Di Livio: «Questo campionato non ha più senso» - ESCLUSIVA
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Di Livio: «Questo campionato non ha più senso» – ESCLUSIVA

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Angelo Di Livio ha segnato un decennio del calcio italiano, tra Juve, Fiorentina e Nazionale: ecco le sue parole in esclusiva

Angelo Di Livio, ex ala di Juventus, Fiorentina e della Nazionale, ha parlato della sua carriera e dei temi più caldi del calcio italiano. Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Calcionews24, Di Livio ha parlato delle decisioni per la ripresa del campionato, con un occhio particolare ad alcuni calciatori giovani, anche in ottica Nazionale.

Il Consiglio Federale, riunitosi ieri a Roma, ha trovato l’accordo per far ripartire i campionati. Cosa pensa delle decisioni prese? Sarà un problema anche per i calciatori riprendere?

«Io la vedo difficile, non so come faranno, senza pubblico anche. Secondo me questo è un campionato che non ha più senso. È un trauma di tutti, ci sono tanti morti, ancora parecchi contagi, faccio fatica a capire come un allenatore possa preparare una partita, faccio fatica a capire come si possa fare una trasferta. Se riusciranno a fare questo, saranno davvero bravissimi, però per me non ha più senso questo campionato».

Dopo la carriera alla Juventus, l’esperienza alla Fiorentina. Cosa pensa del nuovo corso societario inaugurato da Rocco Commisso?

«Mi piace Commisso, so che ha idee abbastanza importanti. Vedremo quello che saprà fare. Mi piace anche Iachini per come si è approcciato alla Fiorentina. ha dato una mentalità divesa. La Fiorentina ha giovani molto interessanti, Castrovilli e Chiesa su tutti. Poi è stata anche molto sfortunata perchè ha perso Ribery in un momento delicato, però è una squadra che secondo me il prossimo anno può fare davvero grandi cose».

Giovani italiani interessanti Federico Chiesa e Gaetano Castrovilli che si uniscono a tanti prospetti italiani davvero dal grande avvenire. Come vede la Nazionale di Roberto Mancini?

«Mancini ha fatto capire che non guarda l’età, chi è bravo e chi ha personalità, lo mette dentro. Stanno ritornando ad esserci dei giovani davvero interessanti, quindi questo mi fa ben sperare. Poi abbiamo visto il lavoro di Mancini, è stato straordinario».

Nel suo ruolo si sta distanguendo, da diversi anni ormai, Manuel Lazzari della Lazio. È azzardato un paragone con lei?

«Lui è molto diverso però a me piace molto. Io forse posso essere considerato come la vecchia ala che sapeva ricoprire tutta la fascia, forse ero un po’ più offensivo di Lazzari. Lui mi piace molto, ha una bella corsa, forse dovrebbe migliorare un po’ di più sotto il gesto tecnico del cross, ma è un giocatore davvero interessantissimo. La Lazio ha saputo lavorare in questi anni, con Lotito, Inzaghi, tutta la società, si meritano tanti elogi. Vediamo però che succederà, qualora riuscissero a concludere il campionato».

In conclusione, a giugno saranno 18 anni da Italia Corea del Mondiale 2002. La sua immagine contrapposta a quella di Moreno è passata alla storia. Cosa si percepiva in campo?

«Quello fu uno scandalo, lo sanno tutti, per come si sono comportati gli organizzatori, l’arbitro Moreno… è stata una farsa e ci abbiamo rimesso noi putroppo. Nessuno ha alzato la voce in quel periodo, anche se c’era il sentore che qualcosa non andava. Noi eravamo forti, diciamo che l’unico aspetto piacevole è che siamo riusciti a segnare un percorso che poi sono stati bravi a portare a termine nel 2006 con quella grandissima vittoria».