PAOK, il presidente si scusa dopo l'invasione di campo: ecco la sua lettera - Calcio News 24
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PAOK, il presidente si scusa dopo l’invasione di campo: ecco la sua lettera

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PAOK Salonicco, il presidente Ivan Savvidis si scusa con una lettera per l’invasione di campo nella partita contro l’AEK Atene

Dopo l’invasione di campo di domenica scorsa per protestare contro l’arbitro, il presidente del PAOK Salonicco chiede scusa ai propri tifosi e non solo. Ivan Savvidis, che alla fine della gara contro l’AEK Atene era entrato in campo in possesso di una pistola, ha scritto una lettera pubblicata sul sito ufficiale del club.

Il patron si è scusato per l’atteggiamento avuto, mentre oggi è arrivata la sospensione del PAOK dall’ECA. In attesa della ripresa del campionato, sospeso dal governo dopo i fatti accaduti. Ecco la lettera di Ivan Savvidis: «Voglio chiedere scusa ai tifosi del PAOK, agli appassionati greci e alla comunità mondiale del calcio. Mi dispiace molto per quanto accaduto, ovviamente non avevo diritto di entrare in campo in quel modo.

La mia reazione emotiva è stata causata dalla situazione negativa generalizzata ultimamente prevalente nel calcio greco e da tutti gli inaccettabili eventi non atletici che hanno avuto luogo verso la fine del PAOK-AEK: le azioni dell’arbitro e del supervisore, l’interruzione della partita, le proteste e l’ingresso nel campo di gioco di dozzine di persone di entrambe le squadre. Tutto ciò avrebbe potuto creare una situazione degradante sul campo e il mio unico obiettivo era proteggere decine di migliaia di fan del PAOK dalle provocazioni.

Credetemi, non avevo intenzione di interferire con la squadra avversaria o gli arbitri. E certamente non ho minacciato nessuno. Sfortunatamente, sia io che la mia famiglia, così come i miei colleghi, siamo stati ostaggi di un establishment calcistico totalmente malato. Sto lottando e continuerò a lottare, nonostante i continui attacchi che prendo a tutti i livelli, per un calcio leale con un arbitrato onesto in tutte le gare e per vincere i campionati sul campo piuttosto che nei tribunali. Ancora una volta mi scuso».