Livorno, Nicola: «Gruppo di tanti leader»

LIVORNO NICOLA – Uno degli artefici della rinascita calcistica a Livorno, non può non rispondere al nome di Davide Nicola, l’allenatore che ha dato un volto ben determinato alla formazione labronica, riportandola in Serie A dopo tre anni. Il giovane tecnico della formazione amaranto, intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, ha spiegato il suo credo calcistico, e ha fatto capire quanto sia stato difficile lavorare sulla testa dei giocatori: «La squadra era reduce da una stagione difficile: la salvezza all’ultima giornata, la tragedia di Morosini, l’ambiente depresso. Ho cercato subito di capire a che punto fosse l’autostima, dicendo: “Ho sentito che in questa squadra non c’è un leader. Una fesseria: qui ci sono 20 leader di se stessi”. Chi è stato il più bravo? Non è questione di essere bravi o no, ma di prendere coscienza dei propri mezzi. La squadra ha scoperto di avere tanti punti di riferimento: Paulinho, Belingheri, Luci, Emerson… Gente che dà l’esempio, perché essere leader non significa solo comandare. Le mie idee di calcio? Possesso palla, occupazione degli spazi, che se fatta nel modo giusto ti permette di correre meno e meglio, pressing che non è un obbligo ma deve cambiare secondo la partita e gli avversari, adattabilità dei giocatori a più ruoli. Come immagino la Serie A? So soltanto che è un campionato completamente diverso, che anche la qualità dei singoli è diversa, come le situazioni: puoi essere la grande sorpresa o la grande delusione. A cosa serve essere promossi con oltre 80 punti come il Pescara per poi ripiombare giù subendo tutte quelle sconfitte? Serve equilibrio.»