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Napoli-Roma destini capovolti: da anti Juve ad un distacco mai visto in classifica

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Si sono contese il ruolo di antagonista alla Juventus dal 2013 fino allo scorso anno, ma sabato si ritroveranno una di fronte all’altra con 19 punti a separarle

Due strade diverse. Opposte. Che fine a quel momento avevano portato allo stesso risultato: combattere con la Juventus per il vertice del campionato. Roma e Napoli si sono contese dal 2013 fino allo scorso anno il ruolo di antagonista ma sabato si ritroveranno una di fronte all’altra con 19 punti a separarle, che potrebbero diventare 22. Uno strappo vero e proprio: in sei campionati i giallorossi hanno conquistato 440 punti contro i 448 complessivi degli azzurri, arrivando tre volte davanti ai rivali con altrettanti secondi posti nelle ultime quattro stagioni. Ma ora la squadra di Sarri ha scavato il solco e se dovesse riuscire conquistare lo scudetto, sarebbe una bella batosta visto il contender assolutamente alla portata.

La spiegazione? Continuità. De Laurentiis ha scelto Sarri nell’estate 2015, l’ha confermato e ha visto crescere di anno in anno la squadra puntando a raccogliere un risultato storico dopo tanta attesa. Al contrario, la Roma ha cambiato tre tecnici: da Garcia a Spalletti fino a Di Francesco. E a sacrificare qualche prezzo pregiato sul mercato per aggiustare il bilancio. Due filosofie societarie differenti. Pallotta rischia e spende tanto con il pericolo di non vincere nulla nel breve termine ma la speranza di competere sempre più in alto. De Laurentiis invece ha comprato il Napoli al fallimento in serie C nel 2004 mettendo a disposizione il suo patrimonio personale e puntando tutto sulla gestione intelligente del club.

Pallotta continua a spendere più di quanto incassa e di volta in volta deve sistemare i conti del club con le plusvalenze secondo il diktat del Fair Play Finanziario. De Laurentiis, invece, tiene sempre il bilancio in ordine e col Napoli ci guadagna: solo l’anno scorso il cda composto da lui, i tre figli, la moglie e il braccio destro Andrea Chiavello si è spartito 4.4 milioni di compensi. Strategie, mentalità e risultati economici agli opposti, insomma. Detto che la Roma ha approvato ieri il bilancio semestrale al 31 dicembre 2017 in miglioramento grazie agli introiti ritrovati della Champions, dai rispettivi esercizi chiusi al 30 giugno 2017 si può notare che Pallotta ha dovuto gestire l’ennesimo «rosso» (-42 milioni), mentre De Laurentiis ha festeggiato un utile di 66 milioni di euro, fondamentale anche per le altre attività del gruppo visto che la famiglia non guadagna più con il cinema ma solamente con il calcio.

Un risultato raggiunto grazie alla liquidità proveniente dalla scorsa Champions (66 milioni più 6.6 di botteghino) e le plusvalenze. Il passaggio di Higuain alla Juve ne ha generata una da 86 milioni che sommati a Gabbiadini e altre operazioni minori ha fruttato plusvalenze complessive per 104 milioni, contro i 95 ottenuti dalla Roma. Ma il club giallorosso costa di più: il personale, la cui larga percentuale è il monte ingaggi della rosa, pesa 145 milioni contro i 101 dei partenopei (che però pagano a parte i diritti d’immagine ai calciatori). Capitolo finale dedicato al mercato: da oltre un anno il Napoli non ha comprato nessun giocatore rilevante mantenendo l’ossatura fondamentale della squadra, la Roma ha invece continuato a investire su colpi onerosi tipo Schick. Una situazione ribaltata se si va a leggere la classifica.