2016
Generazione di sopravvalutati
Euro 2016, il risonante fallimento del Belgio di Hazard e compagni
Il Belgio stecca ancora. E lo fa di brutto. O meglio: due anni fa, in terra brasiliana, non venne meno strettamente sul piano dei risultati. L’eliminazione subita dall’Argentina, poi finalista del Mondiale, a giochi fatti ci può stare: ci sta di meno invece il livello delle prestazioni offerte, con un Belgio chiamato a spaccare il mondo ma autore di prove poco convincenti, vittorie con minimo scarto e minimo gioco, fattore poi palesatosi in tutta la sua forza in concomitanza della sfida costata l’eliminazione.
ORA PEGGIO – La generazione di fenomeni, quella valsa le primissime posizioni del Ranking Fifa e gli inchini della stampa di mezzo mondo, aveva individuato nella sua reale possibilità di affermazione l’Europeo del 2016: due anni in più per chi due anni fa era troppo giovane o poco incline a manifestazioni internazionali così rilevanti, due anni in più di lavoro – con lo stesso commissario tecnico – per evolversi sotto il profilo tattico e rispondere sul campo alle aspettative che tante individualità di livello inevitabilmente si portano dietro. L’incipit fu rilevante: i due schiaffoni incassati dall’Italia, giocando il match da favorita, da intendere come campanello d’allarme a quella che poi è stata la clamorosa eliminazione incassata dal meno quotato Galles.
CALCIATORI SOPRAVVALUTATI? – Per alcuni di loro ci si è indubbiamente lasciati prendere dai valori di mercato che ne hanno caratterizzato l’ascesa negli ultimi anni: i 75 milioni di euro versati nelle casse del Wolfsburg dal Manchester City per garantirsi le prestazioni di De Bruyne – ne vale la metà – o le quotazioni astronomiche associate ai nomi di Lukaku e Fellaini. Tre nomi su tutti, per descrivere un trend di sopravvalutazione generale che oggettivamente non esclude nessuno: la moda Belgio ha fatto sì che si pagasse 40 milioni per acquistare Batshuayi o 46.5 per Benteke. Il calciomercato è anche questo: vive di fiammate poco spiegabili che finiscono per generare tendenze che un giorno, più a freddo, risultato devianti.
LEADERSHIP – Ma nel pentolone del fallimento ci rientrano tutti: il ruolo di trascinatore che avrebbe dovuto rivestire il calciatore più ambito del Belgio, Eden Hazard, è andato a farsi benedire. Qualche sprazzo di talento qua e là, ma se ad esempio dovessimo paragonare l’andamento del talento del Chelsea alle prestazioni totalizzanti inscenate sul campo da Gareth Bale (con una nazionale a dir poco meno strutturata, ci stiamo servendo di un eufemismo), beh, il paragone diventa impietoso. La difesa si è persa nei meandri della sua scarsa compattezza e, anche in questo caso, di individualità troppo risonanti rispetto al reale valore. In mediana si è salvato il solito Nainggolan, ma per il resto si è assistiti ad una scena tanto lenta da risultare quasi surreale. Sulla guida tecnica sarebbe meglio sorvolare, ma una cosa va detta: come è possibile retrocedere rispetto a quanto di poco si era già visto due anni fa? Bocciare Wilmots potrebbe bastare, oppure no: fatto sta che questa generazione ha già sprecato tanto e rischia concretamente di iscriversi alla storia delle incompiute.