2013
Inter, Mazzarri: «Forti a livello mentale. Napoli? Non è tradimento, sul mercato…»
La conferenza stampa del neo-tecnico nerazzurro in diretta
INTER CONFERENZA STAMPA MAZZARRI – E’ iniziata l’avventura di Walter Mazzarri come nuovo allenatore dell’Inter. L’ex tecnico del Napoli, oggi dalle 12 nella sala stampa del centro sportivo di Appiano Gentile, ha risporto alle domande dei cronisti presenti per la conferenza stampa di presentazione. CalcioNews24.com ha seguito in diretta l’evento aggiornandovi in tempo reale sulle parole del tecnico livornese, che avrà il compito di risollevare la formazione nerazzurra dopo due stagioni totalmente deficitarie, che hanno rilegato l’Inter fuori dalle competizioni europee. Rivivi la conferenza:
«Buongiorno a tutti, credo di essere stato in questi 12 anni di carriera un tecnico che ha basato la propria carriera innanzitutto sul rispetto delle regole, del sacrificio. I miei giocatori sono quelli che mi hanno conosciuto di più sul tempo, cerco sempre di dare un’impronta tattica ben definita. Guardando la mia carriera, alcune volte non è andata benissimo: credo che nel calcio attuale al di là dei valori tecnici bisogna essere pronti sopratutto a livello mentale. Bisogna allenarsi, andare a mille».
NAPOLI E STIMOLI – «Concludere dopo 4 anni il ciclo di Napoli? E’ stata una decisione maturata già l’anno scorso, rifiutati il prolungamento proprio perchè sapevo che non avrei avuto più determinati stimoli. Non ho lasciato il Napoli per andare all’Inter, potevo anche rimanere fermo qualora non ci fosse stata una richiesta. Moratti mi ha voluto incontrare e mi è piaciuto tutto. Mi sono sentito carico per questa nuova avventura, ecco come sono andate le cose».
MERCATO? VEDREMO – «Il tecnico deve innanzitutto far rendere i calciatori che la società mette a disposizione. La rosa dell’Inter non può essere, dal punto di vista del rendimento, quella di quest’anno. Non voglio criticare gli altri, non so perchè è successo, ho grande rispetto di chi ha lavorato prima di me nell’Inter. Appena inizieremo gli allenamenti valuterò tutti i calciatori che avrò a disposizione. Voglio vedere la sopportazione al sacrificio in ritiro, poi da lì inizierò e farò le mie valutazioni. Da lì saprete eventualmente le mosse di mercato».
DE LAURENTIIS – «Il presidente fa battute, a volte gli vengono bene: è stato un bel matrimonio durato quattro anni, ci può essere una fine perchè se nel calcio mancano gli stimoli si deve andar via. Ma non voglio sentire la parola tradimento, anche perchè credo di aver fatto bene sia a lui che al Napoli. Non voglio più ritornarci.»
SQUADRA TOSTA – «L’Inter deve ritornare ad essere competitiva. I tifosi devo tornare a vedere una squadra che vende cara la pelle, che non molla mai fino al novantesimo. Il calcio non è una scienza esatta, ci sono sempre gli imprevisti, ma nel lungo termine dovrebbero arrivare i risultati. In questo momento il tifoso nerazzurro vuole vedere una squadra tosta, che vada a giocare il proprio calcio anche in trasferta».
MANAGER – «Sono un allenatore accentratore, mi piace occuparmi di tutte le componenti dell’azienda. Il presidente cercava determinate caratteristiche e credo di averle per poter fare tutto ciò».
IL NUOVO STAFF – «Giuseppe Baresi rimarrà perchè è un volto storico di questa gloriosa società, l’ho voluto al mio fianco. Ho portato quelli che mi hanno accompagnato per tanti anni nella mia carriera. Pondrelli sarà il preparatore atletico, anche il mio secondo sarà con me, Frustalupi. Abbiamo un collaboratore tecnico sul campo che è Luca Vigiani: Papale è il preparatore dei portieri. Questo è il nostro staff di campo, poi ci sono tanti osservatori che non appariranno sui campi di Appiano Gentile. C’è Concina e Claudio Nitti, poi con Branca e Ausilio stiamo valutando altre persone. Giuseppe Santoro è un dirigente importante che mi darà una grossa mano a 360 gradi. Questo è lo staff».
