Nelle mani dell’equilibratore: Lazio, che goduria Biglia - Calcio News 24
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2015

Nelle mani dell’equilibratore: Lazio, che goduria Biglia

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Rubrica “10… e lode”: oggi è il turno di Lucas Biglia, il termometro di Lazio ed Argentina

L’equilibratore. Sì, perché Lucas Biglia è qualcosa di differente da un regista classico, tipico, nel senso inteso dal calcio italiano: non propriamente lo smistatore di palloni, l’uomo del lancio e del tempo. Lo fa, sia chiaro, ma eccelle ancor più sotto un altro aspetto: quello della posizione. E’ lì che il centrocampista della Lazio non sbaglia mai: te lo ritrovi sempre al posto giusto.

TERMOMETRO BIANCOCELESTE – Unico nello schiacciarsi a ridosso dei due difensori centrali quando c’è sia da difendere che da ordinare i primi passi della manovra, così come ad alzarsi quando la lotta si sposta qualche metro avanti e c’è da salvaguardare la parità numerica in mediana. E’ grazie a questa sua particolare abilità che l’ottimo Stefano Pioli può consentirsi di passare agevolmente dal 4-3-3 al più spregiudicato 4-2-3-1 – e dunque rinunciare a Cataldi in luogo di capitan Mauri – senza che l’equilibrio complessivo ne risenta. L’abbinamento perfetto con i polmoni di Parolo fa il resto: l’invidiabile equilibrio del centrocampo è alla base dei grandiosi risultati che sta ottenendo oggi la Lazio. Ah, prelevato dall’Anderlecht due estati fa per 8 milioni: deve essere la cifra magica di casa Lazio pensando che con la stessa somma o giù di lì sono arrivati anche Felipe Anderson e De Vrij. Che dire, bravi.

NON SOLO INTELLIGENZA TATTICA – Lucas Biglia è calciatore di spiccata personalità ed esperienza: terminato il fallimentare ciclo Maradona, ad inizio 2011 il centrocampista è entrato stabilmente nel giro della nazionale argentina, prima alternandosi con Gago e Maxi Rodriguez al fianco dell’intoccabile Javier Mascherano, poi scalzando via via posizioni fino al massimo riconoscimento della titolarità ottenuta nei quarti, semifinali e finalissima di Brasile 2014. Il selezionatore Sabella ne ha apprezzato proprio le doti di equilibratore e non a caso, con Biglia in campo dal primo minuto, l’Argentina ha subìto una sola rete – purtroppo fatale per le sue sorti – nell’overtime dell’ultimo atto del Maracanà. E c’è ancora altro: si è oramai specializzato nei calci piazzati completando il curriculum di una carriera in crescendo. Pioli gli ha affidato la battuta dei rigori, eccelle nelle soluzioni dalla media distanza, fattore che lo rende pedina oltre che affidabile di primo rilievo.

LA LAZIO VOLA – Terzo posto con relativa distanza di sicurezza sulla Fiorentina quarta forza del torneo (sei i punti di distacco ulteriormente corroborati dal vantaggio acquisito nello scontro diretto) e vista panoramica sul secondo, con la Roma lontana solo un punto: all’orizzonte una lotta tutta cittadina per la piazza d’onore del campionato che è d’onore soltanto di nominata. Centrare il secondo posto vuol dire accesso diretto alla prossima edizione della Champions League e dunque prestigio e fondi da investire: trenta milioni di euro per resistere alle inevitabili avances che puntualmente si presenteranno per i vari Felipe Anderson, De Vrij e via discorrendo, e perché no per rinforzare un organico che parte dalla solida base ammirata nel corso di questa stagione. Che, si badi bene, è tutt’altro che finita: alla banda Pioli il compito di restare freddi e non rovinare tutto, la finale di Coppa Italia del 7 giugno ciliegina sulla torta di un campionato che ora non può rendere qualcosa che non sia (almeno) un podio. Lucas Biglia è pronto, quelli come lui non si tirano certamente indietro.