Nel caos Milan ecco dove iniziano le colpe di Allegri - Calcio News 24
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2012

Nel caos Milan ecco dove iniziano le colpe di Allegri

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Non venderemo Thiago ed Ibra, il presidente Berlusconi ha fatto un passo indietro ed ordinato la permanenza dei due”. Parola di Galliani. Dopo un imbarazzante teatrino, un vendo/non vendo poco edificante per due calciatori di tale calibro, la storia racconta di una doppia milionaria cessione al Psg dello sceicco Al Thani. Ancora Galliani: “Ora con l’arrivo di De Jong e Bojan siamo da scudetto, non abbiamo più nulla da invidiare a nessuno”. Con tutto il rispetto, i due ultimi arrivi in casa rossonera non risultano pedine in grado di alterare gli equilibri. Un caos, insomma.

LE EVIDENTI RESPONSABILITA’ DELLA SOCIETA’ – Un caos a cui il Milan non aveva proprio abituato critica e supporter. Non dipendente dalla smobilitazione dell’organico – scelta opinabile di cui si parlerà a breve – quanto dalla confusione delle idee che ha regnato in questa complessa estate rossonera. Si è venduto tanto, acquistato male e parlato peggio. Per analizzare la (mancata) ricostruzione rossonera basta relativizzare, confrontandola con quanto accaduto in casa nerazzurra: fine di un ciclo, benservito ai senatori protagonisti di anni d’oro – scelta che può trovare condivisione, tutto finisce – e cessioni illustri: il Milan poi non ha trovato argomenti giusti per ripartire, raccogliendo qua e la qualche pedina per fare numero, non edificando un progetto ma piuttosto focalizzando l’attenzione sul ripianamento del bilancio. I cugini nerazzurri al contrario hanno dimostrato di avere idee più chiare ed interpretare l’Anno Zero della propria recente storia calcistica in chiave costruttiva e non distruttiva.

LE COLPE DI ALLEGRI – Le responsabilità di un Milan terzultimo in campionato dopo otto giornate – al netto delle penalizzazioni solo il Palermo ha fatto peggio in A – vanno però ripartite con l’allenatore Massimiliano Allegri. Ok smobilitazione, ok caos, ok mancata ricostruzione, ma quest’organico non può essere da terzultima piazza. Giocoforza non lo è perché vanta ad ogni modo calciatori dall’elevato tasso tecnico che, se paragonati alle squadre che gravitano nelle posizioni di classifica del Milan, diventano l’indice più credibile delle colpe di Allegri. Il tecnico livornese, dopo quattro mesi di lavoro non è riuscito a trovare un’alternativa di gioco alla mancanza di Ibrahimovic: negli ultimi due anni il Milan ha giocato costantemente saltando il centrocampo – testimonianza forte è la decisione di Allegri di privarsi di Andrea Pirlo, a voi i commenti – non impostando la manovra dalle prime battute ma spesso e volentieri lanciando da dietro per Ibra. A questo punto si aprivano due strade: o lo svedesone faceva tutto da sé e con ottimi risultati, o manteneva palla come solo lui è in grado di fare, consentiva alla squadra di alzarsi e ai centrocampisti – modesti, si vede oggi – di inserirsi in zona gol e risultare oltremodo prolifici. Vita facile per Allegri, positivo comunque nell’impatto con la panchina rossonera: ora però non sembra in grado di dare un’alternativa, un’impronta di gioco al suo Milan.

IL FUTURO – Le indiscrezioni diffuse nella giornata di ieri raccontavano addirittura di un Allegri già esonerato. Il risultato di Malaga non potrebbe cambiare una decisione assunta in prima persona dal presidente Silvio Berlusconi. Occorrerà solo qualche ora per conoscere la verità: è la scelta giusta? In questi casi è impossibile anticiparlo. Si rivelerà la decisione corretta solo se chi eventualmente sostituirà Allegri otterrà più punti di lui. Ma chi al suo posto? Risulta forte la candidatura di Mauro Tassotti, affiancato da una personalità forte del recente passato rossonero: soluzione che oggi convince solo in parte: nulla togliere a Tassotti sia chiaro, tattico di ottimo livello, ma la sua figura è già parte rilevante di questo complesso periodo milanista e non si intende quanto possa fungere da scossa per un ambiente alla disperata ricerca di corrente. Sul mercato non c’è tanto da poter pensare ad un clamoroso colpo di scena, così come per pensare ad una soluzione-traghetto in vista del futuro è ancora troppo presto. Dunque una bomba ad orologeria in casa Milan assolutamente non preventivata dalla dirigenza. Nonostante Thiago ed Ibra, nonostante il caos, nonostante tutto.