2013
Andrea il brasiliano e il tornado Balotelli: la nave di Prandelli va
LItalia batte il Messico meritatamente e risponde presente allappello della Confederations Cup
Confederations Cup 2013, l’Italia vince la prima e si riscatta in pieno dopo le deludenti esibizioni contro Repubblica Ceca alle qualificazioni per il prossimo Mondiale e contro Haiti nell’amichevole pre-competizione. Vittima di turno un Messico al di sotto delle aspettative, almeno in termini di velocità d’esecuzione, e comunque decisamente meno solida rispetto agli uomini di Prandelli.
ANDREA IL BRASILIANO – Fenomeno Pirlo. Centesima partita in maglia azzurra nella cattedrale del Futebol Bailado, il regista della nazionale italiana incanta il Maracanà con una prestazione sontuosa e condita da un calcio di punizione strepitoso calciato all’incrocio dei pali della porta messicana. Andrea Pirlo ha gestito i ritmi della partita a suo piacimento, spingendo sull’acceleratore nei momenti decisivi e controllando con sapienza le operazioni quando la squadra aveva bisogno di rifiatare. Palla al piede del centrocampista bresciano tutto sembra tanto scontato da apparire surreale: la grandezza del campione, riconosciuta in pieno dai successi accumulati in una splendida e continua carriera, non lo è stato altrettanto a livello personale. Pirlo avrebbe meritato il Pallone d’oro ma qualcuno ha pensato diversamente.
DIROMPENTE BALOTELLI – Dopo Pirlo c’è lui, impossibile nasconderlo. Mario Balotelli è la pedina insostituibile dell’attacco azzurro, l’unico calciatore in grado di fare la differenza sotto ogni profilo: fisicamente ed atleticamente devastante, il centravanti del Milan ha nel suo bagaglio colpi strabilianti che lo rendono completo e redditizio. Freddo in fase conclusiva, Balotelli non sbaglia davanti al portiere e compie sempre i movimenti giusti per garantire profondità alla manovra e spazio per gli inserimenti: ecco l’unico ambito decisamente migliorabile, SuperMario è fenomenale nel suggerire il movimento dei centrocampisti ma raramente poi completa l’opera realizzando l’assist vincente. Giocare meno da solo dunque per accrescere il tasso di pericolosità delle offensive italiane.
SQUADRA MATURA – Cesare Prandelli sa sempre stupire e tirare fuori il meglio dal gruppo anche se non in condizioni brillanti: l’intelligenza del tecnico di Orzinuovi è senz’altro l’elemento fondante dell’economia azzurra, il lavoro sulla solidità complessiva è sotto gli occhi di tutti e la squadra – se si fa eccezione per l’unica leggerezza commessa da Andrea Barzagli nelle ultime due stagioni disputate su livelli strepitosi – non ha sofferto velocità e dinamismo di attaccanti pericolosi come Dos Santos ed Hernandez. Girone iniziato con il piede giusto a dispetto delle solite malelingue che già avevano intravisto un percorso deludente: Giappone e Brasile all’orizzonte, una vittoria per centrare la qualificazione alle semifinali e poi giocarsela con le realtà più accreditate del panorama mondiale. Il percorso avviato dalle qualificazioni agli ultimi campionati europei, proseguito brillantemente con il secondo posto di Euro2012 e poi con le qualificazioni al prossimo Mondiale può acquisire ulteriore linfa grazie alla Confederation Cup per presentarsi brillantemente all’evento atteso dall’intero mondo calcistico. Brasile 2014 è dietro l’angolo e gli uomini di Prandelli lavorano a fari spenti per rispondere presente.