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Le tre risorse che Sarri può aggiungere al turnover del Napoli

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Napoli, il turnover sta funzionando alla perfezione? La squadra gira al massimo, eppure l’impiego delle alternative da parte di Maurizio Sarri appare migliorabile

Ci si è interrogati un po’ tutti sulle scelte effettuate da Maurizio Sarri per quanto concerne i due recenti impegni del suo Napoli: se i titolarissimi sono apparsi tutti in campo nella sfida casalinga contro il modesto Benevento di Baroni, tre appartenenti alle presunte seconde linee – ossia Zielinski, Diawara e Milik – hanno presenziato nel delicato esordio internazionale contro lo Shakhtar Donetsk, invertendo dunque quanto era logico ipotizzare a bocce ferme. In tanti hanno fornito un’immediata quanto plausibile – la più plausibile? – spiegazione: il Napoli quest’anno ha puntato tutto sullo scudetto. Ben venga altro, se arriva. Se percorribile. Altra osservazione inerisce invece a mere scelte tecniche: Sarri ha deciso così perché quella gli sembrava al momento l’opzione migliore nell’economia del suo Napoli. Senza ricorrere a dietrologie di alcun genere.

Turnover Napoli: difesa

Al momento, rispetto agli undici titolari che oramai ben conoscete, non fosse altro perché giocano insieme da tre anni, si sono visti in campo i soli Chiriches e Maggio. Il primo per far rifiatare Albiol, il secondo per sopperire alla squalifica di Hysaj nella seconda giornata di campionato, per via dell’espulsione rimediata negli ultimi battiti della gara del Bentegodi. In attesa del pieno recupero fisico di Mario Rui, uno dei due innesti della recente finestra di calciomercato, l’elemento di riflessione riguarda il minutaggio zero che incombe sulla stagione di Nikola Maksimovic. Considerati i venticinque milioni di euro versati dal Napoli nelle casse del Torino pur di garantirsi le prestazioni del difensore serbo un anno fa, la posizione di retrovia in cui si è venuto a trovare lascia quantomeno sorpresi. Per intenderci: non è neanche la prima scelta in sostituzione ai due centrali titolari, dunque Albiol e Koulibaly. Lì dove Sarri ha ampiamente dimostrato di preferirgli Chiriches, ritenuto più affidabile ed integrato nel complesso impianto partenopeo: ecco, si era detto di concedere a Maksimovic i tempi standard per apprendere il calcio sarriano, prima di procedere a giudizi superflui. Ora il tempo è passato ma di Maksimovic diminuiscono le tracce: se Sarri vorrà ulteriormente ampliare il livello delle rotazioni del suo pacchetto difensivo, potrà servirsi delle prestazioni dello slavo. Magari, come si era inteso al momento del suo oneroso acquisto, provandolo anche da esterno basso.

Turnover Napoli: centrocampo

Qui l’indiziato numero uno diventa Marko Rog: se Zielinski è il primo cambio in mediana e Diawara viene scelto da Sarri per garantire un’alternativa tattica al Napoli (stesso ruolo ma caratteristiche assolutamente differenti rispetto a Jorginho), il croato classe ’95 fatica maggiormente a trovare spazio nelle rotazioni partenopee. E, considerato il valore generale del calciatore, è davvero un peccato. Come se ne esce dalla situazione in essere? Gli abbinamenti sembrano penalizzarlo: detto di Jorginho/Diawara, Maurizio Sarri ha praticamente accoppiato – almeno nella maggioranza dei casi riscontrati nella passata stagione – Allan a Zielinski ed Hamsik a Rog. Nonostante le caratteristiche consigliassero di affiancare un centrocampista più difensivo quale Rog ad Allan ed uno ad attitudine più offensiva come Zielinski a capitan Hamsik. Anche però quando – come nelle battute iniziali dell’attuale stagione – è stato proprio Hamsik a mostrarsi in un periodo di forma non ottimale, la scelta dell’allenatore è ricaduta comunque su Zielinski. Difficile in questo caso garantire a tutti un minutaggio all’altezza, tenuto conto degli altissimi valori individuali dei sei calciatori a disposizione: poco male, le grandi squadre devono vivere nell’abbondanza se vogliono realmente perseguire determinati obiettivi, spetta poi alla lungimiranza del tecnico procedere alle scelte migliori ed accrescere al massimo la resa collettiva.

Turnover Napoli: attacco

Il punto dolente della campagna acquisti appena passata agli annali: la convinzione generale era quella che – a partecipazione alla Champions League acquisita e dunque a fondi Uefa incassati – il presidente Aurelio De Laurentiis avrebbe poi proceduto ad un innesto in grado di rappresentare un’alternativa di livello assoluto nelle rotazioni offensive di Sarri. In altre parole, qualcuno che avrebbe fatto saltare il banco. Si sono rincorsi i nomi di Chiesa, Keita, Berardi, Schick – tutti profili ideali per quel che stiamo affermando – senza però che nessuno sia approdato alla corte partenopea. Se questo poi si tramuterà nell’elemento mancante e condizionante o se comunque l’opera di Sarri riuscirà a porre rimedio lo racconteranno soltanto i fatti. Intanto c’è Adam Ounas: gioiellino classe ’96, esterno algerino proveniente dal Bordeaux, sembra avere nelle sue corde rapidità e talento che possono fare al caso di Sarri. Caratteristiche che – al netto dei proverbiali tempi di inserimento nella macchina partenopea – possono integrarsi in questo Napoli così come è ideato. Se la gerarchia Mertens/Milik appare già definita, con tutto quel che comporta scegliere l’uno o l’altro nella formazione titolare e per l’impatto che il belga ed il polacco possono avere a gara in corso, sull’eventuale inserimento di Ounas nelle gerarchie di Sarri incombe tuttora il mistero. Lazio, Spal, Feyenoord e Cagliari: le prime due in trasferta, le altre in casa. In dieci giorni. Serviranno tutte le migliori risorse a disposizione pur di uscire con il bottino pieno, quello desiderato dall’ambiente partenopeo, quello che occorre per lanciare il primo vero segnale al campionato e rimettere a posto il discorso Champions: sceglie Sarri.