Mezzano: «Taglio stipendi dei calciatori? Io non ci avrei pensato un secondo» - ESCLUSIVA - Calcio News 24
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Mezzano: «Taglio stipendi dei calciatori? Io non ci avrei pensato un secondo» – ESCLUSIVA

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Luca Mezzano ha parlato in esclusiva ai microfoni di Calcionews24 esprimendo il suo punto di vista sui temi di stretta attualità

L’ex difensore del Torino Luca Mezzano ha parlato in esclusiva ai microfoni di Calcionews24.com, offrendo la sua opinione sui temi di stretta attualità. Dall’emergenza Coronavirus, alla possibile ripresa del campionato fino al taglio degli stipendi dei giocatori. Le parole dell’ex tecnico degli Allievi del Toro.

Luca come stai e come stai trascorrendo queste settimane?

«Sto molto bene, per fortuna le persone a me più care stanno bene e questa era la cosa più importante. Sto chiuso in casa secondo le indicazioni dalla mattina alla sera, le uniche concessioni sono sul balcone quando il clima ce lo permette. Per quanto riguarda le uscite sono limitate a una massimo due volte a settimana per fare la spesa. La speranza che finisca tutto in fretta».

Pensi sia meglio provare a terminare la stagione oppure archiviarla e concentrarsi già a quella del 2020/2021?

«Io sono per ultimare la stagione, cercando di rimanere in un limite temporale sensato. Se fattibile senza andare a sforare troppo nei tempi, avendo anche spostato anche l’Europeo, io sono assolutamente per provare a terminare il campionato. Sarebbe un bel segnale e una cosa importante per la gente».

Quindi rifiuta l’ipotesi playoff?

«Sì. Io preferirei che si giocassero tutte le giornate. Penso anche che se si dovesse arrivare al 7 luglio non si dovrebbe fare un dramma. Bisognerebbe fare uno sforzo per far finire il campionato nella maniera più naturale possibile. Bisogna fare il massimo anche in caso si sforasse oltre il 30 giugno, credo ci possa essere la soluzione. Anche a porte chiuse andrebbe bene».

C’è stata una lunga diatriba tra alcuni presidenti di Serie A sulla ripresa degli allenamenti. Tu che idea ti sei fatto sulla vicenda?

«Sinceramente non l’ho seguita così bene ma faccio fatica a comprenderla. Se ci sono delle disposizioni devono essere rispettate da tutti in egual maniera. Da esterno mi viene da pensare che chi voleva tornare ad allenarsi prima magari voleva avvantaggiarsi e entrare in una condizione fisica migliore rispetto alle avversarie una volta che si sarebbe ripreso il campionato. Mi viene da pensare questo, che è un brutto pensiero e se così fosse sarebbe da condannare e, aggiungo, ci vorrebbe una regola chiara per far riprendere a tutti allo stesso modo allo stesso giorno».

Il virus è stato sottovalutato in Italia? Ci si poteva fermare prima e quindi non giocare il famoso turno di Juve-Inter?

«A me non piace accusare a caso senza avere strumenti in mano. Era una situazione davvero complessa e inimmaginabile. Non solo in Italia. Basti vedere quello che sta succedendo in Inghilterra o in altri paesi, dove si erano fatte delle dichiarazioni e prese delle misure che poi alla luce dei fatti si sono dimostrate inefficaci e fuori luogo. Da qui a valutare se sarebbe stato il caso di fermarci prima non ho abbastanza strumenti in mano per dirlo».

La Juve ha fatto un passo importante annunciando l’accordo tra club e giocatori sulla rinuncia di alcune mensilità. Tu cosa ne pensi possibile taglio degli stipendi ai giocatori?

«Anche in questo caso sarei per dare un segnale forte. Magari i soldi risparmiati si potrebbero utilizzare in qualche modo. Se tutti rinunciassero a qualcosa sarebbe un bel segnale per tutti quanti. Spero che l’esempio della Juve venga seguito».

