Paolo Cannavaro: «Vorrei Insigne nel Napoli e anche altri ex. L'acquisto di De Bruyne dice quanto la squadra sia cresciuta. Ecco cosa è successo a Pechino con la Juve…» - Calcio News 24
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Paolo Cannavaro: «Vorrei Insigne nel Napoli e anche altri ex. L’acquisto di De Bruyne dice quanto la squadra sia cresciuta. Ecco cosa è successo a Pechino con la Juve…»

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Paolo Cannavaro, ex giocatore azzurro e Juve, ha parlato con CalcioNapoli24. Ecco alcune delle dichiarazioni relative alla sua esperienza e al presente della squadra di Antonio Conte.

LA MAGLIA DEL NAPOLI – «I ricordi sono tanti e piacevoli. Non vi nascondo che qualche mese fa quando il Napoli ha vinto lo Scudetto ho indossato una maglia del Napoli per andare allo stadio. Purtroppo però non mi entrava (ride ndr.). Però, indossare quella maglia per me è stato davvero un motivo d’orgoglio. Ogni volta che indossavo quella maglia provavo la stessa emozione. Mi ritengo un fortunato del calcio che ha avuto la possibilità di giocare per la sua squadra del cuore».

LA SUPERCOPPA A PECHINO «Tantissima delusione, io dico sempre che i protagonisti in campo devono essere i 22 giocatori. In quell’occasione li purtroppo la terna arbitrale decise di fare più il protagonista di quello che doveva essere. Il buon Pandev non aveva detto niente di che, parlando tra l’altro in macedone. Ci sono tensioni, pressioni, gli arbitri bravi sono anche quelli che capiscono il momento. Li purtroppo la partita è stata condizionata. Non è un alibi, brava la Juve ad aver vinto. Preso dall’ira e dalla rabbia il presidente ci disse di non presentarci alla consegna delle medaglie. Gesto forte, che voleva far capire quello che dicevo prima. Contro una partita che era stata rovinata e condizionato».

IL RITORNO DI INSIGNE«Fosse per me tutti i figli di Napoli dovrebbero stare nel Napoli. E’ una cosa che è diventata piuttosto difficile. Il Napoli al giorno d’oggi è molto internazionale come rosa. Qualche anno fa c’erano tanti giocatori napoletani in Serie A, si poteva creare una nazionale di giocatori napoletani. Ora un po’ meno».

I SUOI ALLENATORI – «Ho avuto la fortuna di essere stato da tanti allenatori bravi, e qualcuno meno bravo. E anche loro ti insegnano tanto eh, non solo quelli bravi. Ma l’allenatore che mi ha fatto scattare la scintilla è stato Eusebio Di Francesco. Magari anche grazie all’età un po’ più matura. Non credo che un allenatore debba avere ispirazioni da altri allenatori. Se ti dico che sono un estimatore di Ancelotti, Ancelotti stesso si sta adeguando un po’ al calcio che sta cambiando. Devi saper prendere il meglio da quelli che hai avuto come allenatori e anche da chi non hai conosciuto, tipo ascoltando interviste».

LA CRESCITA DEL NAPOLI DI OGGI «Me l’aspettavo perché l’ambizione del presidente è stata sempre quello di creare un Napoli competitivo negli anni e vincente. Non sono per le cose tutte e subito io, anche culturalmente. E questo percorso di crescita credo sia stato fatto nel miglior modo possibile. ogni step è stato fatto in maniera giusta, senza dover cambiare le le idee del club in base ai momenti e oggi ci godiamo anche un po’ i frutti perché magari qualcuno pensa che il Napoli già all’epoca di Spalletti aveva fatto qualche passo indietro come rosa, ma non non era vero. La rosa è sempre stata molto competitiva da parte del Napoli. Ad oggi si aggiungono tasselli importanti perché prendere giocatori dal PSV, adesso li prendi dallo United, li prendi dal City, questo ti fa capire che oltre che Napoli sta crescendo tanto, secondo me, anche al di fuori del campo, oltre quello che i risultati del campo, ti fa capire che anche la società è molto più ambiziosa rispetto a prima e quindi sa che oggi il rifiuto non lo riceve perché qualche anno fa giocatori che tra Napoli e una squadra normale di Serie A andavano in una squadra normale di Serie A o addirittura in qualche squadra di Serie B. Ad oggi Napoli è in cima alla lista di di desideri di tanti giocatori. Merito di tutti, non solo del presidente, della società, della città, del tifo, merito di tutti, proprio quello che dicevo prima, anche della maturità che il tifo sta acquisendo piano piano»

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