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Buon compleanno a… Marko Pjaca

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Oggi Marko Pjaca compie 28 anni. Ha già giocato in 9 squadre. Che per uno della sua età non rappresenta un record perché ci sono quelli che ne cambiano

Oggi Marko Pjaca compie 28 anni. Ha già giocato in 9 squadre. Che per uno della sua età non rappresenta un record perché ci sono quelli che ne cambiano due nella stessa stagione e procedono per accumulo di maglie, però è indubbiamente un fare e disfare le valigie, per di più con il non banale paradosso di essere proprietà sempre dello stesso club, la Juventus. La società che scommise su di lui a suo tempo, per via di uno dei tanti innamoramenti calcistici di Fabio Paratici, convinto che il ragazzo croato potesse diventare uno dei talenti più fulgidi del calcio europeo. In bianconero le apparizioni sono state poche, una ventina tenendo conto di tutte le competizioni. Con altre squadre ha avuto modo di giocare anche di meno: Schalke 04, Fiorentina, Anderlecht ed Empoli. Con altre, invece, lo si è visto maggiormente in campo: Lokomotiva Zagabria, Dinamo Zagabria, Genoa e Torino. Ed era – al di là del rendimento effettivo – una gran bella notizia perché la storia medica di Marko è oggettivamente un calvario: 8 mesi di stop per un grave infortunio al ginocchio destro, con parziale lesione del menisco e del collaterale in occasione di una gara con la propria nazionale nel 2017; rottura del legamento crociato anteriore dell’altro ginocchio nel 2019; acciacchi vari che ne hanno minato la possibilità di un utilizzo più continuo e ne hanno smorzato quella prepotenza fisica mostrata da giovane nelle sue progressioni.

Per la quale sì, si può tranquillamente ammettere che l’occhio dell’osservatore lo catturava, anche se non si era il direttore sportivo della Juventus. Ed anche per questo le squadre nelle quali ha giocato sono state tante e avrebbero potuto essere persino di più. Perché non c”è sessione di mercato nella quale non spunti qualcuno con il pensiero di puntare su di lui, di provare a scommettere sul suo rilancio, convinto che se si ritrovasse compiutamente Pjaca potrebbe essere un fattore di qualità e non dei più ovvi.

Sotto questo profilo, concentriamoci sulle ultime due stagioni per indagare il rapporto tra aspettative generate e il suo rendimento. Nella penultima Marko approda al Toro e non manca un certo entusiasmo nell’ambiente. Un po’, naturalmente, per l’idea di fare uno scherzo ai cugini: vi prendiamo un giocatore che non rientra più nei vostri piani e vi facciamo vedere che a casa nostra si vive meglio. Le attese sono anche motivate dal trovare un connazionale in panchina, molto bravo nel tirare fuori energie sopite dai suoi giocatori. É proprio lui, Ivan Juric, infatti, a credere più di ogni altro nel croato, convinto che possa essere quel giocatore in grado di garantire il cambio di marcia alle azioni della sua compagine: «Mi aspetto tanto, tanto, tanto. Marko lo conosco bene, volevo portarlo già all’Hellas: nella sua vita ha avuto tanta sfortuna, però lo scorso anno ha ritrovato continuità al Genoa. Sta tornando un giocatore vero: quando la Juve spende più di 20 milioni su un giovane vuol dire che sei forte». Quanto alla posizione in campo, il mister lo vede come un potenziale trequartista: «Penso che per lui sia un bel ruolo: mi piace lì perché crea superiorità, non gioca spalle alla porta, può allargarsi e deve correre meno. All’occorrenza può fare anche la seconda punta». La stagione di Pjaca parte bene e si chiude male. Quanto basta per indurre Urbano Cairo e chi lavora per lui per non dare continuità alla vicenda.

L’ultimo approdo è l’Empoli. Pietro Accardi, il ds dei toscani, è anche lui convinto dell’operazione: «Pjaca è un talento indiscusso, ci potrà dare una mano e siamo contenti si sia calato subito in questa realtà». Anche in questo il meglio lo fornisce all’inizio, la sua prestazione degna di nota la fa a Salerno, alla quinta giornata, dove piace come si muove tra le linee. Poi, progressivamente finisce ai margini, passa molto tempo in panchina, ha sempre meno spazio. Giovedì sera, quando aveva ancora 27 anni, è entrato in campo a due minuti dal novantesimo per concedere gli applausi a uno dei marcatori di Empoli-Bologna, il classe 2000 Nicolò Cambiaghi.