Esclusiva - Zambrotta: «Seedorf al Milan? Grande carattere, ma senza esperienza. Rossoneri giustamente terzi» - Calcio News 24
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2013

Esclusiva – Zambrotta: «Seedorf al Milan? Grande carattere, ma senza esperienza. Rossoneri giustamente terzi»

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Il Milan chiude la stagione ribaltando la gara con il Siena e portando a casa la vittoria più importante della stagione: fino alle 22, infatti, era la Fiorentina a essere qualificata per i Preliminari di Champions League, a discapito del Diavolo, ma poi Balotelli prima e Mexes dopo hanno riportato i rossoneri al terzo posto. Nel mentre noi eravamo con Gianluca Zambrotta, ex difensore di Milan, Barcellona e Juventus, tra le altre, per commentare il momento della società di via Turati e anche del suo passato da calciatore, con occasioni sfumate e possibilità non colte.

Gianluca, al tuo arrivo alla Juventus Marcello Lippi ti sposta in difesa da esterno di centrocampo e inizia il tuo momento d’oro. Col senno di poi quel cambiamento cosa comporta? 
Con Ancelotti c’è da dire che sono tornato al ruolo a centrocampo: facevo l’esterno di un centrocampo a tre. Con Lippi le cose cambiarono perché arrivò anche Camoranesi, quindi il tecnico mi chiese di spostarmi più dietro. Da qui il cambio di ruolo e da lì è nato tutto.  

In due anni al Milan hai cambiato tre allenatori, quasi un record. Che differenze denoti tra i vari che hai avuto in quel periodo rossonero?
Ancelotti è stato sicuramente un allenatore importante per il Milan in quel momento ed è stata anche una persona fondamentale al di fuori del campo per il rapporto che aveva con i giocatori. Leonardo invece ha rappresentato una parentesi, ma non solo per noi: anche per lui, proprio perché adesso fa tutt’altro ruolo al Paris Saint-Germain. Allegri, infine, ha fatto un buon lavoro e in questi anni ha iniziato bene per poi finire a lottare per buoni risultati. È partito bene, poi dopo lo Scudetto comunque ha trovato un secondo posto e ora un terzo con la Champions.  

Con Allegri che potrebbe andare alla Roma si parla di Seedorf come possibile sostituto di Allegri sulla panchiha del Milan. Cosa ne pensi? 
Ho dei dubbi a riguardo perché l’allenatore deve avere esperienza e deve aver fatto l’allenatore per alcuni anni prima di poter approdare in una grande squadra. Ci sono ovviamente delle eccezioni, per esempio Capello non era ancora lanciato come allenatore quando andò al Milan, quindi non possiamo fare una regola. Ciò non toglie che Clarence ha grande personalità e non ci sarebbero problemi da quel punto di vista.  

Si corre il rischio di fare la fine di Gattuso al Sion?
Gattuso fa storia a sé. Faceva due ruoli e poi alla fine lo hanno costretto a tornare al solo ruolo di giocatore, ma vedremo poi l’anno prossimo cosa succederà.   

Perché tu non hai preso in considerazione la possibilità di fare come Gattuso o Del Piero, a fine carriera recatisi in campionati definibili minori?
Ci fu qualche oportunità all’epoca, ma ho aspetto per vedere se usciva qualcosa di interessante. Comunque dovevo prendere una decisione tra l’allenare o il continuare ad allenarmi e alla fine ho preferito seguire il corso a Coverciano insieme a tutti gli ex campioni del Mondo, come Grosso.  

Coco, Albertini e Zambrotta hanno qualcosa in comune: sono gli unici italiani ad aver giocato nel Barcellona, senza contare Motta.  
Sì, Motta all’epoca non era ancora “italiano”. Comunque il Barcellona aveva e ha la mentalità di crescere giocatori della cantera e difficilmente prendono giocatori dall’estero, ora magari negli ultimi anni le cose sono cambiate, ma sono comunque restii. Sicuramente io consiglierò sempre l’esperienza di andare a giocare al Barcellona perché è stato un grande momento per me. 

Chiudiamo con un verdetto. Il Milan merita il terzo posto?
Ha fatto un cammino importante e sicuramente merita questo terzo posto. La Fiorentina? Sicuramente è la sorpresa di questo campionato e potrà esserlo anche del prossimo. Loro, secondo me, nemmeno se lo aspettavano che avrebbero potuto combattere per questi obiettivi, ma oramai erano arrivati fin lì quindi non aveva senso non provarci.