Conferenza stampa De Laurentiis: «Vi spiego l'esonero di Gattuso. Superlega? Cretinata. Su Spalletti e Insigne.. »
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Conferenza stampa De Laurentiis: «Vi spiego l’esonero di Gattuso. Superlega? Cretinata. Su Spalletti e Insigne…»

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Aurelio De Laurentiis parla in conferenza stampa interrompendo il lungo silenzio stampa del club partenopeo

Aurelio De Laurentiis ha parlato in conferenza stampa, interrompendo il lungo silenzio stampa del club partenopeo. Le parole del presidente azzurro.

«Vi ringrazio per essere qui, è chiaro che sono stati momenti difficili questi del Covid, che non ci aspettavamo, ci ha colti impreparati. Già nello scorso campionato avere questo problema, non avere lo spazio ed il tempo per programmare l’annualità, ma ognuno pensa ai suoi egoismi. Senza sapere degli stadi aperti o meno, che senso aveva programmare gli Europei senza il ritiro dovuto ed un ritiro vero oltre ad un mercato vero? Dobbiamo fare la corsa per un assist agli istuzionalista che non investono nel calcio ma sono nei loro ruoli solo grazie a noi e non ci tutelano, ma ci creano altri problemi. Leggevo del problema del Premier inglese, che ha castigato i protagonisti della Superlega, ma variante o non variante si accorda la finale a Londra con gli spettatori. Una settimana prima del lockdown mi è stato chiesto di giocare in Spagna, dissi ma come facciamo a muoverci, e mi dissero di arrivare a Parigi e poi spostarci in pullman. E’ più importante una partita che la salute dei popoli? Tra poco pubblicheremo i calendari, ma chi ci garantisce? Io lo chiederei a Draghi, ma deve prendere atto che ci sono più di 30mln di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo, l’80% di loro, ovvero 24 sono uomini che lavorano per il paese, allora perché tu ti disinteressi completamente al mondo del calcio che è una valvola di sfogo importante? Hai una grande credibilità in Europa, perché non convinci i tuoi colleghi a resettare tutte le partenze dei campionati posticipandone l’inizio ad una data per avere più serenità vaccinale? Perché in Europa non è nata una obbligatrtietà ai vaccini e sento tanta gente che non vuole vaccinarsi e non ci pensa nemmeno, e chissà quanti di voi qui la pensano così. Caro Draghi perchè tu che sei un uomo che dell’economia ha fatto la sua politica e ti ringrazio per questo e hai tutta la mia stima e credibilità, perchè ti disinteressi allo sport nazionale numero uno? Forse non hai considerato che qui in Italia il calcio ha una valenza economica molto importante ma per colpa del COVID è sotto di un miliardo e mezzo. Non mi sembra che il governo italiano si sia messo una mano sulla coscienza e abbia detto: “bene leviamo lacci e laccioli” apriamo una porta di innovazione verificando come sanare i bilanci, tutti in rosso. Siamo tutti in rosso per il Covid, serve una soluzione».

NAPOLI VERONA – «Rimproverarsi o rimproverare a qualcuno è sempre la strada più corta e meno efficace. Quando rompi qualcosa i cocci se li riaggiusti si vedono sempre. È stato un anno e mezzo improprio. Con il COVID e senza i tifosi le partite sembrano quasi giocate in un acquario, dove le voci degli allenatori sembrano quasi stordenti e inimicarsi quella che è la logica di una squadra che trova da sola. Nelle partite c’era quasi una situazione irreale dove le voci degli allenatori diventano protagoniste. Io non credo che quando c’è il tifo dello stadio la voce dell’allenatore arriva ai giocatori se non a gesti. Rimproverarmi qualcosa no perchè è stato un campionato falsato per tutti, poi la deotrologia ti può portare ad avere cattivi pensieri ma io non ne faccio. Il fatto dell’ultima partita – che è stata una grande delusione – io sono andato negli spogliatoi per caricare durante l’intervallo e mi ha fatto molto piacere il gol segnato che mi ha quasi rilassato, non mi ha fatto altrettanto piacere vedere il pareggio. Tu arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso dove sei già stato bastonato durante l’anno in delle partite dove forse meritavi di più. Poi c’è l’episodio del Cagliari che ci aveva creato dei patemi d’animo. Io non ho nulla da recriminare perchè è stato un anno e mezzo molto falsato. Noi abbiamo fatto gli assist agli Europei senza sapere se si poteva girare l’Europeo e noi stiamo decidendo di partire il 20 agosto senza sapere se avremo negli stadi i tifosi. Io vorrei che alcuni miei colleghi mi dessero ragione, convincendo 7-8-9 squadre a non partire così ci ascolterà e ci seguirà».