LA NUOVA INTER – «Voglio 22 giocatori in ritiro, più 5 ragazzi: molti dei giocatori che verranno in ritiro rimarranno alle dipendenze dell’Inter. C’è già un numero sufficiente per poter iniziare questa avventura nella maniera più giusta. Soci indonesiani? Sottoscrivo le parole del presidente Moratti. Siamo nel FPF, anche la Primavera cercherà di giocare con il modulo della prima squadra, proprio per agevolare il passaggio di categoria. Chiaro, Roma non si costruisce in un giorno ma pian piano cercherò di costruire. Bisogna credere nel lavoro, i primi 15 giorni ci saranno doppi allenamenti continui, non intendiamo cambiare la nostra tabella di marcia. Bisogna almeno lavorare due settimane in modo intenso, per iniziare l’anno in un certo modo e per continnuare in un certo modo. Kovacic? E’ un ragazzo interessante, ma finchè non li alleno non voglio esprimermi più di tanto. Voglio parlarne dopo averli allenati, sarò più preciso dopo un po’ di allenamento».
MOURINHO – «Mourinho? Inutile fare paragoni, io penso che il meglio deve ancora venire. Proverò a lasciare un segno nella società nerazzurra. Ho stima di Mourinho, un tecnico che ha fatto bene ovunque sia andato. La stima e il rispetto non cambiano».
IL PROGETTO – «Progetto? Non è un termine che va utilizzato nel mondo calcistico, di tempo ce n’è poco e bisogna subito dare il massimo e pensare alla prossima partita. Al primo anno di Napoli abbiamo sfiorato la Champions League, dopo aver preso la squadra al sestultimo posto. Bisogna cercare di dare subito un’impronta».
CASSANO – «Cassano? Con tutti i giocatori che ho allenato ho un rapporto ottimo. Una squadra che dimostra un’anima è quella che sposa il concetto ‘la squadra prima di tutto’, anche a livello personale. I giocatori sono dei singoli. Qui da oggi si pensa solo per l’Inter, l’interesse personale deve venire dopo: questo è il primo concetto da portare avanti e da far sposare ai giocatori. Sono stato preso apposta per vigilare e far sì che ciò non accada. Amoruso a Reggio era dato per finito: fece tantissimi gol. I giocatori qui valgono tanto, devono credere in quello che fanno».
POLEMICHE ARBITRALI – «Non chiamerò i ragazzi del Napoli proprio per rispetto del nuovo allenatore, da questo momento non sono più il tecnico loro. Di mercato, ripeto, non voglio parlare. Polemiche arbitrali non ne ho fatte più, ho fatto una conferenza stampa solo dopo la finale di Pechino. Penso che dopo 33 anni di calcio posso anch’io dire la mia, ma dopo ciò non ho più parlato degli arbitri».
TORNARE GRANDI – «Voglio che questa squadra torni nelle prime posizioni di classifica, l’habitat ideale di questa gloriosa società. Samuel è un calciatore importante, non ho bisogno di parlarci. Ranocchia è un patrimonio della società. Prima faremo dei colloqui individuali con ognuno dei calciatori prima di fare il discorso generale alla squadra. Se voglio dare un input di regole io stesso non posso trasgredirle. I primi due giorni alla Pinetina serviranno per poter partire in ritiro con il piede giusto».
«Nakamura? Ci tengo a salutarlo, ha fatto un grande anno alla Reggina, lo ricordo con piacere».
RIPARTO DA ZERO – «Ripartiamo da zero, non parliamo più di quanto successo l’anno scorso. Il rapporto inizia dalla prima volta che ci guardiamo in faccia. Il mio modo di giocare ha dei meccanismi consolidati. Quando siamo in fase di possesso, siamo con la difesa a tre. Alcune volte ho fatto il 3-5-1-1, poi il 3-4-3, anche con il Napoli a volte abbiamo sfruttato la difesa a 4. Quindi non ridurrei il tutto ad un solo modulo. L’importante è che i calciatori conoscano i codici, non è giusto improvvisare durante la partita. Nel tempo ho dovuto cambiare per aumentare l’imprevedibilità».
LA MISCELA – «Ci vuole la giusta miscela, il giovane che cresce e il calciatore più esperto che possa farti vincere la partita. Se mi chiedete di fare 50 punti in campionato, penso che potrei anche fare una squadra di giovanissimi. Se, però, mi viene chiesto di raggiungere il vertice, allora è diverso: bisogna fare altre valutazioni e trovare il giusto mix tra esperti e calciatori più giovani. Quando i calciatori si legano a te dopo aver trasmesso la giusta spinta a livello caratterlale, si può fare la differenza. Ogni allenatore ha dei punti fermi, chiaramente non ve li dico chi sono…»-