2016
Nedved: «Mercato? Trattative in anticipo»
«Champions? Ma anche il sesto scudetto di fila per la storia»
La Juventus si divide tra Europei e Copa America. Lo ha rivelato il vicepresidente Pavel Nedved, che ai microfoni del giornale ceco Ego ha parlato dei piani estivi: «Io sarò negli Stati Uniti. La stagione è stata molto lunga e fatica, c’è bisogno di riposare. Ma quando il Brasile giocherà ci sarò. Sarò in contatto con Paratici, che invece sarà in Francia. Abbiamo avviato i contatti con alcuni giocatori che ci interessano. Bisogna muoversi in fretta, perché il prezzo di alcuni calciatori può crescere rapidamente».
EUROPEI – Nedved ha parlato delle possibilità dell’Italia agli Europei: «Mancano grandi attaccanti come Del Piero, Vieri e Inzaghi, ma i giovani non sono male. Possono puntare almeno alla semifinale». Ma anche dei colloqui con Mario Mandzukic e Alvaro Morata, visto Croazia e Spagna sfideranno la “sua” Repubblica Ceca: «Ho parlato molto, soprattutto con Mario. La Croazia sarà un avversario molto difficile, hanno grandi giocatori. Possono fermarsi a Malta, ma anche battere il Brasile».
LA LAZIO – Un tuffo poi nel passato, al suo arrivo in Italia: «Zeman mi ha voluto alla Lazio. Cragnotti ha voluto aspettare gli Europei e il prezzo è salito da 500 mila euro a 3,5 milioni. Ero pronto per andare al PSV, con cui c’era un accordo preliminare, poi sono finito alla Lazio. Zeman mi ha contattato due volte e mi ha convinto. Ero convinto di dover procedere a piccoli passi, ma secondo Zeman ero pronto per giocare in Italia e che mi avrebbe preparato. Ho avuto un po’ di paura, ma sono contento».
FILOSOFIA – E poi la Juventus e i progetti: «La vittoria di cinque scudetti di fila non accadeva da quasi 80 anni, ma vincerne sei consecutivi non è mai accaduto e questo è il nostro prossimo obiettivo. Vogliamo però avere soprattutto successo in Europa. Inizio shock? Siamo rimasti tutti uniti. Da Agnelli a Marotta, tutti eravamo d’accordo sulla conferma di Allegri e abbiamo fatto la scelta giusta. Solo 6 gol subiti nel 2016? La Juventus si basa sulla difesa italiana, siamo convinti che il nucleo di questa squadra debba essere italiano, poi va completata con profili internazionali. Il mio lavoro non è sedere in tribuna o in ufficio, ma essere in contatto costante con la squadra e dare una mano per risolvere i problemi. Motivare i giocatori e, quando serve, alzare la voce». Infine, una considerazione sull’arrivo di capitali esteri e sul suo futuro: «Abbiamo avvertito di perdere terreno con il resto d’Europa, quindi abbiamo investito e costruito uno stadio moderno. Cinesi a Milano? Gli investitori possono aiutare, ma la Juventus ha la stessa proprietà da più di 90 anni. E’ una rarità, non solo in Italia. Futuro? Ho un contratto con la Juventus fino al 2018 e intendo rispettarlo, non so cosa accadrà dopo».