SUPERLEGA – «Perez non mi ha mai contattato. Io non sono mai stato a favore della Superlega perchè ne faccio una questione economica ma non è che tu facendo un super torneo a 12 dove inviti tu gli altri hai risolto i problemi dell’economia del calcio. I problemi dell’economia del calcio li risolvi se prendi coscienza che la Champions League ed Europa League non servono economicamente a nessuno. Perez ha avuto il merito non di inventare la Superlega –  che è una cretinata – ma di dire “perchè voglio creare la Superlega?”. Perchè la CL e la EL non servono ai nostri bilanci, i nostri investimenti sono tali che non possiamo andare avanti con questi fatturati per fare un assist a chi crede di governare il calcio anziché fare un’opera di segretariato. Invece vogliono comandare, questo è un problema. Dobbiamo creare un campionato europeo più equilibrato dove non si va per estrazione, perchè quello è affidato al caso. Tu devi creare l’equilibrio. I primi 5 paesi più importanti sono quelli che fatturano di più e possono permettersi i giocatori importanti: Spagna, Inghilterra, Germania, Italia e Francia. Queste 5 nazioni meriterebbero un campionato europeo a sé. Chi è che accede a questo campionato europeo? Tu devi dare la possibilità democratica di competere. Se sono l’Udinese, la Fiorentina, il Verona e arrivo tra i primi 6 ho il diritto di partecipare al campionato europeo».

COME VA A FINIRE – «Dovrebbe prevalere il buonsenso e se dovesse prevalere la cosa più auspicabile è che tutti gli attori del sistema si possano sedere intorno a un tavolo. È chiaro che se faccio giocare la Juve con il Crotone è difficile che il Crotone possa batterla. Però lei mi dirà c’è una democraticità che va rispettata, lo sport è questo, però io le rispondo che Veltroni nel ’96 ha sancito che le società non sono dei club ma delle società per azioni, delle spa con bilanci e finalità lucrative. Se lei mi crea un torneo scompensato per capacità economiche, quindi poco omogeneo, lei non sta rispettando il concetto veltroniano».

MONDIALI IN QATAR – «Supercazzata del secolo. Parliamo della FIFA e quindi parliamo di istituzioni, Infantino è molto intelligente e preparato ma lì ci sono degli interessi nati tanto tempo fa, quindi quello che era valido pre covid non lo è più ora. Quando parliamo dell’impresa privata sa mutuare e valutare rischi e mercato. L’impresa pubblica si basa sulle strette di mano, senza immaginare i danni che può creare. Io mi sono chiesto perchè dobbiamo dare i calciatori alle Nazionali, mica ci danno i soldi giusti. Se qualcuno si fa male mi rimborsano la cifra che vale quel giocatore. Io faccio un mercato da 200 milioni e poi mi vengono a chiedere i giocatori. Ma di questo non parla nessuno. Io faccio un mercato, addirittura quest’anno li volevano per le olimpiadi, io gli ho detto ora ci guardiamo tutto in tv e manco giochiamo la Serie A e poi dicono che io ho negato Fabian alle olimpiadi con la Spagna, ma stiamo scherzando? Le istituzioni potevano rinviare tutto a dicembre se ci sono tutte queste competizioni, non è un problema nostro. Poi però vogliono le 20 squadre perché devono votare, quello non puoi farlo però devi giocare sempre».

SPALLETTI – «Spalletti ha sempre avuto la mia stima, l’ho sempre considerato tanto. Lo trovo giusto per il Napoli perchè sa allenare le squadre molto bene. Quando abbiamo giocato contro di lui non è stato semplice e facile. Gestire le situazioni difficili come Inter e Roma – dove si sentiva l’assenza della proprietà – ha gestito molto bene tutto».

RINNOVO INSIGNE – «Con Insigne non ci siamo proprio sentiti. Finiti gli Europei ci si incontra, ci si siede e ci si parla e sarà quel che sarà».

