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Fiorentina, come risollevarsi dalla crisi in casa viola? La situazione attuale
Fiorentina, crisi totale. Come bisogna fare per risollevare la situazione. Un coach ha provato a dire la sua
Ultima in classifica, ancora a secco di vittorie e protagonista del peggior avvio della sua storia quasi centenaria: la crisi della Fiorentina sembra senza fine. Per analizzare il momento nero dei viola sul Corriere dello Sport interviene Marco Valerio Ricci, performance coach (o “intagliatore di diamanti”, come ama definirsi) che utilizza la programmazione neurolinguistica e la motivazione scientifica per aiutare gli atleti.
IL PROBLEMA VIOLA «Sembra che non sia una vera e propria squadra ma un insieme di giocatori, tra l’altro anche talentuosi. Ma né Pioli né Vanoli hanno trovato il modo per far scattare la scintilla».
RESETTARE «Si deve fare un reset ripartendo dalle basi. Dallo spirito di squadra, dal capire quali sono le spinte motivazionali di ciascun giocatore. E da lì costruire dei valori condivisi che permettano di essere guidati dall’allenatore verso la performance».
COSA MANCA «Manca un perché comune, una spinta, una guida che permetta ai giocatori di andare tutti nella stessa direzione quando sono in campo».
LE RIPERCUSSIONI DEL RIGORE CONTESO «Esatto, quella scenetta ha avuto delle ripercussioni. Immediate: la squadra è andata in vantaggio ma poi è stata rimontata e infine surclassata».
LEADERSHIP NON RICONOSCIUTA «È vero ma bisogna essere riconosciuti come tali, altrimenti il gruppo non ti segue. Come in questo caso».
IL CASO DZEKO «Sono personalità importanti ma le individualità sono slegate tra loro, non c’è armonia. Il discorso di Dzeko non ha funzionato per questo: non è riconosciuto come leader dallo spogliatoio».
LA ROTTURA CON PIOLI «Palladino era stato bravo a lavorare in continuità con Italiano. Pioli ha voluto dare la sua impostazione e il cambio di valori ha finito per rompere il giocattolo. A quel punto i piccoli equilibri si sono incrinati irrimediabilmente e ora la situazione non si può più sistemare: bisogna ripartire da zero, come fece il Napoli dopo il decimo posto del 2024. Conte è un maestro in questo, basti pensare a cosa è successo dopo Bologna. Resettare fa bene».
SERVE UNA PERSONALITA’ FORTE «Sì, come fu Ibra al Milan nel 2019. Ma anche una bandiera, come Antognoni, o un dirigente forte che porti unità. Non mi è piaciuto quando Vanoli ha detto che non vuole fare lo psicologo dei suoi giocatori: un allenatore è anche questo».
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