Tifosi etnei in piazza: «Pulvirenti vattene! Non toccate il Catania» - Calcio News 24
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2015

Tifosi etnei in piazza: «Pulvirenti vattene! Non toccate il Catania»

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Migliaia in piazza per manifestare contro la dirigenza. I tempi stringono e si teme la radiazione.

Estate 1993 – Estate 2015: sono passati 12 anni, ma la Catania sportiva sta vivendo nuovamente dramma sportivo, dopo quello avvenuto sotto la dirigenza Massimino e che, in primo tempo, aveva portato all’esclusione del club rossazzurro da tutti i tornei calcisti, per riconquistare a forza di carta bollata il diritto di partire dal campionato di Eccellenza. Un terribile dejavu sta alimentando le ansie dei supporters etnei che, con il passare delle ore, temono la radiazione dello storico “Catania 1946”, simbolo di una città mai doma anche di fronte le avversità.

GIU’ LE MANI DAL CATANIA – Nonostante gli eventi e l’immagine macchinata dopo l‘esplosione del caso “I Treni del Gol”, i tifosi rossazzurri hanno deciso di prendere posizione, scendendo ieri pomeriggio sulle strade principali di Catania, manifestando il loro amore per la squadra e tutto il loro dissenso per l’attuale dirigenza. “Pulvirenti vattene”, “Questo calcio non ci appartiene”, “Noi siamo il Calcio Catania”, sono solo alcuni degli slogan urlati dai supporters scesi in piazza per sbandierare con orgoglio di non volersi sentire equiparati a tifosi di un club dedito al delinquere.

TEMPI RIDOTTI – In attesa che domani Antonino Pulvirenti e Pablo Cosentino vengano ascoltati dagli inquirenti, le scadenze per il club etneo si fanno sempre più incombenti. La Società deve stabilire chi prenderà il posto di Pulvirenti alla presidenza del Catania e chi, soprattutto, provvederà all’iscrizione del club ed al pagamento dei stipendi in arretrato. La corsa per la poltrona appare chiara, considerando che i nomi papabili sono solo due: quello di Angelo Vitaliti, amministratore delegato del gruppo Meridi Srl e possessore di circa il 5% delle azioni del club, e quello di Santi Pulvirenti, figlio del dimissionario presidente.

Dal nostro corrispondente

Andrea Mazzeo