PARABOLA DISCENDENTE DEL NAPOLI – «Non è un problema di non essere andati in Champions ma di essere passati a 30 mln di stipendi a 50, a 75 a 120 e oggi a 156 mln. È ovvio che bisogna sanare questo problema, cioè il Napoli spende delle cifre che non fattura. Deve rivedere il foglio paga dei calciatori. Numero due il Napoli deve, in un mercato dove sono tutti afflitti dall’aver perso molti soldi, ti faccio un esempio: c’è chi fattura molto più di me ma molto più di me che da due anni non mi paga. Mi sta pagando ora. Non c’è un ridimensionamento, una semplice presa di coscienza che il budget va rivisto altrimenti fai fallire il Napoli. Se vuoi riportare il Napoli sul giusto binario devi tagliare le spese eccessive. Come se facessi un film in Italia, dove non incassi più di tanti, con un budget americano, non avrebbe senso. Come mai tutti i miei colleghi hanno debiti? Poche aziende nel calcio sono sane».

VENDERE UN BIG – «Forse non basterà venderne uno solo. Forse bisognerà vendere quei calciatori che hanno aumentato a dismisura la loro parte salariale, quella che il Napoli non può pagare. Forse due acquisti non avrei dovuti farli, dovevo dire ‘Aurelio stai calmo, tanto c’è il Covid ed il campionato non conta nulla, congelando tutto’. Da ottimista quale sono, ho investito troppi soldi e mentre io investivo dall’altra parte mi dicevano hai un contratto per cinque anni ma non lo possiamo rispettare».

ESONERATO GATTUSO – «Io non ho mai voluto esonerare Gattuso, l’ho visto dolente con tanto di occhiali, non presente in panchina. Quindi mi sono preoccupato chiedendomi cosa sarebbe accaduto se la situazione fosse precipitata. Ho chiamato Spalletti chiedendo la sua disponibilità e lui me l’ha data».

VERONA NAPOLI – «Verona-Napoli? A un certo punto, viste alcune partite dove il mister non si sentiva nella forma perfetta e visto che tutti gli interlocutori televisivi erano ex colleghi che lui conosceva, ho preferito evitare che si speculasse su alcuni calciatori e sulla società. Ho preferito mettere il silenzio stampa, visto che la mia intenzione era andare avanti fino alla fine della stagione. Convocai una riunione con il medico Lombardo, l’amministratore delegato e tutta la squadra dicendo ‘Vi potrei pagare in ritardo, invece vi pago in anticipo lo stipendio di gennaio. Però vi dico l’allenatore rimane, quindi non fate storie. Poi ho detto Rino, tu resta che ti devo dire alcune cose».

BENITEZ – «Noi ci sentiamo sempre, di lui mi piace sempre il suo modo inglese di organizzare il lavoro. La prima volta che parlammo di giocatori lui mi fece una lista, gli dissi che non era possibile comprarli perchè servivano 300 milioni. Mi presento una seconda lista, ma anche quella era troppo cara. Lui, invece di mandarmi a quel paese, non si scompose e mi presentò una terza lista e qualcuno di quei calciatori è ancora con noi. Sentii cose inesatte, con Rafa c’era un anno più opzione, lui aveva sempre avuto un problema familiare con moglie e figlie perché è di temperamento, molto del sud, legato, e quando esercitai l’opzione mi disse che doveva stare in Inghilterra con la famiglia, ma non doveva firmare perché i contratti si rispettano, è rimasto e arrivammo quinti solo per un rigore di Higuain».

CONFERMARE GATTUSO – «Se ci ho pensato? Avevo preparato prima della gara, perchè credevo che sarebbe andato in Champions, un ringraziamento per Gattuso per il raggiungimento della Champions. Dopo il pareggio col Verona, abbiamo snellito la comunicazione, ringraziando Gattuso con un tweet per il lavoro svolto. Ho sentito dire in televisione che non era accettabile fare così, in realtà io sarei potuto essere molto inquieto. In realtà io avevo già scelto di smettere con Gattuso già nell’estate precedente, l’avevo preso per tamponare l’uscita di scena di Ancelotti. Anche se avesse vinto il campionato, la sua mission a Napoli si sarebbe conclusa. Mendes è un amico, ceniamo insieme, abbiamo parlato anche del rinnovo ma non ci siamo trovati in linea, ci siamo firmati due righe, poi quando finiscono ai legali diventano 27 righe di troppo e allora dissi soprassediamo e vediamo. Purtroppo abbiamo perso partite che non avremmo dovuto perdere, altre le abbiamo vinte quando potevamo avere problemi, questo disequilibrio, senza avere continuità, è stata una riconferma che dovevo ad un certo punto interrompere quella collaborazione anche se fossimo arrivati in Champions».

INSIGNE E MERTENS – «Ovviamente tiferò Insigne venerdì, che domande».

