Sarri: il sarrismo, il derby che tritura e la tuta: una raccolta delle sue massime in vista del suo secondo mandato alla Lazio
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Sarri: il sarrismo, il derby che tritura e la tuta: una raccolta delle sue massime in vista del suo secondo mandato alla Lazio

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Alcune delle massime di Maurizio Sarri nel giorno del suo ritorno alla Lazio 446 giorno dopo le dimissioni

Maurizio Sarri è tornato ufficialmente sulla panchina della Lazio il 3 giugno 2025, 446 giorni dopo le dimissioni che avevano chiuso il suo primo ciclo biancoceleste. L’accordo, definito come una «scelta di cuore» da entrambe le parti, è nato da un dialogo diretto e senza fronzoli con il presidente Lotito. Il tecnico toscano riparte a carte scoperte, con la sua identità intatta e un linguaggio sempre tagliente, capace di dividere ma anche di lasciare il segno. Ecco una raccolta delle sue frasi più emblematiche, raccolte dal Messaggero, tra calcio, società e Lazialità.

SARRISMO«Quando l’ho letto sulla Treccani ho capito che abbiamo tutti perso la testa. Io non saprei darne una definizione, mia moglie sì: il modus operandi di un uomo scontroso. Adotto metodi ossessivi che a volte provocano un rigetto dei calciatori. Ma non bisogna spegnere il bambino che è in loro».

OBIETTIVO«Il mio mestiere è l’unico che avrei fatto gratis. Parte tutto dall’allenatore: se si diverte lui, dopo un po’ si divertono i giocatori. Se giochi bene ti diverti, e alla lunga vinci».

CALCIO MODERNO«Va salvato dalle istituzioni, è un business. Il calcio italiano è in mano ai procuratori, il mercato aperto a campionato iniziato è uno scandalo. Soluzioni? Cominciare dalle piccole cose: rinunciare alle tournée estive, riportare la Coppa Italia ad agosto anche per le big, farle giocare sui campi delle squadre di C, che farebbero incassi record».

CALENDARI«Ho parlato con un mio amico statistico del calendario 2023/24: giocare 3 delle prime 4 trasferte contro Juve, Napoli e Milan era impossibile, non può essere casuale».

APPARENZA«Mi criticano per la tuta: quando vedo gli allenatori delle Giovanili in divisa sociale su terreni di fango mi vien da ridere. Purtroppo ormai conta solo l’apparenza».

AMBIENTE«L’ambiente che contorna la Lazio è devastante: c’è insoddisfazione perenne».

TIFOSERIA«Il popolo laziale è molto migliore di come viene descritto in giro. Ti entra nella pelle. L’educazione e la civiltà con cui ti parlano i laziali non l’ho mai vista».

LAZIALITÀ«La Lazio è strana: da fuori non te ne rendi conto, ma se entri dentro, la Lazialità ti invade. La cosa più bella che può succedere è sentirsi d’appartenere a un popolo».

STADIO«Sentire l’urlo dei laziali all’Olimpico è clamoroso, vorrei averli con me in uno stadio da 50mila persone con le tribune incollate al campo. Il mio obiettivo prima di smettere è fare la prima partita della Lazio al Flaminio, e che il Flaminio si chiami Maestrelli».

DERBY«Il derby mi trita, mi rovina la vita, mi toglie il sonno la notte ma è bellissimo. Quando lo giochi, l’ultimo pensiero sono i punti: si gioca solo per il popolo laziale. Battere il Bayern dà soddisfazione, ma la felicità di regalare il derby ai laziali vale di più».