Il modello Juventus vale anche per gli altri? - Calcio News 24
Connect with us

2016

Il modello Juventus vale anche per gli altri?

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

paolorossi3

Cosa dice questo quinquennio nei riguardi della lotta Scudetto

Uno dei tipici errori “ottici” dell’estate è dimenticare quanto appena avvenuto nella precedente stagione per andare alla rincorsa delle nuove operazioni di mercato che dovrebbero rinforzare la propria squadra. Per i tifosi questa è una suggestione legittima. Lo è molto di meno per gli osservatori ed è, invece, una grandissima colpa dei dirigenti non tenere conto di un’analisi necessariamente lucida. Può essere interessante rileggere il quinquennio della Juventus tricolore attraverso il rendimento anno per anno delle cosiddette big. Si possono scoprire cose molto interessanti sulle identità delle squadre, su come la campagna acquisti o alcune cessioni eccellenti siano andate a incidere in maniera molto forte. Può darsi che la sessione che si aprirà il primo luglio prossimo non terrà conto di queste vicende “storiche”, ma intanto è bene provare a stilare un quadro il più possibile realistico dei fatti così come sono accaduti. Partendo intanto dal modello Juve. E in particolare da una considerazione forte. In ben tre anni dei cinque vissuti da dominatori, un nuovo acquisto si è rivelato immediatamente decisivo: Pirlo all’inizio dell’era Conte; Tevez nel 2013/14, l’uomo che si è rivelato il trascinatore del campionato vinto con 102 punti; Dybala, la scommessa cara di questa stagione che si è rivelata non solo fruttuosa nell’immediato, ma potrebbe anche essere foriera di un grande avvenire. Un parametro zero, un campione che sembrava in declino, una giovane promessa con le stimmate del fuoriclasse. Ogni volta, un esborso economico maggiore. Forse è anche attraverso questa politica “strutturale” che si costruisce una squadra in grado di durare nel tempo. Proviamo a cogliere un aspetto significativo che ha contrassegnato le concorrenti nello stesso periodo.

Fiorentina, la perdita del talento. Jovetic, Cuadrado, Salah. Sono ben tre i giocatori di grande creatività che hanno illuminato la scena del Franchi in queste stagioni. Esigenze di bilancio hanno fatto sì che prima o poi si è dovuto fare a meno del loro contributo. Un “danno” che ha costretto ogni volta ad inventare qualche mossa per sostituire in qualche modo un’assenza importante. Se capitasse anche con Ilicic in questa sessione, il messaggio sarebbe ormai univoco: il giocatore dai piedi buoni e dalle prestazioni geniali (anche se ognuno di loro non è mai stato un campione di eccessiva continuità) non diventa mai il perno attorno al quale costruire un’ipotesi di maggiore grandezza. 

Inter, Handanovic resta? D’accordo, in questo momento l’attenzione è ovviamente calamitata sul passaggio di proprietà. Ma il portiere sloveno è esattamente la dimostrazione di ciò che i nerazzurri sono riusciti a fare praticamente solo nel suo caso: sostituire un eroe del Triplete come Julio Cesar e trovare un erede più che degno. Che oggi, in caso di partenza, potrebbe anche garantire un ingresso di denaro del quale le casse hanno bisogno assoluto. Ma al di là di chi lo andrebbe a rimpiazzare, il tema vero è: l’Inter di adesso può fare a meno di quei pochi di riferimento di provata certezza che ha? 

Milan, la sensazione del ridimensionamento. Tutto nasce nel 2012: scudetto mancato per poco e cessione non solo dei due campioni che ha in rosa, i migliori di tutti, ma anche di coloro che in quel torneo avevano fatto la differenza quando c’erano e ancor più in caso d’assenza. Una volta partiti Ibrahimovic e Thiago Silva il Milan è sembrata una squadra “minore”, come mai nel trentennio berlusconiano. Non basta il buon acquisto di Bonaventura o l’esplosione di Donnarumma per capovolgere un’impressione che ha assunto toni di svolta epocale in senso peggiorativo.

Napoli, la vocazione offensiva. Da Lavezzi a Cavani, dal ciclone Higuain al “sottovalutato” Mertens, il S.Paolo è sinonimo di spettacolo in avanti. Arato questo terreno in modo impeccabile, la scorsa estate l’acquisto di Allan si è rivelato preziosissimo per garantire agli attaccanti azzurri di fare ciò che meglio sanno, tanto c’è chi dietro di loro vigila e li aiuta. Il giorno che un grande colpo arriverà anche in difesa e sarà a presa rapida (Koulibaly ci ha messo un anno a ingranare), ogni sogno sarà possibile, visto che sul fronte offensivo è tutta una certezza (e chi non lo è come Gabbiadini viene lasciato andare senza rimpianti, a quanto sembra).

Roma, il nodo Pjanic. Non è la sola certezza giallorossa il centrocampista bosniaco. Ma certo la squadra con lui ha una solidità mentale difficile da immaginare con altri. Per il resto, i giallorossi sono un buon mix di gruppo storico che non molla (De Rossi e pure Totti), giovani nati esperti (Florenzi), rivalutati dell’ultimo gennaio (El Shaarawy e Perotti). Cosa manca è il bomber da doppia cifra. Ed è un vuoto “storico”, di questi ultimi anni, che Dzeko non ha risolto.