Rocchi alla Rai: «Potevo fare meglio» - Calcio News 24
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2014

Rocchi alla Rai: «Potevo fare meglio»

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L’arbitro torna su Juventus – Roma: «Mi prendo sempre le responsabilità»

ROCCHI JUVENTUS ROMA INTERVISTA – Dopo le tante voci che hanno discusso di Juventus – Roma e dell’arbitraggio della partita, ecco che a parlare è proprio Gianluca Rocchi. L’arbitro della partita dello Stadium è stato intervistato in esclusiva da Donatella Scarnati, per ‘Il processo del lunedì’, in onda su Raisport. Ecco le parole di Rocchi: «Mi dispiace che la mia prestazione non sia stata ottimale, sotto questo punto di vista potevo far meglio». Sul rigore per fallo di mano di Maicon: «Quello è stato un episodio anomalo, che ho gestito in maniera anomala. Dopo aver rivisto la partita, l’analisi più dura è stata proprio su quell’episodio. Probabilmente una gestione poco equilibrata della situazione ha creato delle tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro. Questo potrebbe essere la chiave di lettura per capire cosa poi è successo durante la gara».

RESPONSABILITA‘ – Rocchi continua, e non si tira indietro: «Penso di avere mille difetti, ma soprattutto un pregio: mi assumo sempre le responsabilità delle cose che faccio. Mi assumo la responsabilità di aver fatto delle scelte, che sono state difficili. Noi arbitri siamo lì per decidere, e ho cercato di far questo nel miglior modo possibile, senza alcun ripensamento o dubbi. È chiaro che quando si prendono delle decisioni puoi creare un clima di tensione tra calciatori e nell’ambiente, o comunque un clima di non accettazione. Da questo punto di vista credo di avere una responsabilità. Rizzoli? Nel dire che Rizzoli sarebbe potuto essere designato non c’è niente di strano. Rizzoli è un collega che stimo tantissimo, il più bravo al mondo. Dispiace perchè sembrava che non fossi in grado di arbitrare questa partita, quando invece ho la mia esperienza. Non era la prima volta che arbitravo Juve – Roma e per fortuna le altre volte era andata decisamente meglio, per cui mi sento un po’ ferito. Dispiace per chi mi ha affidato l’incarico. Mi è dispiaciuto molto sentire dei giudizi non proprio lusinghieri sulla designazione».

DUE SETTIMANE – «Non sono state tra le più semplici. Ho cercato di metabolizzare quanto successo rimanendo in famiglia, con i miei figli, loro sanno che in questi momenti bisogna avere un po’ più di pazienza perchè me la prendo molto. Poi passa, ma quando ricevo una delusione ci resto male. Mi sono allenato più di prima per cercare di essere pronto per quando rientrerò. Non è stato un periodo facile anche perchè si è parlato quasi esclusivamente di questa partita. C’era tanta soddisfazione per aver ricevuto la designazione per una partita così importante. Non era la prima volta che arbitravo Juve-Roma, quella di ottobre è stata la quinta. Sai che è una partita importante e che devi affrontarla con la massima serenità. Io sono un arbitro istintivo, faccio quello che vedo. Il 95% delle mie decisioni sono legate all’esperienza. Nella maggior parte delle volte sono state decisioni corrette, e sono arrivato qua è stato proprio per questa caratteristica».

POLEMICHE – «Non mi permetto di giudicare nessuno, ma voglio sottolineare le dichiarazioni del Presidente della Roma perchè ha chiesto di abbassare i toni, e penso che sia l’atteggiamento giusto. Gesto di Garcia? Un gesto che non si può tollerare, non regolamentare. Mi è dispiaciuto espellerlo in quel momento, perchè non fa mai piacere allontanare un allenatore, in particolare in una gara del genere, ma ho pensato sia stato corretto farlo. Io sono lì per applicare il regolamento, e non posso permettere un atteggiamento del genere».

COMPLOTTO – «Quando arbitro la Juventus, arbitro una squadra come le altre. Lo testimonia la mia storia. Il mio obiettivo è essere il più equilibrato possibile nelle decisione, e non guardo il colore della maglia. I calciatori pensano a giocare. Sta all’arbitro calmare gli spiriti e portare la partita su livelli accettabili. A volte i calciatori potrebbero avere degli atteggiamenti migliori, però non sta a me educarli. Macchia nella carriera? Mi auguro e credo di no. Nella carriera di un arbitro ci sono momento dove le cose non vanno come dovrebbero. Credo che le qualità di un arbitro o di un calciatore non dipendano da una partita, credo che sia giusto avere un momento di riflessione, andare su partite di fascia inferiore e poi tornare ad alti livelli. Fare l’arbitro ti insegna a rispettare le regole, e a farle rispettare. L’arbitro deve essere il primo a rispettare le regole. E insegna anche a prendere le decisioni, cosa oggi molto difficile. Io ho fatto quello che ho sempre fatto, cioè ho dato il massimo in campo. Per quella partita non ho rimpianti. Non posso tornare indietro e cambiare qualcosa, o essere più fortunato. La fortuna conta, quando fai l’arbitro, ma devi anche accettare che le cose devono andare in una certa maniera».