Andrea Bocelli: «A casa mia non si può che essere INTERISTI»
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Andrea Bocelli: «A casa mia non si può che essere INTERISTI. Simone Inzaghi come Helenio Herrera? Ecco cosa penso…»

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Andrea Bocelli, grandissimo tifoso dell’Inter e musicista di altissimo livello, ha voluto parlare di quello che è stato lo Scudetto

Tifosissimo nerazzurro, Andrea Bocelli inizia l’intervista al Corriere della Sera snocciolando a memoria la formazione della Grande Inter e da lì prosegue nel racconto della sua passione.

LA GRANDE INTER «Mi mancano i tempi in cui la squadra che vinceva lo scudetto era rappresentata da undici titolari più altri tre o quattro gregari. Oggi i giocatori cambiano ogni domenica, ci sono cinque sostituzioni e gli allenatori fanno turnover».

ASSENTE AL CONCERTO DEL 19 MAGGIO «Sarò in Brasile. Per fortuna ci sono appena quattro ore di fuso orario, col cuore sarò lì».

INTER DI OGGI PIU’ FORTE DI QUELLA DI HERRERA «Non si possono fare questi paragoni, si tratta di un calcio totalmente diverso. A quei tempi il pallone pesava 480 grammi. Oggi è uno sport atletico, prima dipendeva tutto dal piede, dal tocco».

BASTONI «Mio figlio Matteo lo ha conosciuto in Sardegna, dove erano entrambi in vacanza. Lo ha portato a casa, abbiamo parlato un po’. É un ragazzo sicuro di sé, molto determinato».

FIGLI TUTTI INTERISTI«Chi vuole mangiare alla mia tavola deve esserlo, nel 2010 abbiamo festeggiato la Champions a Viareggio tutta la notte».

FARA’ PIANGERE SAN SIRO «Chissà, c’è sempre una prima volta. Quando canto ci metto il cuore, do il meglio per me. Spero di regalare qualche sana emozione. Quando mi riesce posso dire “Mission complete”».