CESSIONI IMPORTANTI – «Bisogna capire con l’allenatore cosa sostituire e cosa non sostituire. Solo allora vedremo se il mercato ti permetterà di operare in entrata e in uscita. Ho appuntamento con Spalletti venerdì, lui inizia il contratto con noi il 1 luglio. Proposte indecenti? Magari arrivassero. Nessuno è incedibile per delle proposte appropriate».

5 CAMBI – «Una cosa che mi ha fatto molto incazzare sono i cambi. Otteniamo i 5 cambi, è possibile farli solo gli ultimi 10 perché non so come amministrarli? Ma stiamo scherzando? Me li fai giocare 5 minuti quando mi hai fatto investire perché ci credevi da morire e si annullano come valore e crescita? Non è cambiato nulla con i 5 cambi? Poi dicono io devo andare d’accordo con lo spogliatoio, ma mica chi non gioca dall’inizio è un cretino? Poi giochiamo a luglio, nel caldo, interruzioni come nel basket, tutti intorno all’allenatore, e perché non si è continuato? Non è spettacolo anche quello».

OBIETTIVO DEL NAPOLI – «Io ho bisogno di far quadrare i conti e tornare in Champions».

SCUSARSI CON I TIFOSI DOPO L’ULTIMA PARTITA – «Con i tifosi mi posso scusare soltanto io e qualunque scusa fatta da qualunque calciatore potrebbe sembrare una cosa voluta. Io dialogo con i miei tifosi, ci sono quelli che mi amano e quelli che mi odiano. Il tifoso ha sempre ragione perchè è tifoso ma non ha interessa alla salvaguardia dei conti, vuole vincere e basta. E lo capisco, non ci sono logiche societarie. Il silenzio stampa è stato una panacea, dall’altra parte del tavolo l’intervistatore è un ex allenatore o calciatore e nei confronti di un allenatore che è stato calciatore fino a poco tempo fa, c’è un ping pong che può far cadere in qualche trappolone anche l’allenatore. L’ex calciatore-intervistatore ha tutto l’interesse di fare lo scoop. Per evitare tutto ciò, in un momento particolare perchè c’è il COVID, di sofferenza..per evitare di rovinare un rapporto tra società uno mette il silenzio stampa. Io l’ho messo dopo aver sentito delle cose inappropriate, meglio metterci subito uno stop. Per evitare tutto ho messo il silenzio stampa dopo aver sentito delle cose inappropriate. Ho preservato l’allenatore non mandandolo in tv dopo Napoli-Verona, lo avreste massacrato. La cosa più bella sarebbe stata vincere, andare in Champions e l’avrei ringraziato pubblicamente. Perchè dovevo metterlo sul banco delle domande come fosse un imputato. Ha fatto quello che doveva fare, giocavano i suoi calciatori. Ho visto i suoi allenamenti ed ho notato che era altamente allenante, era il primo ad arrivare e l’ultimo ad uscire da Castel Volturno. Non ho niente da rimproverargli».

SALERNITANA – «È difficile dare un giudizio schierandosi da una parte o dall’altra. Credo che ci siano delle interpretazioni sia sul piano sportivo che giuridico che non sono solo tutte da una parte o dall’altra. Non so se in questa situazione quanto abbia giocato la diatriba personale o quanto invece ci sia quella miopia istituzionale. Se io so che in Serie A non posso avere una seconda squadra, nel momento in cui sto lottando e organizzando per venire in Serie A devo avere le carte in ordine per un’eventuale cessione. La stessa cosa che capiterà al Bari di mio figlio. Se ricominci da un fallimento, cioè dalla Serie D, puoi avere due società. Nel momento che entri nel settore professionistico io mi sono tirato fuori ed è rimasto mio figlio. Che tu possa mantenere una quota di minoranza è tutto da vedere se non sia possibile ma in realtà ricorsi alla corta d’Europa o al TAR non ce ne sono mai stati. Son quelle situazioni dove per il quieto vivere del calcio, uno in maniera molto serena ed educata invece che accendere gli animi mediaticamente dovrebbe sedersi a un tavolo».

STRATEGIA PER TORNARE IN CHAMPIONS – «E’ molto semplice, se non avessimo fatto giocare solo 5 minuti quei giocatori ora avremmo modo di fare certe valutazioni e sostituire magari alcuni più affermati, alleggerendo perdite e costi salariali. Oggi come oggi servono grossi ragionamenti con l’allenatore, poi l’impossibile si fa con il piede in due scarpe, dovrei prima vendere per poi comprare, oppure comprare senza aver comprato, il giocoliere finanziario, qualcosa che i ds difficilmente fanno perché abbiamo sempre avuto capacità economiche in tempi diversi».

