Fassone licenziato: non sarà più l'amministratore delegato del Milan
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Salvate il soldato Fassone: ennesimo licenziamento in una carriera con più ombre che luci

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Juve, Inter e Milan. Marco Fassone ha lavorato in tutte e tre le big del nostro calcio con risultati alterni

«A Marco Fassone sono stati contestati: la gestione dei contratti interni alla società, la responsabilità nei piani prospettici e la struttura del mercato cinese». Questa la motivazione emessa dal nuovo cda del Milan che ha defenestrato Marco Fassone che a partire da oggi non sarà più l’amministratore delegato del Milan. Un anno fa a quest’ora i tifosi rossoneri esponevano striscioni e intonavano cori dedicati ai due dirigenti milanisti, Massimiliano Mirabelli e Fassone, capaci di allestire una campagna acquisti faraonica da oltre 220 milioni. Bonucci, Calhanoglu, Rodriguez e Biglia sono solo alcuni dei nomi che i due sono riusciti a portare a Milanello sotto il claim, molto in voga 365 giorni fa, “passiamo alle cose formali”. Ora alle cose formali ci è passato Paolo Scaroni e come prima azione dopo la nomina di nuovo presidente del Milan ha deciso di rompere i ponti con il recente passato, tagliando fuori Fassone,YongHong Li e depotenziando Mirabelli. Finisce così l’era rossonera di Fassone che colleziona un altro licenziamento dopo quello alla Juve e all’Inter.

Sì, perchè se quando non si tratta di gestire società sportive Fassone è un abile stratega il discorso cambia quando di mezzo c’è il pallone. L’ex ad rossonero ha lavorato per 12 anni alla Ferrero come manager dell’area marketing, con ottimi risultati. Nel 2003 entra nel mondo del calcio dalla porta principale, alla Juventus. Lo scandalo Calciopoli, poi, ha colpito la società bianconera e il caos ha rinforzato la posizione di Fassone nella società torinese, rendendolo Responsabile dei ricavi della Juventus, gestendo personalmente i contatti con la Lega Calcio. Ma Fassone viene colpito dalla rivoluzione che Andrea Agnelli, il Presidente della Juventus, metterà poi in atto nel 2010. Fassone saluta e approda al Napoli dove sarà una figura fondamentale per la rinascita del club. Fino al 2012 quando accetta la proposta di Massimo Moratti di diventare Direttore Generale dell’Inter.

Nei primi due anni nerazzurri fila tutto liscio con Fassone responsabile sia della parte sportiva che della parte marketing del club, ma nel 2014 Erick Thohir, l’allora nuovo Presidente dell’Inter succeduto a Moratti, inserisce in società la figura di Michael Bolingbroke. Quest’ultimo prende in mano le redini della parte marketing dei nerazzurri, con Fassone relegato solamente a compiti sportivi come comunicazione e stadio. La convivenza con Bolingbroke diventa complicata e le precedenti azioni discutibili (come la conferma di Mazzarri seppur in crisi, l’acquisto di Kondogbia e il famoso scambio-non scambio Guarin-Vucinic con gli acerrimi rivali della Juventus) mettono alla porta Fassone, che nel settembre del 2015 lascia l’Inter. «No, proprio non me l’aspettavo, per i tempi e per i modi. Proprio adesso che le cose cominciavano ad andare bene. Avrei capito se mi avessero mandato via a giugno, dopo il deludente campionato e il rinnovo sbagliato a Mazzarri, ma adesso proprio non ci sono spiegazioni che possano reggere». Così si sarebbe sfogato in seguito il dirigente, prima di approdare al Milan. Ora l’ennesimo licenziamento che forse suggerirà all’ex amministratore delegato rossonero una lunga pausa dal mondo del calcio.