l’Hellas Verona è l’unica squadra di medio-bassa classifica a indossare Nike. Colpisce la totale assenza di Puma o di Umbro, aziende che all’estero sono tra le più presenti, oppure di New Balance e Under Armour, marchi statunitensi che per ora non hanno deciso di investire in Italia. Ma, come detto poco più sopra, se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna.