Quello che l'agente non dice: Andrea D'Amico - Calcio News 24
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2015

Quello che l’agente non dice: Andrea D’Amico

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L’appuntamento periodico per conoscere meglio gli agenti italiani

Hanno scritto per anni pagine importanti del calciomercato italiano, con la gestione di grandi campioni. L’agenzia Pasqualin D’Amico Partners è dal 1986 in prima linea per quanto concerne la gestione dei giocatori. Nasce da un’idea dell’avvocato Claudio Pasqualin che aveva già un passato importante da vice Presidente dell’Associazione Italiana calciatori. Il noto avvocato vicentino lavora in sineriga con il figlio Luca e sopratutto con il dottore Andrea D’Amico, grande conoscitore del mercato internazionale con contatti di primo livello in Russia e Mls. Il primo colpo di una certa risonanza lo misero a segno nell’estate del 1996 curando il trasferimento di Gianluca Vialli, in scadenza di contratto, dalla Juventus al Chelsea. Nella fine degli anni novanta, l’agenzia recitava il ruolo di assoluta protagonista nella scena italiana e internazionale. Proviamo a snocciolare dei nomi, per rendere l’idea: dal giovane ( ai tempi, ndr) Alessandro Del Piero a Gianluca Vialli, passando per Paolo Montero, Gigi Lentini, Oliver Bierhoff, Nicola Berti, Mauro Tassotti e Domenico Morfeo. Carateri forti e non facili da gestire ma l’esperienza maturata dall’agenzia ha portato i successi sperati a livello professionale. Nel nostro caso specifico prenderemo in esame la sola figura di Andrea D’Amico che ci risuta essere la più attiva delle tre (senza voler fare danno a nessuno).

ASSISTITI – Sebastian Giovinco è sicuramente la pietra più preziosa della bottega del noto agente. Ha fatto scalpore il suo passaggio al Toronto nel gennaio 2015. Un’operazione, dal punto di vista economico, da strpicciarsi gli occhi con forza. 8,5 milioni a stagione per cinque anni, un colpo da fenomeno vero. Qualche dubbio in più sulla competitività di Giovinco in un campionato in ottima ascesa ma sicuramente meno allenante in ottica Nazionale. Se Gionvinco lo possiamo considerare come il giocatore più affermato, Jerry Mbakogu è la possibile giovane rivelazione, anche in serie A. Da quel che ci risulta il giocatore è gestito da un collaboratore di D’Amico ma attenzione alle prospettive in Russia per l’attaccante che ha trascinato in A il Carpi. Protagonista di una stagione eccezionale a Palermo è Luca Rigoni, arrivato nel pieno della maturazione tecnica e tattica. La scelta di lasciare il Chievo Verona per i rosanero si è rivelata azzeccata con ben nove gol in campionato e le sirene della Bundesliga che iniziano a suonare forte. Da diversi anni D’Amico ha in procura Domenico Crisicito, fresco di rinnovo milionario allo Zenit San Pietroburgo e Salvatore Bocchetti che a gennaio ha piazzato al Milan. Si riconosce al noto agente una grande capacità nell’ottimizzazione delle risorse, sopratutto a livello economico con contratti duraturi e cifre considerevoli. Pollice in su anche per la stagione di Meggiorini che ha vinto una certa diffidenza dei tifosi del Chievo, riscattando a suon di gol alcune stagioni non di certo esaltanti. Molto bene anche Consigli al Sassuolo che si è confermato tra i migliori portieri della categoria. Rapporti storici e duraturi anche con Andrea Caracciolo, l’Airone del Brescia e Fabiano Santaroce del Parma. Noi in questa scheda abbiamo attribuito queste procure ad Andrea D’Amico per semplificare la lettura senza considerare effettivamente quelle che sono firmate a nome suo o magari a Luca Pasqualin ma siamo sicuri della piena operatività in tutte le operazioni concluse. Negli ultimi mesi ci raccontanto di un D’Amico letteralmente scatenato sul mercato e pronto a soffiare diverse procure: è il caso di Alberto Aquilani, Ishak Belfodil, Daniele Galloppa, Giulio Donati e Federico Casarini. Diversi nomi altisonanti e alcuni giocatori da rilanciare, questa la nuova missione dell’agenzia.