Se si fosse verificato questo scenario quando giocavi tu…

«Non ci avrei pensato un secondo»

Secondo te vedremo e vivremo il calcio in maniera diversa dopo la fine dell’emergenza?

«Secondo me no perchè è una passione vissuta in maniera viscerale da milioni di persone. Forse all’inizio ma dopo un paio di settimane il calcio tornerà ad assumere il valore sotto forma di passione che ha sempre avuto. Quello che mi auguro è che quello che stiamo vivendo sia una lezione per tutti quanti. Non vale la pena andare a fare botte e insultarsi perchè siamo niente di fronte a questa emergenza. Mi auguro che possa portare questo come miglioria e non gli sia dia l’importanza di vita o di morte che spesso porta a picchiarsi dentro gli stadi».

Tu hai allenato anche a livello dilettantistico e proprio la Lega Nazionale Dilettanti è quella che rischia di pagare il prezzo più alto in questa emergenza. Cosa si potrebbe fare per aiutarla?

«Faccio fatica a rispondere a questa domanda perchè ho allenato solo un anno tra i Dilettanti e conosco poco il mondo anche se ho un buon ricordo. Quello che mi auguro è che magari la Lega dei professionisti possa dare una mano alla LND perchè il calcio dilettante è un serbatoio bellissimo e un’opportunità unica per continuare a giocare. Sarebbe un peccato se sparissero tante società».

Quale tipo di mercato pensi che vedremo in estate? Uno dove regneranno gli scambi tra i giocatori o uno normale?

«Secondo me è più probabile il primo tipo di mercato. Questa crisi mondiale a livello economico e sanitario rischia di inficiare il discorso del calciomercato. Chiaro che ipotizzare trasferimenti da 80-100 milioni solo per il cartellino più l’ingaggio più le varie commissioni viene difficile anche per le società più ricche».

Provando a spostare il focus sulla stagione, ti sei dato una spiegazione del perchè il Toro ha fatto così male in campionato?

«Penso che il Toro abbia una discreta rosa. L’ho pensato e l’ho dichiarato anche lo scorso anno. E quando dico discreta intendo che la squadra difficilmente potrà centrare l’Europa e difficilmente potrà retrocedere. Difficilmente non vuol dire impossibile perchè l’anno scorso abbiamo visto che, quando tutto sembrava funzionare a meraviglia, la condizione psicologica era straripante e i giocatori avevano una convinzione incredibile nei loro mezzi, permettendo alla squadra di conquistare dei risultati meritatissimi e di assoluto rilievo».

Ora invece giocava per non retrocedere…

«Al contrario posso dire che se una squadra che è nata con un mercato partito in ritardo, con il caso N’Koulou, con una stagione iniziata in fretta per l’Europa League è chiaro che possono subentrare delle difficoltà. Quando accade se i giocatori non sono di assoluto valore e l’intera rosa è da metà classifica si può rischiare di giocare per la salvezza. Lì diventa difficile perchè la condizione psicologica inizia a latitare, c’è contestazione dei tifosi e diventa tutto estremamente più complicato».

Tu conosci molto bene Moreno Longo, cosa ne pensi di lui come allenatore e lo confermeresti per la prossima stagione?

«Molto dipenderà da quello che riuscirà ad ottenere, poi non conosco i progetti che avrà la prima squadra. Per quanto riguarda Moreno per me avrà una carriera da allenatore brillante anche se ora ha ereditato una situazione difficile sia a livello psicologico che fisico. Ha un compito difficilissimo ma il mio giudizio su di lui non cambia: farà bene, speriamo già nel presente ma nel futuro non ho dubbi».

Se dovesse essere confermato magari in estate potrà avere un lavoro più facile ripartendo da zero e chiudendo l’era “mazzarriana”

«Questa è la condizione ideale per un allenatore. Partire in estate con il ritiro e la preparazione dove puoi lavorare con più serenità, dove non hai l’assillo del risultato e dove puoi costruire la squadra insieme alla società secondo il tuo credo calcistico. Sicuramente potrebbe trarne vantaggio».