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Elkann, il Gip ordina l’imputazione coatta nei suoi confronto: la reazione degli avvocato e cosa sta succedendo
Elkann al centro di una vicenda per l’eredità della madre Marella Caracciolo. E le notizie che arrivano dal Tribunale non sono positive
Un nuovo sviluppo scuote la vicenda giudiziaria legata all’eredità di Marella Caracciolo, vedova dell’Avvocato Gianni Agnelli, portando al centro dell’attenzione nuovamente Elkann. Nelle ultime ore, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Torino ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, ordinando ai pubblici ministeri di procedere con l’imputazione coatta nei confronti dell’Amministratore Delegato di Exor.
Il provvedimento riguarda due capi d’accusa legati alla presunta residenza fittizia della nonna di Elkann in Svizzera e coinvolge anche Gianluca Ferrero, storico commercialista della famiglia e attuale presidente della Juventus. La decisione del GIP rappresenta un colpo di scena, considerando che i Pubblici Ministeri avevano inizialmente valutato che non ci fossero gli estremi per procedere, chiedendo invece l’archiviazione. Questo contrasto tra giudice e Procura evidenzia le complessità del procedimento, che segue linee parallele rispetto ad altre fasi del caso, come la richiesta di “messa alla prova” avanzata da Elkann per chiudere la vicenda tramite lavori socialmente utili.
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La difesa di Elkann ha reagito immediatamente, definendo il provvedimento “abnorme e incomprensibile”. Gli avvocati hanno sottolineato che la Procura aveva presentato richieste ben argomentate e solide per l’archiviazione, ritenendo quindi la decisione del GIP in netto contrasto con tali valutazioni. La strategia della difesa prevede ora il ricorso in Cassazione, con l’obiettivo di contestare formalmente l’imputazione coatta e ribadire la legittimità delle azioni di Elkann.
In una nota ufficiale, il collegio difensivo ha precisato che Elkann ha sempre operato nel pieno rispetto della legge e che le accuse sono “prive di fondamento”. Gli avvocati hanno chiarito che la volontà dell’Amministratore Delegato di Exor di aderire a eventuali accordi di “messa alla prova” non costituisce ammissione di responsabilità, ma nasce dal desiderio di chiudere una vicenda personale complessa e dolorosa. La difesa ha anche ricordato che tutte le pendenze fiscali di Elkann con l’Agenzia delle Entrate sono già state sanate, rafforzando la posizione del manager nel contesto legale.
Il nuovo sviluppo giudiziario pone Elkann nuovamente al centro dell’attenzione pubblica e mediatica, mentre il processo seguirà il suo corso nei prossimi mesi. La vicenda evidenzia non solo le tensioni tra diversi organi della magistratura, ma anche la delicatezza di un procedimento che coinvolge una delle famiglie più influenti d’Italia. La battaglia legale di Elkann proseguirà quindi su più fronti, tra ricorsi e difese tecniche, con l’obiettivo di chiarire definitivamente la sua posizione.