Una squadra vera che sa soffrire ed esaltarsi: forza azzurrini! - Calcio News 24
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2013

Una squadra vera che sa soffrire ed esaltarsi: forza azzurrini!

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borini ifa

Il cammino dell’Italia under 21: battuta l’Olanda è finale, il successo europeo manca dal 2004

La sensazione di esserci ritrovati di fronte ad una nazionale in grado di ripercorrere l’ultimo decennio dello scorso secolo – Italia under 21 campione d’Europa nel 1992, 1994, 1996, 2000 e l’ultimo successo datato 2004 – è stata forte sin dall’inizio: ottima organizzazione globale e attaccanti in grado di fare la differenza con un colpo in qualsiasi istante della partita.

IL CAMMINO – Vinto il girone A dopo le vittorie contro Inghilterra ed Israele – di misura la prima grazie alla prodezza di Lorenzo Insigne da calcio piazzato, rotonda la seconda rifilata ai padroni di casa con il 4-0 targato Saponara, Gabbiadini (2) e Florenzi – e il pareggio in extremis con la Norvegia che, a qualificazione già conseguita, è valso il primo posto del gruppo. Nella fase eliminatoria l’Italia ha impressionato per solidità e controllo totale delle operazioni – una sola rete subita dalla Norvegia, peraltro da calcio di rigore decisamente discutibile – mentre ha faticato maggiormente contro l’ottima Olanda, confermandosi retroguardia inespugnabile ma maggiormente in difficoltà sotto il profilo della proposta di gioco. Al termine di una partita sofferta la giocata vincente sull’asse Insigne-Borini, con il primo a vestire i panni dell’assist-man ed il secondo letale finalizzatore alla prima occasione buona.

I VALORI DELLA SQUADRA – Innanzitutto un equilibrio eccellente sorretto da una fase difensiva praticamente perfetta: Donati, Bianchetti, Caldirola e Biraghi – con Regini e Capuano valide alternative – si sono dimostrati ottimi guardiani della porta difesa da Bardi, mantenendo altissima la concentrazione sia quando l’Italia ha avuto in mano il pallino del gioco che nelle occasioni in cui c’è stato da difendere con maggiore impeto. Tempi del gioco affidati alla sapienza tattica ed al cristallino talento di Marco Verratti, alle volte l’aggressività degli intermedi opposti – vedi la sfida con l’Olanda – ha tolto qualcosa alla fluidità azzurra: la squadra però ha saputo attingere da tutte le risorse del suo organico e gli attaccanti, seppur avulsi dalla manovra per larghi tratti della gara, al momento giusto hanno messo in mostra tutte le loro abilità e deciso il corso del campionato europeo. Basta guardare alla semifinale: dopo ottanta minuti di sofferenza, eccellente la giocata di Insigne e prodigioso il numero in velocità di Fabio Borini che ha regalato l’accesso alla finale di Gerusalemme.

CONTRO I PRONOSTICI – Festa grande ieri a Petah Tikva ma occhio subito all’immediato futuro: mister Mangia ha risolto con un perentorio “chissenefrega” i tentativi di indicizzare la nostra nazionale come catenacciara e può guardare alla complessa sfida con la super-potenza Spagna con deciso ottimismo. Finale proibitiva? A guardare il cammino degli iberici è giusto considerare l’impegno con le cautele del caso: otto gol rifilati in ordine a Russia (1), Germania (1), Olanda (3) e Norvegia (3) con un Morata super – a segno in tutte le gare dell’Europeo – e senza subirne alcuno. Squadra che, in termini di qualità di gioco, ricalca il modello che ha reso grande la nazionale maggiore e dunque ci sarà da soffrire sul piano del palleggio e del controllo delle operazioni. La squadra di Mangia però ha dimostrato di esaltarsi di fronte a circostanze del genere, la retroguardia sa restare fredda e la giocata di attaccanti di chiaro valore può giungere da un momento all’altro: umiltà e cognizione di causa, l’Italia dei giovani può tornare sul tetto d’Europa e martedì c’è un popolo intero pronto a sostenere i ragazzini azzurri.