NAPOLI TRA 5 ANNI – «Tra cinque anni vorrei vedere il mondo del calcio altrove e se questo dovesse accadere anche il Napoli sarebbe altrove. In un’altra lega? No».

RILANCIARE IL SETTORE GIOVANILE – «Assolutamente sì. Però nella vita ci sono delle priorità, e nella vita post Covid non si può distrarre denaro. Le infiltrazioni sul territorio campano non lasciano serenità ai genitori, molte sirene arrivano dal nord. Non è un problema di strutture, avevamo il vivaio a Castel Volturno, ma decidemmo che non era bello ai 14-15-16enni far vedere quelli con la Ferrari, spostiamoci da un’altra parte e trovammo un posto niente male con palestra, piscina che poi è andato fallito. Cercai di prenderlo dal Comune, non hanno avuto questa intenzione e mi sono spostati al Kennedy, ho provato a comprarlo, ma ho capito che non tutto era ok e ho detto aspettiamo, ci sono altre priorità.. Quando in tribunale ho preso per 37 milioni un foglio di carta, non c’era nessun calciatore, nessun centro sportivo. Non c’era nulla. Vidi Pierpaolo Marino che andava da un tabaccaio a comprare le maglie e lì, dove si fanno le mozzarelle a Paestum, organizzammo il primo ritiro. Noi siamo partiti da zero, forse questo salire con grande spinta vi ha illuso per poi avessimo il fiato per fare anche il vivaio, poi questo, poi quell’altro. Mi creda, non tutti i genitori vogliono immaginare una permanenza dei figli in Campania. Ieri ho chiamato Fienga della Roma, gli ho detto ‘Ma che ci state fregando un 14enne? Ma io mica ti vengo a mettere le scatole? Ma che ci dobbiamo fare la guerra?”. Questo per dirvi che il genitore, probabilmente, dice me ne vado a Roma e mi tolgo da questo territorio che ha dei problemi un futuro di liceità spostandolo a Roma. Ancor di più spostandolo a Torino, Milano o Bergamo. Preferirebbe avere un grande vivaio ed una squadra al 12° posto?».

ABBONAMENTI – «Se fossimo una lega seria non dovremmo ripartire con la capienza al 25% degli spettatori. se sono vaccinati perchè il 25%? Chi l’ha detta questa stronzata? Costa? E vorrà dire che ci darà i soldi suoi. Uno può dire tutte le stupidate che vuole, ma non può incidere sulle tasche altrui. Perchè non partire a dicembre? Non era meglio ripartire col campionato dopo il mondiale in Qatar previsto in inverno? Abbonamenti? Ma come li faccio gli abbonamenti se non ci sono gli stati aperti?!».

VAR A CHIAMATA – «Sono due anni che lo chiedo, ma anche la classe arbitrale è un centro di potere. L’Italia è il paese dei poteri forti, lei conosce la massoneria? I centri di potere sono discriminanti, sei amico, ti favorisco? Sei nemico, ti sfavorisco. Sai quante volte il VAR… in Europa sono molto più attenti rispetto al campionato. Io farei una domanda al mio amministratore delegato ed una a mio figlio sul futuro del calcio italiano”».

MAGLIE AUTOPRODOTTE – «Faremo una conferenza stampa con Emporio Armani, che debbo poter fare quando avrò del materiale perchè altrimenti diventano chiacchiere. Potrei presentare le prime due maglie a Castel di Sangro, c’è anche un problema di tempistica. Una nave dalla Cina ci mette 45 giorni per arrivare, credo che potremmo presentarle nella settimana che va dal 7 al 15 agosto».

FUTURO CALCIO ITALIANO – «Dovrebbe essere controllato la finanziabilità, certificata, ma se lo chiedi alla FIGC ti risponde allora si iscrivono solo 4 società. Se Florentino ha combinato la frittata che ha combinato, significa che persino lì non quadrano i conti, il Barça stava per portare i libri in tribunale, e il Chelsea quanto ha messo prima di vincere e Marina che prova a sistemare le cose. ed al City senza il Qatar? Quando ho fatto il progetto la scorsa estate di produrre noi le partite e commercializzarle ai tifosi, ho sentito tanti dire straordinario ma poi non l’abbiamo fatto perché non sono imprenditori».