Figc compie 120 anni, Chiellini: «Tornare a competere per vincere»
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La Figc compie 120 anni, parla Chiellini: «Dobbiamo tornare a competere per vincere»

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Per i festeggiamenti dei 120 anni della Figc, gli Azzurri sono stati ricevuti al Quirinale da Sergio Mattarella e tra i giocatori ha parlato Chiellini

In occasione delle celebrazioni dei 120 anni della Figc, la Nazionale di Mancini è stata ricevuta al Quirinale da Sergio Mattarella, che ha ricevuto in dono la maglia azzurra. Proprio il presidente della Repubblica ha voluto dare il benvenuto agli Azzurri, complimentandosi per la vittoria contro la Polonia e concentrandosi poi sul ruolo dei vivai «che devono essere luoghi per far emergere i giovani talenti e non luoghi di guadagno futuro».

Tra i giocatori, invece, ha preso la parola Giorgio Chiellini, capitano della Juventus e della Nazionale: «È un onore per tutti noi rappresentare l’Italia del calcio. Onore in particolare per me nelle vesti da capitano, nel raccogliere l’eredità di un grande esempio come Gigi Buffon. Unione e ripartenza, queste sono le parole chiave per me quest’oggi. Abbiamo l’onore di rappresentare l’Italia e dobbiamo avere unità come movimento, sia noi dal punto di vista tecnico, che per quanto riguarda i media e i tifosi.L’Italia ha bisogno della fiducia di tutti per ripartire e tornare quelli che eravamo. Abbiamo vinto quattro Mondiali e un Europeo, serve la fiducia di tutti per imporsi in Italia e nel mondo, ripartendo dai successi ottenuti nella storia. Noi abbiamo il compito di prendere per mano la nuova generazione per tornare a fare quello che abbiamo sempre fatto: competere per vincere».

Anche il ct della Nazionale, Roberto Mancini, ha parlato durante l’incontro al Quirinale: «È emozionate essere qui e incontrare il presidente della Repubblica. Questa giornata è più emozionate di ieri sera. Quella era una partita di calcio, si può perdere, si può vincere però occasioni come questa non capitano spesso». Mancini si è poi concentrato sui Mondiali del 2022, sogno di Mattarella, che spera di vedere il suo successore alzare la Coppa del Mondo come fecero Pertini e Napolitano: «Anche noi ci speriamo, ma è un appuntamento abbastanza lontano. Le pressioni già sono dei giornalisti, altre non ne servono, è ovvio che vorremmo vincere ogni partita ma non può sempre accadere».