AGENTE TRE STELLE E MEZZO – Di Andrea D’Amico abbiamo scritto e continueremo a scrivere all’interno delle nostre classifiche, nell’ambito dei Calcionews24 Awards 2015. Oscar Wilde diceva: «Bene o male, purché se ne parli» (frase arcinota storpiata come un qualsiasi libro di Fabio Volo) e noi, a dirla tutta, di D’Amico parliamo sempre molto volentieri, come di qualsiasi altro procuratore. La motivazione è lapalissiana: D’Amico esiste, svolge pofessionalmente il proprio lavoro e, dunque, non è di sicuro soggetto ignorabile. A questo aggiungete pure il fatto che, in pratica, non esiste televisione, sito web o giornale sul quale il suddetto non sia apparso negli ultimi anni: quasi tutti gli addetti ai lavori conoscono D’Amico, uno di quelli che tra l’altro può vantare anche il “physique du rôle” per riuscire a pubblicizzare il mestiere del procuratore in maniera accattivante. Badate bene però, perchè Andrea non è un facilone, ovvero uno di quelli che si concede agli altri entusiasticamente: sa come muoversi – di questo gli diamo atto – ed è ben consapevole di quanti e quali interessi anteporre all’amore di informazione. I salotti televisivi sono il suo ambito, anche più che i campi da calcio; la comunicazione con siti web e giornali è il suo punto forte, anche più di quella che cura con società e calciatori. Sono sempre però i soliti siti, le solite tv, i soliti giornali, le solite parole. Ciò che non è troppo di suo interesse, semplicemente finisce col non esistere: una platea potenziale di tifosi, lettori e ascoltatori che D’Amico ignora nella convinzione (a nostro parere) di poterne fare a meno. Chi si espone deve essere consapevole dei rischi a cui va incontro e quindi D’Amico non si sorprenderà troppo, lo sappiamo, nel leggere un giudizio negativo (da parte nostra), sotto questo aspetto. Ha avuto oltre una settimana per poter dire la sua a riguardo: poteva negarsi o poteva semplicemente addurre una scusa qualsiasi (ma credibile) per non concedersi a quella fetta di pubblico, la nostra, che non ha di che farsene dei comunicati stampa riguardanti le sue acquisizioni o le sue gesta di mercato lanciati in pasto ad (e da) altri siti di informazione. Parliamo di utenti il cui unico scopo, lo stesso per cui seguono con affezione la rubrica di cui fa parte anche questo articolo, è quello di conoscere di più e meglio un agente, la sua carriera, il suo modo di rapportarsi; ancora meglio se direttamente dalle sue parole. D’Amico non avrà avuto tempo per loro. Non che questo sia necessariamente un difetto, tutt’altro: sapersi rapportare con la stampa è anzi un grandissimo pregio; lo abbiamo più volte noi stessi affermato. Farlo con coerenza e senza procrastinamenti inutili, però, è tutto un altro discorso. Al di là di questo, però, diamo atto a D’Amico di un’ottima professionalità nel riuscire a lavorare con società e giocatori, di una grande capacità di movimento sul mercato su ogni fronte e di un’ottima credibilità: tant’è che, per amore di obiettività e al netto delle nostre personali opinioni, il giudizio che a lui riserviamo è molto positivo (come, molto volgarmente, tendiamo a sintetizzare con le nostre celeberrime stellette in stile hotel; ormai lo sapete). Ci sarebbe sicuramente piaciuto approfondire con D’Amico la sua metodologia nell’approcciare la professione dell’agente: ci sono agenti che seguono giocatori dalla giovinezza (se non dall’infanzia) e ci sono quelli – come da fuori parrebbe fare D’Amico – che tendono a lavorare su calciatori già fatti e completi, ma che sono in scadenza con i propri legami contrattuali; con club e non. C’è chi potrebbe avere un giudizio negativo su tutto ciò, ma c’è anche da dire che va così, e nel calcio moderno si cambiano squadre e sì, si cambiano anche i procuratori; è pur sempre calciomercato. Avremmo voluto poter chiedere a D’Amico le motivazioni di questa sua tattica di lavoro, ma magari sarà per la prossima volta. Ammesso e non concesso che a lui interessi davvero rapportarsi con chi non tesse le sue lodi per partito preso, a prescindere, o non abbia come obiettivo principale quello di invitarlo alla tv dopo le 23 per parlare delle sue ultime trattative concluse.

AREE DI COMPETENZA – Le operazioni Donadel e Giovinco confermano la grande importanza che sta assumendo D’Amico nel mercato della Mls. A D’Amico vengono riconosciute professionalità e competenza anche in Russia, un mercato non semplicissimo e in Scozia, sopratutto negli anni novanta dove insieme a Pasqualin portò una vera e propria colonia di giocatori italiani.

TRASFERIMENTI STORICI – Pagine e pagine intrise di trasferimenti importanti, il primo fu quello di Gianluigi Lentini dal Torino al Milan nel 1992, uno degli affari più complicati dell’ultimo ventennio. Nel 1996 abbiamo parlato di Vialli al Chelsea, l’anno dopo la metà è la Scozia con la sede a Glasgow: ai Rangers arrivano Lorenzo Amoruso e Gennaro Gattuso. Sempre ai Rangers curarono il trasferimento di Sergio Porrini dalla Juventus mentre ai Celtic portarono Massimo Donati. Altri due cessioni di una certa importanza furono quelle di Oliver Bierhoff e Thomas Helveg dall’Udinese al Milan di Zaccheroni. L’agenzia curò anche i passaggi di Maurizio Ganz al Milan e di Morfeo passo dopo passo nella sua carriera. Livello molto alto testimoniato dalle tante operazioni concluse negli negli anni, una sorta di apripista per i trasferimenti di giocatori italiani all’estero. Abbiamo provato a contattare il dottor D’Amico in diversi momenti per avere anche il suo prezioso contributo sulla deregulation e il futuro della professione, snodo centrale della nostra rubrica. Dispiace appurare per i nostri lettori l’impossibilità di far combaciare gli impegni (vogliamo credere a questa chiave di lettura). Appuntamento alla prossima puntata, Quello che l’agente non dice non va in vacanza.