Medel bacchetta Suning: «Troppa confusione, meglio l'Inter italiana di Moratti» - Calcio News 24
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Medel bacchetta Suning: «Troppa confusione, meglio l’Inter italiana di Moratti»

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Gioca nel Besiktas, ma non ha dimenticato l’Inter (e neppure Suning, a dire il vero): le parole di Gary Medel

Gary Medel adesso è a Istanbul e gioca con il Besiktas. Non può però dimenticare le annate all’Inter, con cui non ha vinto nulla ma che gli hanno lasciato emozioni fortissime. Ha sempre ammesso di essere tifoso nerazzurro e giocare con l’Inter è stato uno dei picchi della sua carriera, come ammette lui stesso. Anche se all’Inter non sono state rose e fiori, l’esperienza è stata abbastanza difficile per via dei molti cambiamenti in seno alla squadra e alla società. Si sono succeduti cinque tecnici (sei con Spalletti) durante i suoi tre anni milanesi, ma soprattutto si è verificato l’acquisto dell’Inter da parte di Suning, con il conseguente addio di Moratti e il ridimensionamento di Thohir: «Il vero problema dell’Inter è stata la confusione. Tanti cambiamenti in corso, per Suning non sarà facile stare dall’altra parte del mondo, meglio una proprietà italiana come con Moratti».

Medel su Spalletti: «Grande tecnico»

Dopo l’Inter ha scelto il Besiktas nonostante altre richieste da Spagna e Messico, a Istanbul si trova bene, ma c’è un po’ di nostalgia di Milano. Arrivò in nerazzurro grazie alla stima di Walter Mazzarri, che Medel ringrazia ancora oggi e a cui rivolge molti apprezzamenti sinceri. «De Boer non fu un flop, non ha avuto tempo. Pioli ha fatto bene, è una persona super e un grande allenatore. L’addio di Mancini fu importante, se uno come lui lascia a agosto…» continua Medel a La Gazzetta dello Sport. Il cileno ha fatto in tempo anche a scoprire Luciano Spalletti, sebbene il rapporto tra i due sia durato soltanto il tempo di qualche giorno. Il sudamericano crede nel tecnico e nell’Inter per la corsa Champions League e, a proposito di Spalletti, conclude: «Penso sia un grande. Con me fu chiarissimo, disse che voleva gente brava nel palleggio e con un incontrista come me poteva fare poco».