Confederations Cup 2013, Tahiti: la isla bonita - Calcio News 24
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Confederations Cup 2013, Tahiti: la isla bonita

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Andiamo alla scoperta della nazione meno conosciuta di tutta la competizione

CONFEDERATIONS CUP TAHITI – Il calcio ha un pregio impressionante, che per certi versi condivide anche con altri – pochi – sport: sa farti appassionare alle squadre piccole e alle cosiddette sorprese di una manifestazione. Succede che sei lì tranquillo davanti alla televisione e ti ritrovi all’improvviso a tifare per una squadra abbastanza sgangherata il cui bomber potrebbe tranquillamente fare la riserva alla selezione del vostro oratorio e le cui maglie le trovate solamente nella sezione bizarre di qualche catalogo di seconda fascia. Non ce ne vogliano gli amici di Tahiti ma in fondo, se dobbiamo trovare una nazione un po’ più materasso in questa Confederations Cup, scegliamo loro. L’Australia non gioca più la Coppa d’Oceania e quindi questo ha favorito alcune nazioni in basso nel ranking, dopo la partecipazaione della Nuova Zelanda (stiamo zitti, ci abbiamo pareggiato a un mondiale…) è la volta del modesto staterello perso nell’Oceano Pacifico e politicamente ancora appartenente alla Francia. Battuta per uno a zero la Nuova Caledonia nella finale di OFC Nations Cup nella splendida cornice del Lawson Tama Stadion di Honiara, Isole Salomone, i tahitiani per la prima volta hanno conquistato un trofeo continentale, sintomo di una costante crescita da parte del calcio del paese. Fosse rugby a 15, Tahiti sarebbe una delle principali favorite per la Confederations Cup, ma forse nell’isoletta per quello sport c’è una selezione degna della miglior Sparta. Curiosità: per una volta i calciofili italiani sentiranno parlare di Papeete senza dover guardare alla cronaca rosa e ai rotocalchi scandalistici.

CENERENTOLA DEL TORNEO – Il campionato di calcio tahitiano esiste solamente dal 1948 e le squadre facenti parte della lega hanno nomi esotici che ricordano i romanzi di Salgari. Il Tefana è storicamente la compagine più importante e ha sette elementi in nazionale, anche se il Dragon è in costante evoluzione e ha vinto l’ultimo scudetto (paragonabile a quello della Juventus, senza dubbio) garantendo le porte della selezione isolana a undici componenti del team. Tutto questo per dire che non ci si può aspettare tantissimo da questa formazione, se proprio avete voglia di rischiare potete puntare dei soldi su di loro, ma non ve lo consigliamo. Si potrebbero candidare ad essere la vera sorpresa del torneo perché sono la squadra meno conosciuta ma davvero l’impresa pare ardua, già esserci è qualcosa di veramente significativo. Il fatto di essere sconosciuti ai più potrebbe essere anche il risvolto positivo, ma la Spagna, l’Uruguay e la Nigeria non sono di certo Samoa o Vanuatu.

PRIMO NON PRENDERLE – Parlare di punti deboli per questa squadra è come sparare sulla Croce Rossa, è troppo facile francamente. In sostanza gli oceanici dovranno giocare di rimessa; per l’amor di dio, ben venga il calcio offensivo e via discorrendo, ma se attacchi in cinque contro la Spagna e poi ne prendi centotrentanove allora non lamentarti… L’attacco non è una macchina da guerra, la difesa non ne parliamo. Per di più la squadra è anche giovanissima, tolti quei due o tre elementi di spicco, l’età media supera di poco i 20 anni: un difetto perché in certe competizioni serve esperienza, ma un punto di forza per il futuro di questa piccola simpatica nazionale.

BOMBER VAHIRUA – Marama Vahirua dirà qualcosa ai calciofili più accaniti, quelli che magari a Football Manager passavano ore a cercare la punta perfetta per l’Olhanense o il Frosinone e poi la trovavano in Ligue 1, dove questo signore ha militato per più di dieci anni prima di passare al Panthrakikos in Grecia. Attaccante nativo di Papeete ha esordito nel grande calcio con il Nantes e si è fatto vedere anche da Domenech, ex ct dell’Under 21 transalpina con la quale ha disputato sei gare condite da due reti. Centravanti di belle speranze, non ha risposto appieno alle aspettative e ha comunque disputato un’ottima carriera senza mai segnare valanghe di reti; a 33 anni ah deciso di rimettersi in gioco accettando la cittadinanza tahitiana e la chiamata di mister Etaeta (non è quello di Topolino) per la Confederations Cup: maglia numero 3 e possibilità di esordire in nazionale in Confederations. Sempre che i fratelli Tehau siano d’accordo…

MEGLIO DEI GEMELLI DERRICK – Ricorderete tutti ovviamente quel fenomenale cartone animato che era Holly & Benji e senz’altro vi diranno qualcosa pure i gemelli Derrick, bene, nella nazionale tahitiana giocano ben quattro fratelli: Alvin, Teaonui, Lorenzo e Jonathan Tehau, i cui genitori dovevano essere particolarmente ispirati visto che sono nati tutti e quattro a cavallo tra il 1988 e il 1992. La cosa più clamorosa e che sicuramente stuzzicherà la vostra attenzione è quanto successo nella partita di Coppa d’Oceania contro Samoa, quando i quattro parenti sono andati tutti a segno mettendo in rete ben 9 dei 10 gol con cui Tahiti ha sotterrato i samoani. Una cosa da film praticamente, da film abbastanza brutto ma comunque cinematografica. Tutti parenti e tutti col solito impiego, vedete che troviamo un po’ di italianità anche a Tahiti!