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La medicina per gli insuccessi di Mourinho? Un ritorno in Italia

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triplete mourinho

Dopo la cocente eliminazione per mano del Siviglia negli ottavi di Champions League ci si interroga sul futuro di Josè Mourinho

L’incredibile uscita dalla Champions League del Manchester United contro il Siviglia ha generato non poche polemiche in Inghilterra. Media e tabloid inglesi ci si interrogano su quale sarà il futuro di Josè Mourinho che nonostante i tre titoli conquistati l’anno scorso è finito sulla graticola. La Premier League virtualmente chiusa già a dicembre e l’eliminazione contro la piccola Bristol nella Carabao Cup hanno spazientito la dirigenza Reds che ora sta facendo opportune valutazione sullo Special One.

Già, Mourinho, sembra quasi che la magia che circondava l’uomo natio di Setubal sia svanita. Il calcio è andato avanti ma il portoghese è rimasto indietro. I suoi risultati europei sembrano una goffa caricatura di quello che è stato: ultime due partecipazioni in Champions, due uscite agli ottavi. Per ritrovare una scintilla di Mourinhismo bisogna ritornare al 2013/2014, quando con il Chelsea raggiunse la semifinale. Stesso risultato ottenuto nel triennio precedente con il Real Madrid, solo che da quelle parti il ben figurare è visto come una sconfitta. Il calcio di Mourinho da brutto e vincente è diventato solo brutto e il confronto con il City, bello e vincente, di Guardiola è impietoso.

Al Manchester United rimane solo la FA Cup (sabato la semifinale contro il Brighton), con i tifosi che aspettano solo di vederlo salutare per sempre Old Trafford. Josè non è più Special. Le sue invettive contro i colleghi servono solo più a riempire i giornali e non a compattare l’ambiente verso un obiettivo comune. Un quadro piuttosto grigio per Mou che potrebbe mutare, forse, con un ritorno nell’ultimo posto dove è stato veramente felice. L’Italia. Forse solo qui il suo calcio sarebbe ancora apprezzabile, in un Paese dove, immersi nelle sabbie mobili, difficilmente si cambia. In Italia forse c’è ancora la possibilità di vincere senza cambiare, terreno fertile per Mourinho se non vuole essere ricordato come l’ultimo allenatore di una stirpe ormai sul viale del tramonto.