Torino, parla lo sponsor Beretta: «Vorrei il Toro in Champions»
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Torino, parla lo sponsor Beretta: «Vorrei il Toro in Champions»

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jansson - torino

Grandi ambizioni nei sogni dello sponsor del Torino. Beretta punta a vederlo tra le grandi in squadre in lotta per la Champions League

Uno degli sponsor del Torino è Beretta che dei granata è un grandissimo tifoso. Conosce bene Cairo, il Presidente da almeno 15 anni e lo stima non solo come imprenditore ma anche come uomo legato alla tradizione del calcio italiano. Il sogno di Beretta è vedere il Torino in Champions League. Un sogno che magari potrà realizzarsi grazie al lavoro di Mihajlovic e ai campioni che la squadra granata ha in casa: «Mi piacerebbe vedere il Toro in Champions, un giorno. E’ un sogno. Ma non certo una chimera. Voglio dire che è un sogno sì, però realizzabile, senza fretta, in futuro, continuando a crescere così. Ho una tale fiducia e una tale considerazione di Cairo, da non escludere nulla. Anzi. Ragioniamo. A parte la storia gloriosa e l’importanza della piazza, il Toro ha 4 solidi piedistalli su cui appoggiare il proprio destino. Punto primo, ovviamente, i conti societari. Il Toro non solo non ha debiti, ma ha anche uno dei migliori bilanci della serie A, da anni in attivo. Punto secondo, lo stadio. Intitolato alla nostra storia, il Grande Torino. Di nuovo ben gremito di tifosi. Punto terzo, il Filadelfia: non vedo l’ora che arrivi la primavera, quando entreremo di nuovo tutti nel nuovo Fila, il centro sportivo per gli allenamenti della prima squadra. Sarà come tornare a casa. Sarà il nostro cuore pulsante. Punto quarto, il Robaldo, un’altra iniziativa di straordinaria importanza: nei prossimi anni avremo anche un grande centro sportivo per gli allenamenti e le partite di tutto il vivaio. In città, in un fazzoletto di pochi chilometri, il tifoso potrà seguire il Toro tutti i giorni. Un privilegio unico» commenta su TuttoSport.

PROGETTI CON CONSAPEVOLEZZA – Ambizioni europee per il Torino di Mihajlovic:, che già una volta arrivò in Coppa Uefa: «Arrivammo ad Amsterdam, ma poi siamo falliti, poco dopo. Invece ora sento che ci potremo tornare, ma non più con piedi d’argilla. Mattone dopo mattone, con saggezza, lungimiranza e rigore, Cairo sta creando le fondamenta per tornare grandi. E per lottare pure per un piazzamento in Champions, un giorno. Venerdì, Cairo è stato da me in azienda per 5 ore. Lo conosco bene da 15 anni, ma continua a stupirmi. Nei suoi occhi, in quello che ha fatto e nei suoi progetti, vedo l’ambizione di far crescere il Toro, fino a tentare anche l’assalto alla qualificazione in Champions. La mia chiara consapevolezza è che lui voglia portare il Toro fin lì. Ha un nitido disegno personale. Così come i grandi attori sono animali da palcoscenico, Cairo è un animale economico. E vuole il meglio per il Toro. Anche quando era contestato, ripetevo che dovevamo tenercelo ben stretto. Questo Toro già oggi è da Europa League. Ma il processo di crescita è solo iniziato. L’importante è non avere fretta».

BELOTTI TALENTO PUROBelotti può essere il futuro di questo Torino? Ieri a segno con la Nazionale diventerà un pezzo pregiato anche sul mercato: «Cairo vuole tenerlo. E costruire attorno a lui una squadra più forte. Se Belotti non vorrà scappare, Cairo, grazie ai bilanci che ha, potrà dire no anche a un’offerta da 50 milioni, in estate. I conti del Toro sono trasparenti, ottimi. E il presidente ha già anche messo fieno in cascina, con le cessioni di Peres e Maksimovic in prestito con riscatto obbligatorio a fine stagione. Cairo può già pianificare al meglio il mercato del 2017 e tenere Belotti per altri 2 o 3 anni, almeno».